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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato a breve termine sono calati, con il tasso a due anni sceso sotto il 2,55% ai minimi degli ultimi tre anni. A guidare l’andamento dei tassi a breve termine è stato l’annuncio di lunedì di un possibile taglio dei tassi da parte della Bce nella riunione del 6 novembre. Stabili i tassi decennali. Il differenziale sul 2-10 anni è salito da 116 a 120pb.
Nel frattempo aumentano le tensioni sui paesi periferici. Il differenziale sul decennale Italia-Germania ieri è salito a 100 pb, raggiungendo il massimo dalla partenza dell’Euro nel 1999. In rialzo anche il differenziale con la Grecia, salito a 124 pb. Segnaliamo che l’Ungheria ha ricevuto finanziamenti per un totale di 25,1Mld$ da parte del Fmi (15,7Mld$), dell’Unione europea (8,1Mld$) e della Banca Mondiale (1,3Mld$). Si tratta del maggiore intervento di salvataggio internazionale dall’inizio della crisi e del primo a favore di un paese appartenente all’Unione europea. In precedenza il Fmi aveva approvato programmi per 2,1Mld$ a favore dell’Islanda e 16,5Mld$ per l’Ucraina.
Rallentano invece le tensioni sul monetario con il tasso Euribor tre mesi in calo al 4,86%. Oggi l’attenzione dei mercati sarà focalizzata sui dati relativi ai prezzi al consumo tedeschi e soprattutto sulla riunione della Fed. Sul decennale il supporto si colloca a 3,68% e la resistenza a 3,85%.
Negli Usa tassi di mercato in rialzo sulla scia del fortissimo rialzo dei listini azionari di oltre il 10%. I fattori che hanno determinato quest’ultimo movimento, alla vigilia della scadenza elettorale della prossima settimana, sono molteplici: 1) l’attesa per la riunione della Fed di oggi, con la collegata aspettativa di un taglio dei tassi da 50pb; 2) la ripresa del mercato delle commercial paper dopo l’inizio lunedì della operatività della Fed come controparte diretta.
Il volume totale delle emissioni è stato infatti pari a 67Mld$, a fronte di una media intorno ai 7Mld$ della scorsa settimana. Come corollario a tali considerazioni indichiamo anche la presa d’atto da parte degli operatori di bassi livelli di valutazione dei titoli, stando almeno alle attuali previsioni di utili che nel caso dell’indice S&P500 proiettano un rapporto prezzo/utili a circa 11, il livello minimo dal 1985.
Indichiamo tale elemento come corollario in quanto già da diversi giorni il livello del p/e si collocava sui valori indicati. Da un punto di vista tecnico l’indice S&P sta provando a consolidare i minimi relativi in area 850. In tale contesto sono passati in secondo piano i negativi dati macro segnalanti un nuovo minimo storico della fiducia dei consumatori ad ottobre, oltre ad una continuazione del calo dei prezzi immobiliari ad agosto.
E’ probabile che nei prossimi giorni il tentativo di consolidare l’area 850 dell’indice S&P500 prosegua, con movimenti che potrebbero ancora essere piuttosto ampi in termini di variazioni percentuali, a prescindere dal segno. Sul fronte obbligazionario è stata ben accolta l’asta da 34Mld$ sul segmento biennale, con una notevole quota di sottoscrizione (42%) da parte delle banche centrali estere. Per oggi continuiamo ad indicare l’area 3,85-3,90% come livello di resistenza sul tasso decennale.
Valute: Dollaro in sensibile deprezzamento verso Euro, invertendo il movimento dei giorni scorsi sulla scia dei forti cali dei listini azionari. Per oggi le oscillazioni del cross potrebbero essere ancora piuttosto ampie all’interno del range 1,2570-1,2890, con possibilità di arrivare a toccare o superare la parte alta del range nel caso in cui la Fed procedesse ad un taglio superiore agli attesi 50pb.
Il forte rialzo dei listini Usa e giapponese ha provocato un rapido deprezzamento dello Yen, anche se parte del movimento è rientrato nel corso della notte. Verso Dollaro il cross si è spinto fino a 99,70, nuovo livello odierno di resistenza. I supporti si collocano a 95,80 e 94,30. Verso Euro il cross si è spinto fino alla resistenza 127,35 per poi ritracciare intorno area 123. Intanto aumentano le voci di un possibile taglio dei tassi da 25pb in Giappone nella riunione del 31 ottobre. Visto l’attuale livello dei tassi già molto basso (0,50%) il taglio non avrebbe probabilmente nessun effetto reale sull’economia ma dovrebbe essere interpretato come un gesto simbolico che dimostra l’intenzione di collaborare con le altre principali banche centrali nel contrastare la crisi finanziaria.
Materie Prime: il greggio Wti torna in prossimità dei 65$/barile favorito dai forti rialzi delle borse e dall’annuncio dell’Opec di una possibile nuova riunione prima di dicembre nel caso di ulteriore calo dei prezzi. Attesi oggi i dati sulle scorte Usa. In forte rialzo i metalli industriali guidati dal piombo (+13,7%). Male i preziosi in modo particolare l’argento (-4,4%). Negativi gli agricoli guidati dal ribasso del grano (-2,9%) su segnali di condizioni del raccolto migliori rispetto l’anno scorso.
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