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BORSA & CASE, EQUAZIONE DIFFICILE

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*Financial Trend Analysis e’ una societa’ che opera nel settore dell’Analisi Tecnica. Le analisi di borsa qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) – Il dato relativo alla vendita di nuove case negli Usa a febbraio ha fatto registrare un vero e proprio crollo (-10,5% a 1,08 milioni di unità), il calo più forte da nove anni. Aumenta anche il numero degli alloggi invenduti, un fatto questo che se confermato in futuro dovrebbe riflettersi in una riduzione dei prezzi degli immobili, con effetti di raffreddamento sulla crescita dell’inflazione. Questa statistica ha sostanzialmente ribaltato quella relativa alle case esistenti, che aveva messo in mostra una crescita del 5,2 a febbraio.

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Un dato di questo tipo fa pendere, anche se solo marginalmente, la bilancia in favore di un deciso rallentamento della stretta monetaria che la banca centrale americana porta avanti da 20 mesi e che ha fatto salire i tassi all’attuale 4,75%. Il nuovo governatore della Federal Reserve, Bernanke, non si può permettere una ulteriore frenata del mercato immobiliare, lo scoppio di una bolla che rappresenterebbe un pericolo grave per la tenuta dei consumi Usa che, è bene ricordarlo, concorrono per due terzi alla formazione del prodotto interno lordo americano.

Gli statunitensi infatti, sostengono il proprio tenore di vita grazie al meccanismo del rifinanziamento dei mutui fondiari. In un contesto di questo tipo è la borsa ad avvantaggiarsi: fino a che non ci saranno indizi certi di uno scoppio della bolla immobiliare, sempre che compaiano, è la ritrovata fiducia nel fatto che probabilmente i tassi non saliranno al di sopra del 5%, almeno per l’anno in corso, a rendere positivi gli investitori.

Il modo più semplice per studiare graficamente con una buona approssimazione le prospettive per il mercato degli immobili è quello di rivolgere l’attenzione all’indice PHLX Housing Sector, un paniere quotato dal Philadelphia Stock Exchange, formato da 20 società le cui linee di business primarie sono associate con il mercato delle costruzioni di immobili negli Stati Uniti. Questo indice ha raggiunto il picco del rialzo dai minimi del marzo 2003 a fine luglio del 2005. Da allora le quotazioni hanno disegnato quella che potrebbe dimostrarsi anche una semplice fase laterale, una pausa quindi del precedente rialzo.

La media a 200 giorni è praticamente orizzontale, a conferma della neutralità del trend. La violazione della base del trading range, in area 225 punti, costituirebbe invece un grave segnale di fragilità della struttura rialzista, che rischierebbe in quel caso di lasciare spazio ad un ribasso significativo, di ampiezza almeno pari a quella del tranding range stesso (con un target quindi in area 150 circa), e della durata di 10/12 mesi almeno, ipotizzando una velocità del ribasso simile a quella adottata dai prezzi nella fase ascendente. Fino a che area 225 rimarrà intatta tuttavia l’ipotesi che si può fare intorno al mercato immobiliare è che i prezzi siano entrati in una semplice fase laterale volta a riequilibrare il tasso di crescita del trend rendendolo maggiormente sostenibile nel lungo termine (durante l’estate del 2005 la distanza tra i prezzi e la loro media a 200 sedute aveva raggiunto il valore massimo dal 2003).

Considerando la correlazione che lega il mercato immobiliare con quello azionario (rappresentato dallo S&P500), di segno positivo anche se non sempre elevata nel corso degli ultimi 2 anni, è facile immaginare che nell’ipotesi di una sostanziale tenuta dell’indice PHLX Housing per la borsa non vi sarebbero problemi nel proseguire la sua corsa al rialzo, mentre con il PHLX al di sotto dei 225 punti sarebbe difficile continuare a credere che il trend dei listini azionari continui a puntare al rialzo nonostante quella che in tale frangente si potrebbe definire l’esplosione della bolla immobiliare.

Al momento comunque le probabilità sembrano in favore di una fase di stabilità per i prezzi degli immobili, in attesa che il mercato metabolizzi i precedenti rialzi prima di riprendere a crescere, e quindi i segnali positivi registrati dai listini azionari nel corso delle ultime settimane, principalmente la rottura dei 1300 punti da parte dello S&P500 e dei 11000 per il Dow Jones Industrial, non dovrebbero rivelarsi della false indicazioni di rialzo.

Il comparto che ha dimostrato di sapersi avvantaggiare meglio delle rinnovate speranze di crescita dei listini è quello della tecnologia. L’indice Nasdaq composite sembra in grado si sfruttare la lunga fase laterale disegnata a partire dal top di inizio 2006, a 2332 punti, come una base per dare un seguito al rialzo visto dai minimi di aprile 2005. In caso di superamento di area 2330/40 il segnale inviato sarebbe rassicurante, e potrebbe fornire lo spunto per un rialzo verso i 2470/500 punti. In un contesto di questo tipo potrebbe essere interessante puntare su alcuni titoli tra quelli che compongono l’indice, per cercare di cavalcare il rialzo con un investimento diretto effettuato su strumenti che hanno la potenzialità di battere, se il loro trend futuro sarà simile a quello registrato negli ultimi mesi (e misurato con il metodo della regressione lineare).

I possibili “campioni” per il Nasdaq sono RESEARCH MOTION (RIMM), GARMIN LTD (GRMN), EXPEDITORS (EXPD), PIXAR (PIXR), COSTCO COMPANIES (COST) e CITRIX SYSTEMS (CTXS). Tra questi Expeditors, Garmin e Pixar hanno fatto tutti registrare un nuovo massimo storico nella prima parte del 2006. Costco potrebbe mettere alla prova il top assoluto dell’aprile 2000 a 60,50 dollari in tempi brevi, inviando oltre questa soglia un segnale di conferma del bel trend rialzista in atto dalla fine del 2002. Citrix appare più attardato nel confronto rispetto ai massimi del 2000, ma proprio recentemente ha superato il lato alto dell’ampia fase laterale disegnata nel periodo 2004/2005, azione riuscita anche a Research Motion che sembra puntare, ora che i massimi del 2005 a 84,50 circa sono alle spalle, verso il top del 2004 in area 124,50 dollari.

E per l’investitore che volesse rimanere in territorio domestico, pur volendo sottoscrivere la scommessa della tecnologia? La risposta è STM. Con il rialzo al di sopra di quota 14,85 STM ha infatti completato il piccolo testa spalle rialzista che si era disegnato a partire dal minimo di fine febbraio. Il target della figura, calcolato in base alla sua ampiezza, si pone a 15,70, quota praticamente coincidente con i 2/3 di ritracciamento del ribasso dal top di gennaio.

Il titolo ha saputo approfittare del test della media mobile a 200 sedute, lungamente testata a partire dal 22 febbraio, ed al di sotto della quale è stata lasciata un’ “isola”, cioè una piccola fase laterale preceduta e seguita da due gap, una figura catalogata come pattern di inversione nei manuali di analisi grafica. Il rimbalzo seguito al test della media potrebbe rappresentare quindi la ripresa del trend rialzista, a patto che i prezzi riescano nelle prossime sedute a riportarsi al di sopra di area 15,70.

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