Tokyo – Il rialzo è durato appena il tempo di un giorno. Dopo il rally di ieri, l’indice Nikkei 225 Stock Average è tornato a scendere per la terza volta questa settimana, mettendo pressione anche le altre borse asiatiche. La chiusura non è stata eccessivamente drammatica, in quanto il listino ha limitato le perdite nel finale con un calo dell’1,44%, comunque sotto la soglia dei 9.000 punti.
Ma è anche vero che durante le contrattazioni, il Nikkei 225 è arrivato a cedere fino al 4,7% del suo valore, con gli investitori che hanno continuato a guardare all’aumento dei rischi di fughe radioattive dei reattori dell’impianto nucleare di Fukushima.
Sul fronte valutario, lo yen è arrivato a toccare i massimi dal dopoguerra sul dollaro, con il rapporto di cambio usd/yen sceso fino a 77,16 (ora il dollaro torna sopra quota 79) beneficiando dell’avversione alla propensione al rischio e del carry trade. Allo stesso tempo il costo per proteggersi contro il rischio default del Giappone è balzato al massimo degli ultimi nove mesi.
“Gli investitori stanno tentando sempre di più di proteggere i propri asset riducendo il rischio – ha confermato da Tokyo Mitsushige Akino, di Ichiyoshi Investment Management Co – Non sappiamo cosa accadrà alla centrale nucleare e le dichiarazioni del governo stanno perdendo credibilità”.
Ma l’apprezzamento dello yen, proprio in questo momento, è l’ultima cosa che il Giappone vuole: il governo desidera infatti puntare sulla debolezza della valuta proprio per sostenere il rialzo delle esportazioni e aiutare così l’economia. Dal Giappone sono arrivate così critiche secondo cui sul valutario ci sarebbero state diverse speculazioni sul rimpatrio dei capitali, che avrebbero portato al rialzo dello yen.
Nella giornata di oggi, tra i titoli quotati sul Giappone, Sony ha ceduto il 4%. Il Nikkei ieri era riuscito a salire del 5,7%, dopo aver ceduto il 16% nelle due sessioni precedenti. Tra le altre borse asiatiche, Hong Kong ha perso oggi il 2%, Singapore lo 0,97% e Shnaghai l’1,14%.