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Borse Ue falliscono il tentativo di recupero. Giù anche i futures Usa

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Tentativo di recupero fallito per le borse europee. Dopo un avvio promettente, gli indici azionari del Vecchio Continente tornano a perdere terreno. Alle 12.13 circa ora italiana, Francoforte scende dello 0,11%, Parigi cala dello 0,77%, Amsterdam fa -0,06% mentre Bruxelles arretra dello 0,64%. Anche Piazza Affari riporta una performance negativa, con il Ftse All e il Ftse Mib che ora arretrano dell’1% circa. Sul listino principale sono in calo i titoli bancari. Vendite poi anche su Ansaldo , Telecom e Stm.

Indicazioni poco confortanti arrivano anche dall’altra sponda dell’Oceano: a tre ore circa dall’inizio della giornata di contrattazioni a Wall Street, i futures sul Dow Jones perdono infatti 27 punti, quelli sul Nasdaq scendono di 2 punti e quelli sullo S&P 500 calano di 3,60 punti. In calendario oggi negli Stati Uniti l’indice Empire State di agosto, che misura le condizioni del settore manifatturiero, elaborato dalla FED di New York. Attesa anche per il dato sull’indice NAHB sul mercato immobiliare, sempre di agosto: l’indicatore rappresenta le aspettative di vendita dei costruttori nel presente e nell’arco dei prossimi sei mesi.

Sul mercato valutario, la settimana si è aperta all’insegna degli acquisti per l’euro, che tenta il recupero nei confronti del biglietto verde. Va segnalato tuttavia che sul mercato valutario in generale, pesa il clima vacanziero ed il persistere dell’incertezza per l’economia mondiale, anche alla luce degli ultimi dati macro Usa constrastanti che hanno deluso le aspettative.

Il cross eur/usd scambia a 1,2813 dollari rispetto alla chiusura di venerdì di 1,2752 dollari. Intanto, secondo gli ultimi dati del Cftc, la scorsa settimana gli speculatori hanno ridotto di poco meno del 50% le scommesse verso un apprezzamento del dollaro la scorsa settimana, portandole ai livelli più bassi dallo scorso dicembre.

L’oro è in rialzo sui mercati asiatici. Il metallo prezioso con consegna immediata e’ scambiato a 1.218 dollari l’oncia (+0,2%). In crescita anche il petrolio, con le quotazioni sostenute dalla debolezza del dollaro, a ridosso dei 76 dollari al barile.

Intanto, i mercati guardano alle notizie provenienti da Oriente, che vedono sotto i riflettori il superamento del Giappone da parte della Cina , nel corso del secondo trimestre, come seconda economia al mondo nel corso del terzo trimestre: superamento reso possibile dalla frenata del pil nipponico, che nel periodo è cresciuto dello 0,1%, rispetto al +1,1% del primo trimestre. Su base annua il PIL ha registrato una crescita dello 0,4% (-0,9% il 1° trimestre) contro un incremento del 2,3% stimato dal consensus.

La performance, decisamente scontata dalla borsa di Tokyo, – l’indice Nikkei ha terminato infatti gli scambi in flessione dello 0,61% a 9.196,67 punti – è indubbiamente debole soprattutto se paragonata a quella della Cina, che è così in corsa dunque per affermarsi seconda al mondo anche su base annuale nell’intero 2010. E intanto il Wall Street Journal sottolinea che “ci vorranno almeno dieci anni o più per Pechino per raggiungere gli Stati Uniti”.