Società

Borse europee fiacche, euro sotto $1,42

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Roma – Le borse europee hanno chiuso in lieve calo appesantite dai timori persistenti sul fronte del debito sovrano e dall’alto prezzo del greggio che non si allontana troppo dai massimi di due anni e mezzo. L’EuroStoxx50 cede circa lo 0,14%, con le contrattazioni che sono rimaste tendenzialmente stabili attorno ai 2.940 punti.

Nel mirino delle vendite in particolare le banche, mentre prendono slancio i tecnologici dopo il deal statunitense chiuso da Texas Instruments. Tra i titoli, positivi Enel, Unibail e BMW mentre cedono DT Bank, Vivendi, Bayer, Siemens e Gdf Suez. Londra ha perso lo 0,16%, Francoforte lo 0,03%, Madrid -0,66%, mentre Parigi ha archiviato la giornata con un +0,01%.

L’indice Ftse/Mib chiude le contrattazioni tendenzialmente sulla parità (+0,19%) in una seduta tendenzialmente piatta. Anche la piazza milanese resta in attesa della decisione sui tassi della Bce di giovedì. A pesare contribuisce la debolezza del comparto bancario con i timori di ricapitalizzazione che perdurano nel giorno in cui Intesa SP definirà i piani futuri. Tra i titoli, registrano buone performance Stm, Ansaldo, Fiat e Enel che è stata promossa da GS. In calo invece Impregilo, FonSai, Prysmian e Parmalat.

A Milano i titoli del credito sono sotto pressione nelle ultime sedute sulle attese di nuovi aumenti di capitale dopo quello proposto da Ubi Banca, viaggiano appena sopra la parità, ad eccezione di UniCredit. Molto scambiate le azioni di Intesa Sanpaolo nel giorno in cui si riuniscono i consigli di gestione e di sorveglianza per varare il nuovo piano strategico che potrebbe contemplare un aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Tra i singoli titoli si mette in luce Stmicroelectronics.

Sotto i riflettori i titoli Parmalat, in attesa di novita’ sulla contesa per il controllo dell’azienda lattiero-casearia. Secondo Il Sole 24 Ore l’azienda francese della famiglia Besnier, che detiene il 29% circa di Parmalat, sta valutando le prossime mosse da fare e non esclude di battere in ritirata, vista la posizione dura assunta dal governo italiano contro l’affondo su Parmalat. Così gli investitori, che nei giorni scorsi avevano scommesso su una guerra all’ultima azione o sul lancio di un’opa su Parmalat, stanno sposando un atteggiamento più cauto.

Macroeconomia

Sul fronte macro sono oggi in agenda i dati sugli indici Pmi riferiti ai direttori acquisti del settore terziario dei paesi dell’Area Euro, il dato aggregato di Eurozona è uscito a 57.2 pts in marzo
contro attese a 56.9 e un dato precedente di 56.9. Il PMI composito è risultato così a 57.6 sopra il consensus di 57.5 e il dato di febbraio a 58.2). In salita anche il dato italiano a 53.3 pts dai 53.1 di febbraio contro attese di 51.8. In linea con il consenso invece il PMI di marzo in Germania, il dato segna 60.1 salendo dai 58.6 di febbraio.

Contrazione delle vendite al dettaglio in Eurozona su base mensile: -0,1% in febbraio (attese a +0,1% e precedente rivisto a +0,2). Su base annua il dato di febbraio delude gli analisti (che si aspettavano +0,7%) registrando solo una crescita dello 0,1%.

Negli Usa l’indice ISM non manifatturiero si è attestato nel mese di marzo a 57,3 pts, in netto calo
rispetto ai 59.7 del mese precedente ed inferiore anche alle attese degli analisti che avevano messo in conto una riduzione a 59.5.

Cambi e commodities

Sul fronte monetario l’euro resta stabile nei confronti del dollaro sopra quota 1,42. Sul fronte
delle commodities, stabile il Wti Usa attorno a USD108,0 al barile. Nuovi massimi storici infine per l’argento nelle quotazioni intraday a quota USD38,77 all’oncia.

Azioni Italia

Enel (EUR4,618): gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato il target price a EUR5,3 dal precedente EUR5.

Eni (EUR17,69): l’AD Scaroni è stato 2 giorni fa a Bengasi per riprendere la cooperazione in materia energetica con il consiglio nazionale di transizione dei ribelli libici. Il ministero dell’Economia l’ha confermato come AD e ha designato alla presidenza Giuseppe Recchi al posto di Roberto Poli.

Intesa Sanpaolo (EUR2,13): oggi si sono riuniti i consigli di gestione e di sorveglianza per varare il nuovo business plan dell’istituto e soprattutto l’operazione di ricapitalizzazione volta all’ulteriore rafforzamento dei ratio patrimoniali della banca. Il consorzio di garanzia per l’operazione di EUR5 mld vede al momento schierate dodici banche con Banca IMI e BofA Merrill in qualità di global coordinator e joint bookrunner.

Parmalat (EUR2,312): il Messaggero segnala che la vicenda Parmalat-Lactalis è approdata nelle aule di tribunale, il gruppo francese ha infatti depositato al tribunale di Parma una richiesta di sospensiva della delibera di rinvio dell’assemblea a fine giugno. Continuano nel frattempo le operazioni sul fronte italiano alla ricerca di una cordata che mantenga la nazionalità del capitale di Collecchio.

Sea: la società di gestione degli aeroporti di Milano viaggia diretta verso la quotazione a Piazza Affari dopo che oggi il Consiglio comunale di Palazzo Marino ha dato l’ok all’Ipo, che dovrebbe avvenire in ottobre, approvando una delibera ad hoc. Il Comune precisa però che la propria partecipazione non scenderà sotto il 51% del capitale post aumento.

ST Microelectonics (EUR9,035): positiva oggi in seguito all’operazione effettuata da Texas Instruments sul mercato dei chip.

Ubi Banca (EUR5,94): gli analisti di Barclays hanno abbassato il target price da EUR8,4 a EUR7.

Azioni Estero

Apple (USD339,87): l’indice Nasdaq 100, listino di riferimento per i titoli tecnologici ha ridimensionato il peso di Apple nel paniere, la quota è scesa dal 20,49% al 12,33%.

Capgemini (EUR41,53): il gruppo francese dei servizi IT ha acquistato due società in Francia, Artesys e Avantias, specializzate rispettivamente nell’ideazione di soluzioni per l’infrastrutture e nell’implementazione delle soluzioni Ecm (Entreprise Content Management). La doppia acquisizione è avvenuta al prezzo di EUR40 mln.

Endesa (EUR22,315): Standard and Poor’s ha abbassato il rating della controllata di Enel a ‘BBB+’ da ‘A-‘ con outlook stabile.

DuPont (USD24,15): ha ottenuto il via libera dalla Commissione UE all’acquisizione di Vanisco. A inizio gennaio il gruppo Usa della chimica aveva lanciato l’Opa sulla danese per USD5,8 mld (DKK665 per azione).

KB Home (USD11,2): ha archiviato il primo trimestre dell’esercizio fiscale 2011 con una perdita di USD114,5 mln, pari ad un Eps di USD1,49, rispetto al rosso di USD54,7 mln registrato dodici mesi fa. I volumi totali sono scesi a USD196,9 mln dai USD264 mln di un anno fa. Il consenso era di USD223,5 milioni.

Merck (USD3309): ha siglato un accordo per acquistare Inspire Pharmaceuticals, società farmaceutica Usa specializzata nei prodotti oftalmici. Il prezzo offerto è di USD5 per azione, con un premio del 26% rispetto alla quotazione del titolo, per un valore complessivo di USD430 mld.

Warburg Pincus Private Equity, che detiene il 28% di Inspire, ha fatto sapere di voler aderire all’offerta.
Peugeot (EUR28,475): il gruppo di logistica Gefco, controllata di PSA Peugeot Citroen, ha firmato un contratto per rilevare dai fondi italiani Venice e RP3 il 70% del capitale di Gruppo Mercurio, specializzato nel trasporto e distribuzione di veicoli. Lo scorso anno la società italiana aveva fatturato EUR127 mln. Il deal è condizionato al via libera delle autorità Antitrust.

Vodafone (GBp176,65): gli analisti di Nomura sono convinti che, ora che l’operazione Sfr si è conclusa, il gruppo telefonico britannico potrebbe incontrare nei prossimi mesi eventi più difficili, come il cambiamento nella politica telefonica indiana e un severo outlook in Spagna. Il target price è stato dunque rivisto al ribasso da GBp220 a GBp215, con un outlook negatvo di breve termine fino a GBp170.

*Questo documento e’ stato preparato da UniCredit Bank AG. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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