Mentre le Borse fanno molta fatica in settimana, influenzate da una serie di fattori, primi fra tutti l’instabilità del governo May a Londra e il dubbio crescente sulla capacità dei Repubblicani di ottenere l’implementazione del piano ambizioso di riforma fiscale in Usa, il mercato obbligazionario ha mandato un altro segnale di allarme: la curva dei rendimenti si è ulteriormente appiattita negli Stati Uniti, collassando ai minimi di dieci anni. In Cina nel frattempo i tassi dei titoli decennali sono balzati ai massimi di tre anni: il selloff dei Bond, che è iniziato negli Stati Uniti e nel Regno Unito, si è presto propagato anche nella seconda economia al mondo, la cui crescita alimentata dai debiti e dal denaro facile rischia di rallentare. Il rendimento del Bond di riferimento si è ampliato di cinque punti base al 3,98%, la percentuale più alta da ottobre 2014.

In Usa pesano gli ultimi dati economici, tra cui l’inflazione in surriscaldamento, le vendite al dettaglio deludenti, il calo dei salari reali e altre rilevazioni macro: la curva dei rendimenti – per quanto riguarda il differenziale tra titoli a 5 e 30 anni – si è appiattita di altri tre punti base attestandosi poco sopra i 75 punti base, il valore più basso da novembre 2007 (vedi grafico sotto). È un fenomeno che sta a indicare che i mercati si attendono una frenata delle attività economiche.

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Chiude poco sopra la parità il Ftse Mib. In cima al listino Buzzi Unicem guadagna oltre il 3%. In rialzo anche Prysmian, Mediaset, Ferragamo e Stm. Negativa invece Bper Banca e Leonardo, che continua ad accumulare sedute negative dopo i dati trimestrali deludenti; in calo il comparto bancario, Tenaris, Snam e Eni.
L’azionario europeo tenta di rimbalzare nonostante i cali di Wall Street: quasi tutti i settori stanno scambiando in territorio positivo. I titoli dei gruppi attivi nelle costruzioni e nei materiali di base sono i due migliori della mattinata dopo una serie di trimestrali societarie incoraggianti. Tra i singoli titoli scambia in rialzo di oltre un punto percentuale Deutsche Bank, dopo che il fondo Usa Cerberus è diventato uno dei principali azionisti con una quota del 3%.