Dopo la crisi finanziaria globale qualcosa sembra semplificarsi sempre di piu’: il rapporto tra il mercato del lavoro ed il corso dei listini azionari. La relazione sembra essere direttamente proporzionale: in sostanza se il primo cresce, i secondi fanno altrettanto.
Una ricerca targata Royal Bank of Scotland (Rbs) dimostra come, sin dalla fine della seconda guerra mondiale, la ripresa dell’occupazione abbia comportato un guadagno medio del 58% per l’S&P 500 nell’arco di quattro anni.
Alan Ruskin, capo strategist a livello internazionale per Rbs, fa notare che l’impatto della recente crisi e delle flessioni dei listini e’ stato di gran lunga maggiore di quanto si e’ esperito negli ultimi 70 anni. Il calo pari al 57% registrato dal principlae benchmark di Wall Street tra il 2007 e il 2009 e’ stato il piu’ ampio dal Dopoguerra. Il bel rimbalzo del 75% dai minimi del marzo 2009 e’ stato il piu’ grande mai registrato.
“La storia dimostra che quando la ripresa ciclica arriva finalmente ad un punto in cui e’ supportata anche da quella occupazionale, non e’ il momento di stare strategicamente alla larga dai rischi che comporta il rally azionario”, ha detto. In pratica, conviene puntare sull’azionario senza pensarci su’ troppo.
Alcuni economisti stimano che il Dipartimento del Lavoro venerdi’ annuncera’ una creazione di 200 mila posti a marzo. Se la previsione fosse vera, si tratterebbe del maggior incremento dall’inizio della crisi.
Per capire la correlazione mercato del lavoro-azionario basta vedere cosa e’ accaduto questa settimana. Mercoledi’ e’ emerso che il settore privato a marzo ha perso 23000 posti di lavoro, un dato deludente che ha tinto di rosso la seduta. Giovedi’ il calo delle richieste di sussidi di disoccupazione ha contribuito a sostenere le quotazioni. Se da un lato le stime ADP avrebbero potuto frenare le aspettative per il rapporto occupazionale, dall’altro l’ultimo dato ha compensato il pessimismo del giorno prima.
Prezzare in anticipo determinati eventi fa parte del gioco. Ma una domanda sorge spontanea: nel massiccio rally (+75%) messo a segno nell’ultimo anno e’ gia’ inclusa, e se si di quanto, una ripresa dei livelli occupazionali? La risposta e’ quanto mai difficile da fornire, considerati i dubbi su una reale ripresa economica e delle assunzioni.
Molti osservatori hanno sottolineato che la crescita di posti di lavoro nei mesi di marzo, aprile e maggio sara’ pesantemente condizionata dalle assunzioni di lavoratori temporanei chiamati per condurre il censimento 2010 della popolazione americana.
Per Jack Ablin, direttore finanziario di Harris Private Bank, c’e’ un vantaggio nell’aver registrato il rally sull’azionario prima di un ritorno a livelli occupazionali pre-crisi. “Quando i manager vedono salire i prezzi delle azioni presenti nel loro portafoglio, si sentono piu’ propensi ad assumere personale”.
Harris Private Bank si aspetta “numeri davvero solidi” dal rapporto di venerdi’, e che potrebbero spingere il tasso di disoccupazione al 9% (dal 9.7%). Ablin pero’ avverte: “se alla fine dell’anno il dato sara’ sotto le aspettaive, ci potrebbere essere una violenta correzione”.
In tutto cio’, gli strategist si dicono preoccupati dell’ingente deficit governativo, mentre gli investitori iniziano a mostrare segni di inquietudine riguardo al mercato obbligazionario. Fattore che si evince dal rialzo dei rendimenti e di una crescente probabilita’ di rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed.