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Borse Ue in lieve rialzo, disfatta Merkel pesa sui titoli nucleari

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Milano – Inizio di ottava senza grandi slanci per i listini del Vecchio Continente che, alla fine, sono comunque riusciti a chiudere in rialzo grazie al sostegno, seppur incerto, di Wall Street. Il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,11%, Londra ha guadagnato lo 0,11%, Francoforte ha perso lo 0,12% e Parigi e’ avanzata dello 0,12%. Madrid ha fatto segnare un +0,35%.

Le borse hanno oscillato tra il territorio positivo e negativo per gran parte della seduta, indecise sulla direzione di prendere, dopo che l’indice di riferimento Stoxx Europe 600 aveva segnato la scorsa settimana il rally più forte in sei mesi.

I titoli tecnologici sono stati spronati dai giudizi positivi espressi da Goldman Sachs su Alcatel-Lucent e Nokia; Alcatel, in particolare, è balzata fino al 6,6% dopo che la banca americana ha alzato il rating da “neutral” a buy”.

Tuttavia, a parte le singole storie di rilievo, i mercati hanno scontato la disfatta della Merkel alle elezioni regionali contro il partito dei verdi. Il trionfo dei verdi e della linea anti-nucleare – rafforzatasi dopo il disastro alla centrale nucleare di Fukushima – hanno penalizzato soprattutto i titoli legati al nucleare quotati sulla borsa di Francoforte. Rally invece per i titoli legati al settore delle energie rinnovabili.

La perdita di Merkel ha prodotto inizialmente i suoi effetti anche sull’euro, che però nel pomeriggio è tornato a salire a New York a 1,4102. In rialzo anche euro/yen a 115,17 e usd/yen a 81,67.

Sulla moneta unica pende però la spada di Damocle dei problemi dei Piigs, con
S&P che ha minacciato un ulteriore downgrade sul rating del Portogallo nell’arco di questa settimana, dopo il taglio di appena tre giorni fa.

La situazione relativa ai Piigs rimane precaria e c’è anche chi parla, guardando al futuro, di un’escalation del problema. Intanto oggi, i rendimenti dei bond portoghesi decennali sono balzati al nuovo record, ovvero all’8,07% dopo l’annuncio di S&P; l’agenzia, d’altronde, ha accompagnato la sua minaccia al downgrade effettivo sul rating di cinque delle principali banche del Portogallo.

A tal proposito, sono stati diffusi in mattinata i risultati delle aste italiane: rendimenti in rialzo sui Bot semestrali mentre in calo sui Ctz a due anni all’asta odierna dei titoli di Stato. In dettaglio sui Bot a sei mesi il rendimento lordo è aumentato di 9 punti base all’1,401% mentre sui Ctz il rendimento è sceso di 10 punti base al 2,451%.

Sul fronte delle commodities, hanno rallentato i futures con scadenza ad aprile scambiati a New York, che si attestano in calo a $104,93 al barile, in flessione di 83 centesimi, mentre il Brent scambiato a Londra è salito a $115,74, in flessione di 40 centesimi. Sul fronte delle commodities, giù anche i prezzi dell’oro quotati sul Comex, che arretrano di $9,3 a $1.416,9 l’oncia.

A Piazza Affari, riflettori su Banco Popolare, dopo il neutral di Ubs, ma soprattutto dopo la decisione degli analisti di Nomura Holdings e Deutsche Bank di tagliare il target price a 2,50 euro. Il titolo, che la scorsa settimana aveva reso noto di aver chiuso il bilancio in rosso, è stato il peggiore del Ftse Mib, cedendo nel finale il 4,6%. Male anche Fiat Spa (-1,46%) e Telecom Italia(-1,47%), tra i peggiori. Bene invece Luxottica (+0,94%), Finmeccanica (+1,12%), Diasorin (+2,18%) e Enel Green Power (+3,60%).