Milano – Le borse europee hanno chiuso in rialzo con uno scatto sul finale, in una seduta durante la quale gli investitori hanno preferito rimanere alla finestra in attesa dell’esito del voto del Parlamento portoghese sulle misure di austerity, proposte dal primo ministro Jose Socrates.
Per conoscere l’esito ci vorranno ancora almeno due ore: sale intanto la tensione sul mercato dei titoli di stato europei, con i bond dei paesi periferici oggetto di smobilizzi da parte degli investitori.
Particolarmente venduti i bond irlandesi e portoghesi. D’altronde, se il parlamento dovesse bocciare il piano di Socrates, il governo potrebbe cadere per le dimissioni minacciate dallo stesso primo ministro: nella peggiore delle ipotesi, il Portogallo si troverebbe a bussare così alla porta del Fmi e dell’Unione europea per chiedere aiuto. Sul fronte dei bond irlandesi, invece, pesano i rumor sull’incapacità del paese di riuscire a onorare il pagamento di interessi entro una data stabilita.
Delle tensioni hanno beneficiato soprattutto i metalli preziosi, con l’oro che è salito sopra quota $1.440, e l’argento che ha testato il record dal 1980.
Sul fronte dei mercati azionari, il Ftse Mib è salito dello 0,66%. Parigi e’ cresciuta invece dello 0,54%, Londra dello 0,58% e Francoforte dello 0,35%. L’atteggiamento è stato condizionato dai cali di Wall Street che, come tutti gli altri mercati, ha continuato a guardare con preoccupazione ai problemi rappresentati in questo momento dalla Libia e dal Giappone.
Nella giornata di oggi ha sofferto poi soprattutto l’euro, che ha sfondato al ribasso quota $1,42 scendendo anche contro le altre principali valute. Di fatto, alle ore 17 circa il rapporto eur/usd scendeva a $1,4119; contro il franco svizzero la moneta unica perdeva a 1,2820 e contro lo yen a 114,27. In flessione contro la valuta nipponica anche il dollaro, con il rapporto di cambio usd/yen a 80,95.
Da segnalare intanto le parole del presidente della Bce Jean Claude Trichet, che ha affermato che “quanto è accaduto in Giappone è stato un evento orrendo” ma, ha aggiunto: “non penso che ci sia un diretto collegamento tra quanto è accaduto e la politica monetaria della Bce”.
Sul fronte delle commodities futures sul petrolio alle ore 17 circa salivano di 68 centesimi a $105,64, mentre il Brent si attestava quasi piatto a $115,74 (+4 centesimi).
A Piazza Affari occhi sull’accordo Unicredit-Fonsai. Pubblicati anche gli utili di Unicredit (+1,65%) che, a fronte di un calo dei profitti, ha confermato il dividendo.
In rosso invece Fonsai (-2,64%), che ha pubblicato nel pomeriggio conti che hanno messo in evidenza un risultato consolidato negativo, nel 2010, per 928 milioni (-391 milioni nel 2009) e per la capogruppo una perdita netta di 636 milioni contro l’utile di 40,2 milioni dell’esercizio precedente.
Bene invece Mediaset (+1,51%) dopo i conti in linea con le attese. Riflettori ancora su Parmalat (+0,70%), dopo che il governo ha dato il via libera al decreto anti-scalate. Il titolo è salitodi appena lo 0,61%. Tra le novità, la nota della Consob secondo cui Société Générale è salita al 5,081% del capitale.
Tra gli altri titoli positivi Fiat Industrial (+2,20%), Fiat (+2,07%), Tod’s (+1,97%); molto bene anche Buzzi Unicem (+2,86%) e Campari (+2,39%). Tra i peggiori Mediobanca (-1,17%), Ubi Banca (-1,63%) e Ansaldo (-1,05%).