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BORSE: FINE DEL RIALZO O SEMPLICE PAUSA TECNICA?

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Inizia il tormentone che ci accompagnerà per tutta
l’estate. Le notevoli performance realizzate nell’ultimo trimestre (pur con la caduta di ieri, dai minimi del 12 marzo siamo ancora a quota +22% per l’S&P 500, +24% per il MIB 30 e addirittura +45% per il DAX) rappresentano infatti un forte incentivo ad alleggerire le posizioni, in concomitanza con l’arrivo delle vacanze estive. Bisogna però riconoscere che questi numeri, all’apparenza così eclatanti, rappresentano solo un rimbalzo nell’ambito di una caduta che dura da ormai oltre tre anni e che si era accentuata oltre misura ad inizio 2003 sui timori del conflitto iracheno.

Nessuno scandalo, dunque, per come si sono
mossi gli indici azionari pur in assenza di segnali così convincenti dalla congiuntura; le prospettive estremamente incerte per l’economia e gli utili rendono però il quadro molto precario, al punto che in questa fase un “salutare ritracciamento”, come lo definirebbero i graficisti, potrebbe facilmente trasformarsi in una brusca retromarcia, sulla scia di quanto già si verificò lo scorso anno. In quell’occasione, ad un primo forte rimbalzo autunnale seguì una più lunga fase in trading range, da cui si uscì con una ricaduta delle quotazioni e nuovi minimi; senza voler ipotecare il futuro, stavolta potremmo assistere ad una analogo consolidamento con tentativi di riavvio dalle prospettive migliori se dall’economia giungeranno segnali più incoraggianti verso l’auspicata ripresa e la “geopolitica” non si metterà nuovamente di mezzo.

Nonostante i pretesti per le vendite siano giunti da alcuni allarmi sugli utili – primo fra tutti ieri quello di Unilever, peraltro una realtà tutt’altro che ciclica – la parola ora spetta agli analisti tecnici, impegnati nell’individuare i limiti oltre il quale un movimento “salutare” potrebbe trasformarsi in una rottura, con successiva ricaduta. In settimana avremo comunque diversi segnali importanti dall’economia USA: oggi la fiducia dei consumatori, domani gli ordini di beni durevoli, venerdì i redditi personali ed i consumi privati di maggio. Ma sarà soprattutto l’incontro della FED di domani sera a catalizzare l’attenzione, con il suo esito (25 o 50 punti base di taglio?) e le indicazioni che emergeranno dal breve comunicato di compendio. E’ ovvio che la porta aperta a nuovi interventi, se necessari, sosterrà i mercati molto più di un segnale, magari più ottimistico sull’economia, che preluda alla conclusione della lunga fase espansiva di politica monetaria.

*Michele Pezzinga e’ capo strategist di Eptasim