Società

BORSE: IL VERO PERICOLO E’ LA DEFLAZIONE

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – «I mercati possono rimanere irrazionali più a lungo di quanto voi possiate restare solvibili». Trevor Greetham, direttore dell’ asset allocation — le scelte strategiche di investimento tra le maggiori classi di attività finanziarie — del gigante americano del risparmio gestito
Fidelity ricorda un vecchio adagio della borsa americana. Che nasconde tuttavia un insegnamento profondo. «Nei momenti difficili bisogna fare scelte prudenti. E noi adesso stiamo privilegiando le obbligazioni governative e la liquidità. Sottopesiamo leggermente le azioni e gli immobili e abbiamo ridotto drasticamente la quota di investimento sulle materie prime».

Qual è il rischio maggiore per l’economia internazionale?
«Al momento il pericolo principale è la deflazione. La Fed, e in parte anche le altre banche c e n t r a l i per fronteggiare la crisi hanno utilizzato strumenti che non avevano mai impiegato prima. Letteralmente non siamo in grado di dire che cosa accadrà nei prossimi due anni».

C’è qualche elemento positivo?
«L’aspetto migliore dell’attuale congiuntura internazionale è che perlomeno non ci sono rischi di stagflazione, l’inflazione congiunta alla stagnazione che aveva caratterizzato gli anni Settanta».
Descriva nel dettaglio le sue attuali scelte di portafoglio…
«L’attività finanziaria che abbiamo di gran lunga privilegiato sono le obbligazioni governative, che oggi, insieme agli investimenti in liquidità, raggiungono il 60% nella nostra asset allocation strategica».

Su tutto il resto siete sottopesati?
«Sì, ma in gradi molto diversi. Sulle azioni per esempio abbiamo un leggero sottopeso rispetto agli indici globali di riferimento e gli investimenti in capitale di rischio rappresentano circa il 33% del nostro portafoglio. Questa è la quota più elevata da almeno un anno a questa parte».
Ci sono segnali di ripresa?
«Per adesso molto incerti. Tuttavia le valutazioni sono decisamente convenienti e pensiamo che sia il momento di puntare su settori come i consumi di base e i farmaceutici. In ogni caso è meglio scegliere i listini dei paesi più avanzati rispetto a quelli dei mercati emergenti, che sono più volatili e che potrebbero impiegare più tempo per risalire la china ».

Nei vostri portafogli investite anche in immobili?
«Il real estate è una classe di attivi fondamentale e le sue valutazioni si sono ridimensionate drasticamente.
Oggi siamo leggermente sottopesati sul settore degli immobili, un comparto che nel nostro portafoglio pesa per circa il 20% del totale. I tempi per una ripresa del real estate, in ogni caso, non saranno brevi».
Le commodities potranno rimbalzare?
«Per adesso questa è la classe di investimento su cui siamo più pessimisti e in cui stiamo investendo non più del 5% del nostro portafoglio».

Copyright © Corriere della Sera. All rights reserved

scrivi la tua opinione “live” sul Forum di WSI