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BORSA USA:
E’ ARRIVATO LO SCROLLONE ANNUNCIATO

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Quattro anni fa, proprio il 10 marzo del 2000, il Nasdaq volava al record storico assoluto, superando i 5.048 punti. Invece al termine degli scambi della seduta di martedi’, l’indice Dow Jones Industrial Average ha subito uno scrollone di 160.07 punti, cioe’ 1.53%, a 10296.89 e il Nasdaq Composite e’ caduto di 31.01 punti (-1.55%), a 1964.15. Ambedue gli indici hanno chiuso ai minimi da meta’ dicembre 2003. Lo S&P 500 ha perso 16.68 punti, cioe’ 1.46%, a 1123.90, il minimo dal 6 gennaio.

Il calo si e’ consumato con volumi crescenti. Il volume al New York Stock Exchange ha toccato quasi 1.7 miliardi di azioni scambiate, mentre sul Nasdaq sono passate di mano ben 2.2 miliardi di azioni. Pessimi i fondamentali del mercato: i titoli in calo hanno superato quelli in crescita per 7 a 2, su tutte e due le grandi borse americane.

Nonostante il selloff sull’azionario, i bonds hanno retto bene, finendo la sessione assolutamente invariati in termini di prezzo, dopo una sfilza di sessioni di forsennato rialzo. Il titolo del Tesoro Usa a 10 anni ha chiuso con un rendimento del 3.72%.

Sul fronte macro, da registrare il dato sul disavanzo commerciale a gennaio giunto alla soglia dei 43,1 miliardi di dollari (vedi articoli precedenti). Ha influito sul ribasso anche il timore per la sostenibilita’ della ripresa economica degli Stati Uniti, che di fatto non crea occupazione (alla luce dell’ultimo rapporto di venerdi’ scorso) e anche per le stime per gli utili aziendali 2004 delle aziende S&P 500; secondo Thomson Financial dovrebbero crescere appena del 13% rispetto al 18,4% riportato nel 2003.

Secondo operatori e trader, se fino a ieri si era assistito alla classica rotazione da un settore all’altro del mercato, martedi’ molti fondi e money manager hanno preferito semplicemente vendere e mettersi in cash. Nelle sale trading di alcune case di brokeraggio di New York si pensa che il mercato debba correggere di un ulteriore 5%, sempre nell’ambito del rialzo, quindi la correzione potrebbe ad un certo punto creare opportunita’ di riacquisto (per i dettagli vedi Target News, riservato agli abbonati a INSIDER).

Soltanto tre dei 30 titoli del Dow Jones sono stati in grado di chiudere in positivo: Procter & Gamble (PG) che ha annunciato risultati migliori delle stime e uno split 2 per 1, McDonald’s (MCD) e Altria (MO).

Tra gli altri titoli, male sono andati i farmaceutici Pfizer (-2,4%) e Merck (-2,3%), oltre ai finanziari Jp Morgan e Citigroup, in calo rispettivamente dell’1% e dell’1,2%. Con il segno meno anche le case automobilistiche Ford (-2,5%) e General Motors (-1,5%), quest’ultima colpita dalla possibilità che i costi sanitari per dipendenti e ex dipendenti si attesti intorno ai 60 miliardi di dollari.

Male anche la compagnia energetica El Paso scesa del 2,5% dopo avere reso nota la necessità di rivedere gli utili e far slittare la presentazione dei conti trimestrali prevista domani. Tra i big del Nasdaq, Intel (INTC) e’ scesa del 2.2%, Microsoft (MSFT) ha perso l’1.2%, Siebel (SEBL) ha perso il 3% e Xilinx (XLNX) il 3.6%.