Bangkok – Listini asiatici in leggero rialzo, spinti dalle voci arrivate dai leaders di Francia e Germania, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, che si sono impegnati ad annunciare entro un mese un nuovo piano per risolvere in maniera decisa la crisi del debito nella regione. Ne beneficiano le commodities e la moneta unica. Euro a $1,3483.
Intanto dal Regno Unito, il Primo ministro David Cameron avverte che “il tempo (per l’Europa) sta per scadere”, e che la moneta unica ha appena poche settimane per riuscire ad evitare il disastro.
Bnp Paribas e Societe Generale negano la notizia secondo cui starebbero cerando un aumento di capitale per entrambe da €11 miliardi, e i portavoce delle due più grandi banche francesi hanno confermato che cercheranno di raggiungere gli obiettivi di Basilea III senza nuovi fondi.
Dopo essere stato chiuso per una settimana, riapre l’azionario cinese, in giornata in calo trascina in negativo anche Hong Kong, sui timori che le strette sul credito da parte di Pechino non siano ancora giunte al termine.
Asia: indice Dow Jones Asian Titans della regione in rialzo dello 0,27%. Seul (+0,38%), Sydney (+0,92%), Hong Kong (-0,15%), Shanghai (-0,46%), Singapore (+0,77%).
In generale rialzo le principali commodities: Wti ($83,50, +0,63%), Brent (+105,92, +0,04%), oro (+1.653,1, +1,06%), argento ($31,715, +2,33%), rame ($3,297, +0,72%).
Nel valutario, moneta unica in ripresa. Euro contro il dollaro a $1,3483 (+0,65%), contro lo yen giapponese a ¥103,41 (+0,54%), contro il franco svizzero a CHF 1,2410 (+0,03%), contro la sterlina inglese a GBP 0,8630 (+0,23%). Dollaro/yen a ¥76,69 (-0,09%).
In forte rialzo i futures sull’indice S&P500, di 13,6 punti (+1,27%) a 1.169,7 punti. Rendimenti dei Treasury a 10 anni al 2,076%.
“Gli europei (i capi di stato) hanno parlato a lungo circa fare il possibile per risolvere la crisi del debito, ma ancora non abbiamo alcun dettaglio”, ha detto a Bloomberg Nader Naeimi, strategista per AMP Capital Investors Ltd. a Sydney. “In Cina la debolezza del mercato immobiliare, insieme alle aspettative per ulteriori strette monetarie, continuano a sollevare il pericolo di una brusca frenata”.