
Le Borse europee ritrovano slancio, rienergizzate dall’ennesimo record di Wall Street con il Dow Jones che ha aggiornato i massimi storici una cinquantina di volte abbondanti quest’anno. Ieri, per la 26esima volta nel 2017, tutti e tre gli indici principali della Borsa Usa hanno chiuso su livelli record. Un evento che non si verificava dal 1995. Intonazione positiva anche per le Borse in Asia con Tokyo che ha chiuso in deciso rialzo (+1,73%) anche se sotto i massimi di seduta. Mentre a Bruxelles si riunisce l’Ecofin, a Francoforte è previsto l’intervento di Mario Draghi al Forum della Bce. Oggi interviene anche Janet Yellen, affianca dall’uomo che l’ha preceduta alla guida della Fed, Ben Bernanke. È la prima volta da quando è stato scelto il suo successore (Jerome Powell) che la presidente uscente della banca centrale Usa prende la parola in un evento pubblico.
Occhio anche all’agenda macroeconomica, con le vendite al dettaglio in Eurozona, i dati dell’Istat sul commercio al dettaglio e la nota mensile sull’andamento dell’economia in Italia. Dopo i conti fiscali di Snam e Tod’s sarà la volta di Intesa Sanpaolo, Mediaset e Mps. In un mercato in cui azionario e bond sono nettamente sopravvalutati, specie nel mondo industrializzato, l’alchimia finanziaria è l’unico modo per soddisfare la sete di alti rendimenti. Sul fronte societario occhi puntati anche su Eni, con il ministro del Tesoro che pare stia prendendo in considerazione l’ipotesi di cedere una parte della quota che detiene nel colosso petrolifero alla Cassa Depositi e Prestiti, nell’ambito del piano di privatizzazioni dei grandi asset del paese.
Fino a quando tutti i soldi investiti nelle puntate short contro la volatilità non faranno scoppiare la bolla. Non è la bolla degli asset finanziari a preoccupare Christopher Cole di Artemis, infatti, bensì la bolla di chi specula al ribasso sulla volatilità. Ben 2 mila miliardi di dollari sono investiti in strategie del genere, una mole di denaro tale da esercitare influenza sull’andamento dell’indice di volatilità sull’azionario. Si tratta di una tattica popolare tra gli investitori istituzionali che conta sulla stabilità di mercato per generare ritorni da investimento importanti. Anche se gli istituzionali non shortano esplicitamente strumenti derivati, i rendimenti sono elevati per via dei fattori di rischio impliciti di una puntata speculativa al ribasso.
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