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BORSA: WALL STREET BLOCCATA DA PETROLIO E KATRINA

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La seduta di borsa di Wall Street si e’ chiusa con gli indici negativi. A determinare l’andamento dei listini e’ ancora una volta il rialzo dei prezzi energetici e i molti dubbi sull’impatto economico che l’uragano Katrina avra’ sulla crescita del Paese. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.21% a 10.459, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.19% a 2.147. Leggermente positivo (+0.10%) l’S&P500 che ha chiuso a quota 1.221.

Secondo Peter Morici, professore della Business School all’Universita’ del Maryland, il passaggio dell’uragano potrebbe ridurre la crescita economica di almeno lo 0.5% nel terzo trimestre e dell’1% nel quarto. Sulle previsioni di tale rallentamento economico, non sono mancati i commenti di alcuni analisti, che hanno avanzato l’ipotesi di uno stop temporaneo della politica rialzista sui tassi d’interesse attuata dalla Fed.

Intanto continua la corsa del petrolio, oggi in rialzo sulle preoccupazioni relative alla quantita’ di output, a causa dei danni arrecati agli impianti di raffinazione dall’uragano Katrina. Il contratto future con scadenza ottobre ha chiuso in progresso di 53 centesimi a quota $69.47 al barile.

L’agenzia d’informazione Reuters ha riportato che alcune delle raffinerie che sono state colpite dalla tempesta, riprenderanno la normale attivita’ entro una o al massimo due settimane. Per altre, invece, le operazioni di lavorazione potrebbero ricominciare tra diversi mesi.

A gravare sui mercati sono stati anche i deludenti dati economici comunicati in giornata. Nel mese di luglio le spese al consumo negli Stati uniti sono salite dell’1%, in misura maggiore rispetto al reddito personale (+0.3%). Le attese degli analisti erano per un incremento rispettivamente dell’1% e dello 0.5%. E’ la seconda volta negli ultimi 46 anni che si verifica un fatto del genere: il tasso di risparmio e’ sceso ai minimi storici di –0.6%.

Il Dipartimento del Lavoro ha poi comunicato che nella settimana che si e’ conclusa il 27 agosto, le nuove richieste di assistenza sono aumentate di 3000 unita’ a quota 320.000. Il dato si e’ rivelato leggermente peggiore delle attese del mercato. Gli economisti si aspettavano in media un valore di 315.000.

Per quanto riguarda il comparto immobiliare, a luglio la spesa per le costruzioni negli Stati Uniti non e’ variata rispetto al mese precedente attestandosi ad un valore annualizzato di $1.099 miliardi. Il dato si e’ rivelato inferiore alle attese degli analisti che prevedevano in media un aumento dello 0.5%. E’ risultato inferiore alle previsioni anche il dato sill’indice ISM manifatturiero che ad agosto e’ sceso a quota 53.6 punti contro un consensus di 57.

Passando alla cronaca societaria, risalta il calo del colosso dell’auto General Motors. Il gruppo continua a scontare il nuovo piano di ristrutturazione e il mancato raggiungimento di un accordo con i sindacati sulla riduzione dei salari. Per non parlare dei risultati di bilancio affetti dall’aumento dei costi e dall’abbassamento della produzione. L’ultima notizia relativa al pesante calo delle vendite nel mese di agosto (-16%) non ha poi di certo giovato sul titolo che ha ceduto oltre il 3%.

Le altre blue chip che hanno riportato marcati ribassi sono state McDonald’s, Intel, Boeing e Walt Disney. Bene, invece, Caterpillar, in rialzo per la quarta sessione consecutiva sulle necessita’ di ricostruzione delle zone devastate dall’uragano Katrina, Home Depot, Alcoa ed Exxon Mobil, quest’ultima forte degli elevati prezzi del petrolio e del carburante.

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Tra gli altri titoli, sotto i riflettori il gruppo farmaceutico Chiron dopo che Novartis ha avanzato un’offerta di $4.5 miliardi per l’acquisto delle restanti azioni dell’azienda. Il titolo ha chiuso la seduta in rialzo del 18% circa.

Sugli altri mercati, l’euro e’ in rialzo sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2487. In netto rialzo l’oro. Il future con scadenza dicembre ha guadagnato $8.40 a quota $446.50 all’oncia. In lieve calo, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.03% dal 4.01% di mercoledi’, dopo che era sceso sotto il 4% nell’arco della mattinata.




BORSA: NY DEBOLE CON DATI MACROECONOMICI, BENE ENERGIA


1 Settembre 2005 23:09 NEW YORK (ANSA) – Wall Street procede incerta,accusando il colpo di nuovi dati congiunturali negativi dopoquelli di ieri, ma l’indice S&P 500 conferma anche nel finale ilrialzo grazie ai titoli energetici e petroliferi sulla spintadel caro-greggio e dell’emergenza creata dall’uragano Katrinache fa temere per la continuità dei rifornimenti di benzina. Così, il Dow Jones cede lo 0,21% a 10.459,63 punti, ilNasdaq scivola a quota 2.147,90 (-0,19%), mentre lo Standard &Poor’s 500 sale dello 0,10% a 1.221,59 punti.

L’avvio della piazza finanziaria Usa di tono negativo seguela conferma della frenata del settore manifatturiero – dopo ladoccia fredda giunta ieri con il crollo dell’indice PmiChicago – arrivata oggi dall’Ism manifatturiero,inaspettatamente sceso ad agosto. Inoltre, il dato sulla spesapersonale, risultata in aumento a luglio dell’1%, evidenziaanche una discesa ai record negativi del risparmio degliamericani, con redditi risultati leggermente in calo, mentre iprezzi, soprattutto quelli della benzina, sono saliti a livellida capogiro. Il caro-petrolio ha anche conseguenze positive, ovvero ilpieno di profitti assicurato alle compagnie del settore, acominciare da quelle raffinerie che non hanno risentito delledevastazioni provocate da Katrina.

Anche oggi Sunoco, la numerouno del comparto nel Nord-Est degli Usa, brilla e segna un balzodel 7,35% (a 78,04 dollari). A gonfie vele Frontier, societàattiva nel Kansas e nel Wyoming, che avanza del 12,41% (a 41,20dollari). I due gruppi hanno messo a segno nella settimana unrialzo del 24%. Bene anche Valero Energy (+2,82% a 109,50dollari). Proprio i guadagni assicurati dalle raffinerie e dallemajor petrolifere quali ConocoPhillips (+11% nella settimana, +4,64% a 69 dollari soltanto oggi) hanno dato sostegno in questigiorni alla Borsa Usa nonostante Katrina e i suoi pesanticontraccolpi: nella settimana lo S&P 500 ha messo a segno unprogresso dell’1,8%.

Procede negativo il comparto retail malgrado abbia mediamenteriportato dati più che soddisfacenti dalle vendite nel mese diagosto. Wal-Mart, che ha comunicato vendite in aumento del 3,3%ma di poco inferiori alle attese degli analisti, riesce ainvertire la rotta nel finale fermandosi a 45 dollari (+0,09%). Target, che ha messo a segno un balzo delle vendite del 6,2%,perde l’1,8% (a 52,78 dollari). Pesante tonfo per Freddie Mac,il colosso del comparto dei finanziamenti ipotecari partecipatadal Governo che si sta riprendendo dagli effetti di uno scandalorelativo a bilanci truccati. Il titolo cede il 3,99% (a 57,97dollari), dopo aver dichiarato un crollo degli utili nel primosemestre del 60%, a 1,64 miliardi di dollari, superiore alleattese degli analisti.

Perde quota anche la sua maggior rivale,Fannie Mae, che cede il 2,86% (a 49,58 dollari). Male General Motors e Ford in attesa dei dati sulle venditedi agosto, risultati in calo: Gm risulta la maglia nera del DowJones perdendo il 3,57% (a 32,97 dollari), Ford da parte suacede il 2,41% (a 9,73 dollari). Sorride invece la farmaceutica Chiron, che risulta il migliortitolo dello S&P 500, con un guadagno del 17,81% (a 42,93dollari), dopo che l’azionista di maggioranza, la svizzeraNovartis, ha avanzato un’offerta per acquisirne il controllototale.