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Borse Ue giù, futures Usa misti in attesa di dati

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Dopo gli acquisti dei giorni scorsi che hanno visto protagoniste soprattutto Milano e Madrid, le borse europee propendono per il segno meno. Alle 13 circa ora italiana, Londra scende dello 0,74%, Francoforte perde lo 0,35%, Parigi fa -0,15% e Madrid arretra dello 0,53%. A Piazza Affari il Ftse Mib oscilla nervosamente e al momento è praticamente ingessato.

L’attesa a questo punto è per le notizie che arriveranno da Wall Street. Nel frattempo i mercati americani segnalano un andamento incerto: i futures sul Dow Jones perdono 21 punti (-0,18%), quelli sul Nasdaq avanzano di 1,25 punti (+0,05%) e quelli sullo S&P 500 scendono di 2,70 punti (-0,21%).

In calendario negli Usa l’indice dei prezzi al consumo, importante termometro per l’inflazione, relativo al mese di dicembre. Attesa anche per le vendite al dettaglio e per la produzione industriale, sempre di dicembre, e infine per l’indice della fiducia dei consumatori stilata dall’Università Michigan, che si riferisce agli inizi di gennaio, e per le scorte aziendali di novembre.

Prima dell’apertura dei mercati azionari americani, si guarderà con forte interesse anche ai bilanci di JP Morgan Chase, che dovrebbe aver riportato un utile per azione di 99 centesimi per azione, contro i 74 centesimi per azione dell’anno scorso. Il fatturato è atteso però in flessione del 3%. Ieri, dopo la chiusura di Wall Street, ha diffuso i risultati il colosso dei chip Intel, che ha reso noto di riportato i migliori utili della sua storia, relativi al quarto trimestre.

Intanto da segnalare,. oltre all’Europa, che anche in Asia e nel Pacifico c’è stata una battuta d’arresto per le principali Borse che, per questioni di fuso orario, hanno scontato il dato sull’occupazione negli Usa diffuso ieri. I listini hanno cosi’ eroso rialzi accumulati nelle ultime 2 sedute, a causa soprattutto delle perdite registrate dai grandi esportatori e dal comparto delle materie prime.

Tornando al Vecchio Continente, l’attenzione si è spostata oggi dal problema dei Piigs a quello dell’inflazione, un tema di cui ha parlato già ieri Trichet, nella conferenza stampa successiva alla decisione sui tassi di interesse, rimasti invariati. Un timore, quello del rialzo delle spinte inflazionistiche, che è stato confermato di nuovo in mattinata.

Nel mese di dicembre, ha riportato infatti Eurostat, l’inflazione si è attestata al 2,2% annuo dall’1,9% del mese di novembre, ovvero al top dall’ottobre 2008 (3,2%). Di fatto, il valore è superiore al del limite che la Bce considera coerente con la stabilita’ a medio termine dei prezzi.

Un’altra preoccupazione è stata per le novità che arrivano dalla Cina. La banca centrale cinese ha varato infatti una nuova stretta sulla liquidita’ delle banche commerciali. A decorrere dal prossimo 20 gennaio, il coefficiente di riserva obbligatoria sale di 50 punti base al 19% della raccolta. Si tratta del settimo aumento consecutivo a partire dal 2010.

Sui mercati valutari, l’euro torna sotto la soglia psicologica a 1,34 dollari, dopo il massimo di un mese toccato proprio sulle aspettative di un rialzo dei tassi di rifinanziamento in Europa. A New York la divisa rimane in crescita sul dollaro, ma a 1,3363. La moneta unica guadagna sul franco svizzero a 1,2911 e anche sullo yen, attestandosi a 110,78. In rialzo sulla valuta nipponica anche il dollaro, a 82,88.

Riguardo alle commodities, sul Nymex i futures sul petrolio scendono di 1,06 dollari a 90,34 dollari al barile, mentre sul Comex l’oro è in forte calo a 1.368,5 dollari l’oncia, con una perdita di 18,5 dollari rispetto all’ultima rilevazione di ieri.

Tornando a Piazza Affari, sul Ftse Mib, ore decisive per Fiat, nel giorno del referendum su Mirafiori. I risultati saranno noti però solo in tarda serata, quando i mercati saranno già chiusi. Da monitorare come market mover anche il dato sulle immatricolazioni in Europa. Nel frattempo, Fiat Industrial perde lo 0,82%, mentre Fiat Spa sale dello 0,77%.

Tra i titoli peggiori, Fondiaria-Sai, che dopo il rally delle ultime sedute scende di quasi il 4%. Giù anche Bulgari (-2,83%), Tenaris (-2,65%), Banco Popolare (-2,46%), Exor (-2,45%), Tenaris. Crescita invece per Ubi Banca (+3,18%), Atlantia (+3%) – con Abertis che esce dalla società con un collocamento del 6,68% del capitale -, Ansaldo (+1,91%) e Mediaset. Riguardo a Mediaset, JP Morgan ha tagliato il target price ma ha confermato il giudizio overweight.

Intervistato dal canale televisivo Class Cnbc, Carlo Corradin, analista tecnico di B&S Joint, sottolinea a proposito del Ftse Mib che l’indice italiano è riuscito finalmente a superare la fase laterale che lo caratterizzava da diverse settimane. E ha aggiunto che i 21.000 punti sono “davvero un’importante area di resistenza”. Insomma, “il loro superamento di questa soglia, ergo il break out, è molto importante da un punto di vista tecnico. Una ulteriore conferma del trend rialzista si avrebbe oltre quota 21.700, mentre il movimento sarebbe inficiato se si tornasse in area 20.850 punti”.

Ma Corradin parla anche del futuro dell’euro, sottolineando di intravedere come prossimi livelli, che potrebbero essere toccati anche oggi, a 1,3480-1,35. Il trend rialzista dell’euro verrebbe interrotto invece se il cambio tra la moneta unica e il dollaro tornasse sotto i livelli 1,3330-1,33.