Ebbene, poche volte un articolo su WSI ha provocato tante proteste omogenee e quasi nessuna presa di posizione a favore. In sostanza i fan dell’analisi tecnica hanno respinto l’assunto di Testa respingendolo senza mezzi termini al mittente. Non entriamo qui nel merito della questione (non e’ nostro compito) preferiamo per adesso pubblicare le prime email giunte in redazione, rimandandovi per completezza anche ai commenti a caldo dei post. Chiediamo poi a tutti di continuare a contribuire all’approfondimento del tema scrivendo e inviando la vostra opinione: sara’ utile a molti investitori, gestori, analisti, lettori e a tutti coloro che lavorano nel settore dell’analisi tecnica. Grazie.
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1) Luigi Polledri, promotore finanziario
Io non sono un analista tecnico per cui non ho in scienza titolo per commentare questo articolo, ma sono un appassionato di questa materia che mi supporta e mi guida nel mio lavoro pero’ alcune cose sento proprio di dirle:
1) da un sito come WallStreetItalia che consulto da anni mi aspetterei certo collaboratori meno romanzieri e piu’ tecnici e precisi. Nell’ articolo vi sono parecchi rilievi confusi e inesatti su quella che è l’essenza dell’analisi tecnica, su quelle che sono le diverse teorie che attengono allo studio delle dinamiche dei prezzi nei mercati finanziari.
L’autore dell’ articolo confonde non so a che titolo se superficialita’ o
altro una materia come l’analisi tecnica che pur non essendo scienza esatta pero’ ha dimostrato ampiamente di essere in grado di leggere l’evolversi dei prezzi, le loro tendenze, finanche le trappole in qui il mercato fa cadere anche i piu’ esperti… come lo leggono questi il mercato se non con gli strumenti dell analisi tecnica?
2) si evince che l’autore oltre a sostenere che l’analisi tecnica è fumo ha anche nel mirino chi in nome di queste conoscienze vende previsioni, da indicazioni su quali titoli comprare o vendere (eccetto la rubrica a pagamento Insider di questo sito ovviamente)(perche’?) ma anche qui commette un errore di metodo e sostanza perchè mette insieme protagonisti e contenuti in modo che neanche al bar verrebbe fatto in modo cosi’ raffazzonato e impreciso. Chi fa ricerca da’ il suo contributo, aggiunge puzzle di conoscenza a cio’ che si sa gia’, non confonde nessuno, e soprattutto non vende certezze… come altri fanno, piu’ commercianti pero’ che studiosi!
Fanno medicina i maghi che vendono pozioni? se vale questa equazione medici=maghi allora vale la tesi dell autore: analisti tecnici=venditori di illusioni.
3) Nel confronto a distanza Peracchi vs Prechter laddove lei vede una prova
della contradditorieta’ e inaffidabilita’ della materia, io vedo la sua ignoranza e inadeguatezza nel parlare con competenza di una materia che proprio perchè diffusa con questa superficialita’ lascia che gli squali impazzino e mercifichino sulle spalle di chi mette i soldi. Un sito come WallStreetItalia dovrebbe pubblicare articoli piu’ precisi sia nei contenuti che nei giudizi.
Grazie
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2) Fabrizio Azzaro, private banker
Non credo che l’analisi tecnica sia un metodo infallibile ma è solo un modo per interpretare una realtà come quella economica difficile da analizzare e prevedere. Secondo me trattasi di interpretazioni di dati piuttosto che di metodi per fare soldi. Per cui non vanno venduti come tali. D’altra parte anche gli analisti fondamentali non è che ci prendano molto e anche loro saranno pagati da qualcuno per le loro analisi!!
L’analisi tecnica è comunque un metodo per non perdere troppi soldi.
Saluti a tutti.
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3) Fausto Tenini, analista quantitativo
Plotti una media mobile a 200 giorni sull’S&P500, e segua i segnali. Vedrà che anche con il più stupido degli indicatori (se proprio non si ha fantasia) si batte nettamente la buy-and-hold. I trend esistono eccome, basta saperli interpretare, o semplicemente seguire senza avere la pretesa di conoscere il futuro.
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4) Claudio Ferro, impiegato
L’ articolo e le argomentazioni in esso contenute, denotano l’ assoluta mancanza di informazione sulla materia, oltre che una certa superficialità
nel parlarne.
Infatti, in presenza di un minimo di informazione, o per lo meno di un tentativo in tal senso, si sarebbe constatato (al contrario di quanto riportato) che l’ Analisi Tecnica non è “stregoneria”, tantomeno “assoluta
mancanza di scientificità”.
Anziché limitarmi ad argomentazioni generiche e fumose, al proposito riporto un semplice esempio (ce ne sarebbero tanti altri, ma ritengo inutile dispendio di energie dilungarmi oltre): si pensi che proprio l’analisi secondo le onde di Elliott (e si evidenzia il fatto che scrive con due “t”, forse questo è già indice di mancanza di informazione) fa uso della successione di Fibonacci.
Certo è che ogni teoria deve trovare la giusta applicazione e una corretta
modalità di lettura delle risposte: entrambi sono aspetti che maturano negli anni con lo studio, la passione e l’ esperienza, non certo con la superficialità e la disinformazione.
Saluti
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5) Giuseppe Cassalia
Egr. Testa,
credo che i suoi dubbi resteranno purtroppo non risolti per almeno 4 motivi:
a) Primo perchè l’analisi tecnica non è una scienza esatta ma solamente una disciplina che interpreta con strumenti grafici il comportamento dei prezzi a diversi orizzonti temporali.
b) Secondo dimentica che il mondo dei mercati finanziari come il mondo degli affari è il mondo della probabilità e non delle certezze. In una Azienda fare “un budget o un business-plan” significa tracciare una possibile strada. L’analisi tecnica aiuta proprio in questo.
c) Terzo. La maggiore efficacia dell’analisi tecnica si ha quando la si padroneggia. Ma questo, come ogni disciplina, richiede studio e applicazione (trading).
d) Quarto. L’analisi tecnica è personale. E’ uno degli strumenti per operare sui mercati. E’ lo strumento adatto a chi purtroppo non dispone di informazioni di “prima mano” o non può manovrare i mercati. Io personalmente credo più a quello che tramite ragionamento e studio mi dice un grafico fatto da me che piuttosto ai prezzi-target dichiarati dalle Società di Rating o fonti.
Infine un consiglio:
Abbia rispetto, in genere, per discipline di studio e per i loro studiosi.
Lei può criticare, a ragione, se qualcuno afferma che l’analisi tecnica è una materia scientifica. Ma non può permettersi critiche totali o parziali, nel merito (sulla validità) se non conosce a fondo la disciplina.
Corollario: i suoi dubbi non possono essere rivolti alle discipline di studio dei mercati finanziari, ma al metodo di formazione dei prezzi dei mercati finanziari stessi! Se vuol continuare a scrivere di mercati finanziari dovrà accettare il disagio della “probabilità”.
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6) Mr. X, Asset manager professionale
Mi pare che il vs nuovo collaboratore sia poco informato…
Dire che l’ AT è inaffidabile e non scientifica non portando dati a supporto della tesi ma solo opinioni personali mi pare abbastanza semplicistico.
Al giovanotto in questione consiglio ad esempio la lettura di una persona che sta dedicando la vita alla SCIENZA, il prof Andrew Lo del MIT di Boston.
Prima di scrivere ancora su questi temi confuti quanto pubblicato sul Journal of Finance già nel 2000 dal prof Lo.
“Foundations of Technical Analysis: Computational Algorithms, Statistical
Inference, and Empirical Implementation, with Harry Mamaysky and Jiang Wang, Journal of Finance 55(2000), 1705-1765.”
Ma questo è solo uno spunto tra i tanti non voglio perderci ulteriore tempo, visto che il vs collaboratore non sa neppure che esistono e sono collocati in Italia sicav e gestioni patrimoniali basati sull’ AT che funzionano. Senza contare che l’ Ing. Andrea Unger l’anno scorso ha vinto il campionato mondiale di trading con DENARO REALE utilizzando trading system.
Insomma capisco che questo articolo servirà a fare un po’ di pubblicità al signor Testa ma sinceramente trovo un po’ poco serio la pubblicazioni di scritti così poveri di contenuti.
Saluti
PS: Per motivi di policy aziendale preferisco concludere con queste annotazioni il mio intervento in materia e non rendere nota la mia identità.
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7)Mario Consiglio, analista tecnico
gentili signori, come dicevano gli antichi nel mezzo c’è la verità! ovverosia l’ analisi tecnica è una scienza statistico-probabilistica, per cui non è infallibile!
Anzi potremmo accostarla alla sociologia, perchè gli studi di analisi tecnica tentano di spiegare graficamente il comportamento delle masse. L’analisi tecnica non prevede il futuro ma bensi si limita ad analizzare oggettivamente quanto accade, seppur con margini di errore. La polemica è facilmente dipanabile se si riflettesse che oltre all’analisi tecnica è necessaria una branca vicina e collaterale alla stessa, ovvero il money management. Che sia la scimmietta a prendere decisioni di investimento o un analista, entrambi senza money management sarebbero perdenti!
Il money management impone il controllo del rischio, lo studio statistico dei successi e degli insuccessi, per cui mette da conto un certo numero di analisi e quindi di operazioni errate, ma anche la capacità di gestire quelle profittevoli in maniera tale da coprire le perdite subite. Per cui nessuna analisi di qualsivoglia natura senza money management sarà premiante nel lungo periodo. Per cui sarebbe ora di pensare agli investimenti non come se si fosse al casinò ma con regole di statistica ben definite.
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8) Luca Moro, promotore finanziario
BUONGIORNO. NON MI CAPACITO DI COME UN SITO FINANZIARIO DI SUCCESSO COME IL VOSTRO POSSA PUBBLICARE ARTICOLI QUALIFICABILI COME DELLE VERE E PROPRIE CASTRONERIE DA SOTTODOTATO.
L’ANALISI TECNICA E’ UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTA COME QUASI SCIENZA, IL
MOVIMENTO DEI PREZZI SI RIPETE NEL TEMPO PERCHE’ IL COMPORTAMENTO DEGLI
INVESTITORI E’ SEMPRE LO STESSO (QUESTE SONO LE BASI DELLA FINANZA
COMPORTAMENTALE).
SOLO UN CONSIGLIO: LICENZIATELO!
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9) Antonio Usai
In merito al dibattito “Borsa & analisi tecnica: chi è d’accordo che sia una bufala” vorrei dire brevemente la mia. Nei post si è giustamente scritto di tutto, sintomo di libertà di espressione, c’è chi è a favore e chi contro come in tutte le cose d’altronde. Ognuno difende il proprio orticello. Per esperienza personale di diverso tempo dedicato ad analizzare grafici, su diversi time frame, e book di contrattazione dei titoli del defunto SPMIB 40 posso candidamente affermare che:
– l’analisi tecnica, pur non essendo una scienza esatta, funziona in
maniera “scientifica”. Il mercato, non io, “sente”, molti e dico molti, livelli di prezzo identificabili in supporti, resistente, pivot, massimi, minimi, cifre tonde, aperture, chiusure, figure candlestick e potrei continuare. Questa è stata la mia esperienza vissuta sui book di contrattazione e sui grafici, non sui libri, non partecipando a pletore di corsi teorici. Anche io, quando ho iniziato a studiare la materia, avevo forti dubbi. Poi il mercato mi ha fatto capire tante cose; ovvio, la percentuale delle indicazioni che si possono ricavare dallo studio dei grafici o di particolari pattern, non è pari al 100%, ma è molto elevata.
– Poi chiedo, cosa è l’A.T.? E’ semplicemente la psicologia del mercato!!! Cioè la rappresentazione del rapporto di forza e/o debolezza tra compratori e venditori. Chiaro, non è una scienza esatta, ma i cultori dell’analisi fondamentale possono dire che la loro sia una scienza esatta?
Personalmente ritengo che l’A.T. se approcciata nel modo giusto, cioè senza preconcetti, sia uno straordinario strumento da utilizzare per poter capire la psicologia del mercato e quindi la sua direzione. Ovviamente, come dicevo sopra, non esiste una percentuale del 100%, ma se vedo che una particolare “candela”, un particolare livello di prezzo, viene “sentita/o” dal mercato con percentuali elevate, che faccio? Guardo e basta oppure ci metto i soldi?
Infine, la cosa che più mi ha colpito e che avevo sottovalutato durante l’unico corso che ho frequentato è che il “metodo di intervento sul mercato” è
importante, ma la cosa veramente essenziale è la “psicologia del trader e/o investitore”, cioè la fermezza, l’integrale applicazione del metodo stesso, soprattutto relativamente agli stop loss, senza se e senza ma.
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10) Davide Ghezzi, operaio
Voglio sperare che l’autore abbia fatto unicamente una provocazione al fine di discutere di aspetti comunque interessanti. Se così non fosse la cosa sarebbe grave… I prezzi delle zioni o di qualunque altro strumento finanziario non sono mossi da chissà quale forza della natura, ma dalle persone. E’ quindi normale che si verifichino movimenti di prezzo ciclici perchè al ripetersi di determinate situazioni l’uomo tende a comportarsi allo stesso modo.
Grazie.
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11) Roberto Romano, tecnico sportivo
Mi ha fatto piacere leggere questo articolo, che trovo pieno di buon senso. E’ veramente difficile non essere d’accordo con l’autore. Che magari non ha nemmeno scritto tutto quello che pensa su questo argomento per paura di esagerare ed essere ancora più a rischio di critiche.
Io personalmente sono convinto che ci sia anche qualcosa di molto più programmato dietro al “gioco” in borsa. Nel senso che non credo ci siano solo mani di uomini sapienti, ci sono soprattutto computer e algoritmi. Non mi meraviglierei se venissi a sapere che chi tira i fili della borsa Americana, abbia classificato i diversi comportamenti degli investitori per creare strumenti informatici che garantiscano un vantaggio per il banco. La borsa fa troppo spesso il contrario di quello che ci si aspetta. Le oscillazioni di prezzo sono troppo geniali.
Spero di poter leggere presto un altro articolo di Luigi Testa su questo tema.
Cordialmente.
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