BORSE SUL PATIBOLO DELLE BANCHE CENTRALI

di Redazione Wall Street Italia
11 Giugno 2006 20:30

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(WSI) –
Da uno due anni a chi si domandava come mai i mercati azionari continuassero a salire malgrado una situazione macroeconomica non certo incoraggiante veniva risposto: c´è un´enorme liquidità da investire, i tassi più di tanto non saliranno, per cui è in atto uno spostamento dai bond alle azioni che durerà. E molto. Questa sensazione è stato il maggior propellente dei trentasei mesi di crescita ininterrotta della maggior parte dei mercati azionari in tutto il mondo. Da qualche giorno però, improvvisamente, i mercati hanno fatto un violento dietro front e, solo per citare un dato, hanno mediamente perso in quindici giorni quello che guadagnavano da cinque mesi. O anche più. E allora la liquidità dove è finita? Come mai tutto l´entusiasmo della crescita, tutta la voglia di nuove matricole si sono infranti in un crollo che va dal 15 al 25% in poche sedute? E questo è vero dal Giappone a Wall street, incluse Cina e India con i loro miracoli economici.

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Cosa è successo realmente? Forse questa sensazione di enorme liquidità disponibile era un po´ drogata dall´immaginazione di tanti operatori che, senza far nulla, vedevano i loro portafogli gonfiarsi giorno dopo giorno, oppure sarà vero che con la progressiva migrazione degli investimenti verso i mitici hedge fund, verso i prodotti derivati, strutturati, quelli a capitale (teoricamente) garantito, la liquidità che si vedeva sui mercati era un multiplo di quella vera? Come tutti sanno infatti tutti quei prodotti – oggi di gran moda – consentono di prendere rischi molto più elevati di quanto non si abbia in tasca. Tra l´altro pare che siano stati proprio gli hedge funds ad aumentare la violenza dei ribassi di questi giorni dovendosi ricoprire dagli acquisti fatti e che portavano forti perdite.

Infatti molti hedge fund stanno perdendo molti soldi e tutti coloro che negli ultimi anni avevano deciso di seguire questa nuova moda sono con le pive nel sacco. Contemporaneamente, le immense liquidità disponibili del petrolio, dei russi, degli arabi, dei cinesi e degli indiani hanno subito durissimi colpi. E anche la massaia di Voghera è più povera di un mese fa. Infatti la fuga dai fondi di investimento – specie quelli italiani, oltre 11 miliardi di euro in cinque mesi – è impressionante. Come se non bastasse, anche le performance delle obbligazioni, complice l´incertezza sui tassi, è stata negativa in questi primi mesi del 2006. Per cui il povero risparmiatore prende botte da tutte le parti. E non sa più che fare.

Molti sui siti internet, alla radio, sui blog di economia e finanza, chiedono cosa fare, cosa succederà. Non lo sa nessuno. Anche il mitico Warren Buffett qualche settimana fa aveva detto che la crescita dei mercati era solida ed il super gufo Stephen Roach capo economista di Morgan Stanley ha sostenuto che i mercati erano intonati positivamente. Anche se poi proprio pochissimi giorni fa la stessa Morgan Stanley ha diffuso una sorta di allarme generale: alla larga dai mercati, sono troppo pericolosi.

L´unica cosa certa è che c´è grande incertezza, che non ci sono capitali orientali o petroliferi pronti a sostenere qualsiasi rialzo. E poi viene da riflettere quando il tesoro americano emette comunicati rassicuranti, in piena seduta di Wall Street con i mercati che perdono oltre il 2%. Wall Street quella sera ha recuperato, ma sulla solidità di tale rimbalzo le riserve sono d´obbligo. E quello è il principe dei mercati, la bussola di tutti. La situazione, insomma, rimane confusa. Gli analisti grafici, che sono un po´ degli stregoni moderni, ma che qualche volta ci indovinano (se non altro perché molti sono convinti che abbiano davvero la palla di vetro) sostengono che gli indici non hanno sfondato i livelli di resistenza e quindi, anche se le legnate sono state dure, la barca non affonderà. I mercati, cioè, non crolleranno. Anzi, si spingono ancora più avanti nelle loro previsioni cagliostresche.

Sostengono che giugno sarà ancora un mese di alti e bassi, di cuore in gola, ma che poi da luglio dovrebbe cominciare un significativo recupero (settembre, però, è incerto e aperto a tutto). Hanno l´avvertenza, comunque, di segnalare che all´orizzonte ci sono ancora due appuntamenti importanti. Il primo è l´appuntamento con la riunione del Fomc (il comitato tassi di interesse) della Federal Reserve del 28-29 giugno, e il secondo è la riunione della Banca centrale giapponese. Intorno a queste due riunioni ruota un po´ il futuro dei mercati. E non è difficile capire perché.

Il lungo rialzo dei listini che adesso si è interrotto viene appunto da una lunga stagione di liquidità molto abbondante (in parte anche immaginaria, probabilmente). E le banche centrali (a partire da quella americana) hanno dato la sensazione (da qui i crolli dei giorni scorsi) di voler chiudere con questa storia, proprio perché convinte che tutta questa liquidità (vera e immaginaria) abbia creato una situazione pericolosa, con troppi eccessi. Che questa sia la linea non ci sono dubbi. Solo che non si sa se le Banche centrali si fermeranno fra giugno e luglio, dichiarandosi soddisfatte di quanto ottenuto. O se andranno avanti a stringere la corda del boia (l´aumento dei tassi). I mercati stanno a guardare e tremano, perché non riescono a capire quanto è alto il patibolo che le banche centrali hanno preparato per loro.

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