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Borse Ue e futures Usa scelgono la strada dei rialzi

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Dopo aver iniziato la prima seduta di febbraio all’insegna della cautela, gli indici azionari europei optano per il segno più con maggiore decisione. Aiuta anche la performance dei mercati americani. Alle 13 circa ora italiana i futures sul Dow Jones salgono di 41 punti (+0,35%), quelli sullo S&P 500 avanzano di 14 punti (+0,61%) e quelli sullo S&P 500 crescono di 6,40 punti (+0,50%). L’attesa oggi è per altri dati economici Usa tra cui l’Ism, l’indice del settore manifatturiero. Attesa dagli Stati Uniti anche per il dato relativo alle spese per costruzioni e alle vendite di auto relative al mese di gennaio.

In Europa, superata l’esitazione delle prime battute, Londra fa così +0,96%, Francoforte cresce dello 0,99%, Parigi dello 0,87%, Madrid dello 0,81% e a Piazza Affari l’indice cresce dello 0,79%, sui 22.200 punti.

Il tono positivo dell’azionario europeo si spiega anche con la buona performance di ieri di Wall Street, che ha di fatto concluso il miglior gennaio dal 1997, e con gli acquisti che hanno interessato i mercati asiatici dopo tre sedute consecutive di ribassi.

Il pericolo Egitto sembra passare poi in secondo piano oggi -sebbene l’attenzione rimanga alta -, e gli operatori guardano anche ai buoni dati usciti dal fronte economico europeo, con il tasso di disoccupazione tedesco che è calato ai minimi dal novembre del 1992.

Sul fronte dei cambi, a New York, l’euro è in rialzo a 1,3760 sul dollaro ma scende sullo yen a quota 112,23.

Tornando a Milano, da segnalare che i titoli bancari sono deboli dopo una partenza positiva. I peggiori del Ftse Mib sono Mps (-2,80%) e Ubi Banca (-1,78%); da segnalare poi tra i titoli peggiori anche i cali di Banco Popolare(-96%), Unipol (-0,75%). Bene invece Buzzi Unicem, con un balzo superiore al 3,3%, Italcementi (+3,22%), Azimut (+2,48%), Saipem (+2,44%).

Torna inoltre sotto quota 150 punti lo spread tra Btp e Bund tedeschi. In particolare, il mercato registra un calo di 8 punti base a quota 149. Si restringe anche lo spread tra titoli spagnoli e tedeschi che si colloca a 196 punti base dai 210 del settlement di ieri. A favorire il rientro delle tensioni e’ stato il buon dato sull’attivita’ manifatturiera dell’Eurozona, cresciuta oltre le attese.

Ancora attenzione alla performance dei mercati delle commodities, con l’oro in rialzo a New York sul Comex a 1.337,50 dollari all’oncia, in crescita di tre dollari. Nelle ultime due settimane, il metallo prezioso è tornato a essere bene rifugio, complici le tensioni geopolitiche che hanno visto protagonista soprattutto l’Egitto.

Sempre tra le commodities, i prezzi del petrolio fanno dietrofront ma le quotazioni del Brent a Londra rimangono sui 100 dollari al barile, esattamente a 100,52 dollari al barile, in calo di 49 centesimi. Quelle sul Nymex sono invece a 91,45 dollari al barile, in ribasso di 74 centesimi.

Sotto i riflettori anche l’avvertimento di Strauss Kahn, direttore dell’Fmi, che però ora non genera grandi scossoni. “Benché la ripresa sia in corso – ha affermato – questa non è la ripresa che noi ci aspettavamo. Ci sono tensioni e pressioni che potrebbero gettare i semi della prossima crisi. Vedo – ha aggiunto – due squilibri pericolosi: mentre la crescita resta inferiore al suo potenziale nei paesi sviluppati, i paesi emergenti ed in via di sviluppo crescono molto più rapidamente, ed alcuni potrebbero anche ‘surriscaldarsi’ presto. Le economie con un forte surplus commerciale, come Germania e Cina, sono sostenute dalle esportazioni mentre quelle con un forte deficit commerciale, come gli Usa, continuano a sostenersi sulla domanda interna. Questi squilibri mondiali – ha sottolineato – rappresentano un rischio per la sostenibilità della ripresa.”

Il direttore generale dell’Fmi ha poi indicato l’altro rischio derivante dall’aumento dei disoccupati in alcuni Paesi e dallo squilibrio dei redditi.