
Bangkok – Listini asiatici in calo. Tornano i timori sullo stato di salute della ripresa economica globale, dopo i segnali di debolezza giunti dall’attività manifatturiera in Europa e in Cina. A complicare il quadro, il forte rialzo del prezzo del petrolio. Il caso Grecia sembra destinato a complicarsi. Euro a $1,3259.
Diversi paesi, come fatto ieri da Taiwan, iniziano a rivedere al ribasso le loro stime sulla crescita economica per il 2012.
Secondo gli analisti il Premier della Cina, Wen Jiabao, sembra lanciare segnali che un minore inquinamento, diseguaglianza tra la popolazione e possibilità di instabilità finanziaria, superano di gran lunga i benefici di una forte crescita economica. Nel suo report al National People’s Congress il 5 marzo a Pechino, il Premier dovrebbe dunque indicare per una crescita inferiore all’8%. Le stime parlano di +7,5%.
Incertezza sulla possibilità di implementazione in Grecia delle misure viste nell’accordo, anche sulle attese di un rallentamento economico globale. Arriva ad amplificare il sentiment poi la nota di Fitch, che declassa il debito di Atene da “CCC” a “C”, dunque a un passo da insolvenza.
Bene l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo, che dopo aver superato l’importante livello di 9.500 nella giornata di ieri, oggi estende i rialzi ed è ormai prossimo a raggiungere quota 9.600. Listino stimolato dal continuo indebolimento dello yen nei confronti del dollaro americano. Deprezzamento che migliora l’outlook degli esportatori, andando ad aumentarne il vantaggio competitivo nei mercati internazionali.
Leggero deprezzamento per il dollaro australiano dopo l’ultimo tentativo del Primo ministro Julia Gillard di frenare le tensioni nel partito su chi sarà alla guida per le prossime elezioni nel 2013. Crescenti tensioni che mercoledì hanno portato alle dimissioni del ministro degli Esteri Kevin Rudd.
L’indice MSCI dell’area Asia registra ad ora +12% da inizio 2012, e potrebbe chiudere domani la decima settimana in rialzo, grazie al recente taglio dei requisiti di riserva in Cina e all’approvazione in Europa per un secondo pacchetto di aiuti alla Grecia.
Asia: indice Dow Jones Asian Titans in calo (-0,41%). Nikkei (+0,44% in chiusura), Seul (-1,03%), Sydney (-0,16%), Hong Kong (-0,83%), Shanghai (+0,05%), Singapore (-0,86%).
Commodities: Wti ($105,96, -0,30%), Brent ($122,79, -0,09%), oro ($1.775,10, +0,21%), argento ($34,31, +0,16%), rame ($3,8175, -0,42%).
Valutario: Euro contro il dollaro a $1,3259 (+0,11%), contro lo yen giapponese a ¥106,40 (+0,10%), contro il franco svizzero a CHF 1,2051 (-0,07%), contro la sterlina a GBP 0,8457 (+0,02%). Dollaro/yen a ¥80,22 (-0,01%).
Futures sull’indice S&P500 in calo di 1 punto (-0,07%) a 1.355,00. Rendimenti dei Treasury a 10 anni al 2,020%.
“Gli investitori sono scettici sul fatto che ci possa essere una nuova ripresa senza un nuovo ostacolo”, ha detto a Bloomberg Angus Gluskie, managing director di White Funds Management a Sydney. “Le misure di austerità in corso in Europa dovrebbero portare a un rallentamento della crescita”.