
Milano – In preda alla volatilità per gran parte della giornata, la Borsa di Milano rivela nel finale tutta la sua incertezza, con il Ftse Mib che azzera nuovamente i guadagni rivelando una performance pressocché piatta.
Il Ftse Mib è stato preda di forti oscillazioni dopo i risultati dell’ asta, che ha avuto per oggetto titoli di stato con scadenza nel 2014, nel 2020 e nel 2022.
A fronte del balzo dei rendimenti – quelli decennali sono saliti al 7,56%, ovvero al massimo dall’introduzione dell’euro, mentre quelli a tre anni sono volati al record dal 1997, al 7,89% – la domanda si è confermata in rialzo rispetto a quella delle aste precedenti, come dimostrano i bid to cover.
Sul fronte secondario, la tensione sui titoli di stato italiani si è allentata, con lo spread Italia-Germania a 484 punti base sul decennale; i rendimenti dei bond decennali sono rimasti pressoche’ invariati al 7,177%, lontani dai massimi della mattinata. Il prezzo del benchmark con scadenza 2021 si e’ attestato a 83,768 (+0,033).
Si è ristretto anche il differenziale dei titoli a due anni, in calo a 664 punti base; in questo caso i rendimenti dei bond a due anni sono scesi al 7,08%. Tuttavia, non va dimenticato, che i livelli rimangono ancora molto elevati.
Secondo gli ultimi calcoli (vedi foto tabella) l’effetto dell’intervento Bce nel secondario (la banca di Francoforte sta acquistando Btp ormai da mesi), si puo’ quantificare in 180 punti base circa. Se non fosse per queste operazioni, lo spread sarebbe dunque sopra 650 punti al momento.
Borse europee anch’esse volatili ma positive, con Londra che chiude in progresso dello +0,37%, Francoforte dello 0,81%, Parigi dello 0,36%.
Tra i market mover della giornata di oggi anche le riunioni sia dell’Eurogruppo che dell’Ecofin, volte a proporre nuove soluzioni per la crisi europea e ad affrontare la questione del potenziamento del Fondo salva-stati. A tal proposito, gli sforzi volti a potenziare il valore del Fondo a 1 trilione di euro sembrano risultare vani, tanto da portare i mercati a riconsiderare il ruolo della Bce.
Attesa anche per il rapporto europeo sul piano che prevede la riduzione del debito presentato dall’Italia. Urgono misure per risolvere l’annoso problema dei debiti sovrani. El-Erian, per esempio, amministratore delegato di Pimco, ha chiaramente detto di stare lontani da Italia e Grecia.
La sessione è iniziata con una carrellata di cattive notizie in arrivo dalle agenzie di rating. Fitch ha ridotto infatti l’outlook sul rating del debito Usa a “negativo”; si è fatta sentire anche S&P , che lancia un chiaro avvertimento contro la Francia. Moody’s guarda a 87 istituti dell’Eurozona, di cui 17 italiani. Tra i grandi nomi, spunta quello di Unicredit.
Tornando al Ftse Mib i bancari sono rimasti contrastati, con Unicredit -0,99%, Ubi Banca +0,35%, MPS -1,89%, Banco Popolare +0,31%, Intesa SanPaolo +0,43% e BPM -0,85%. Tra gli altri titoli Fiat -0,60% e Fiat Industrial -1,74%. Giù anche Fondiaria-Sai -2,61% e Mediobanca -2,28%. Maggiori rialzi per Tenaris +2,68% e Azimut +3,67%.
Sul fronte valutario, l’euro ha abbandonato la soglia a quota $1,34 riagguantata dopo l’asta riportando un rialzo dello 0,15% nei confronti del dollaro a quota $1,3333, mentre contro il franco svizzero è rimasto piatto a CHF 1,2281. La moneta unica ha perso contro lo yen lo 0,11% a JPY 103,79.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono tornati a salire sulla scia delle tensioni geopolitiche che hanno visto protagonista l’Iran ma hanno poi rallentato il passo, seppur lievemente, salendo dell’1% circa a $99,17 al barile; in calo dello 0,01% le quotazioni dell’oro a $1,714,30 l’oncia.