Economia

Borsa Milano vittima dello spread, emorragia riserve Cina spaventa il mondo

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Azionario globale cauto: gli investitori di tutto il mondo attendono ulteriori dettagli sulle manovre di politica fiscale espansiva che l’amministrazione Trump si appresterebbe a varare. Allo stesso tempo, i dati macro indicano come il ritmo di crescita dell’inflazione sia diverso tra le economie dei paesi avanzati.

L’indice di riferimento dell’azionario globale, MSCI All-World Country Index, viaggia a un valore di poco inferiore -appena -2% – rispetto al record testato nel 2015. Preoccupazioni in Cina, per il crollo delle riserve in valuta estera, che a gennaio, per la prima volta in quasi sei anni, sono scese sotto la soglia di $3 trilioni, a dispetto dei controlli sui capitali lanciati dalle autorità. Diversi analisti lanciano un allarme sulla velocità a cui la Cina sta assistendo alla distruzione delle munizioni necessarie per difendere la propria valuta e temono che il tonfo delle riserve potrebbe portare Pechino a svalutare lo yuan, la propria moneta. Nell’intero 2016, lo yuan è sceso -6,6% nei confronti del dollaro, soffrendo la flessione peggiore, su base annua, dal 1994.

Così a Bloomberg Alan Richardson, investment manager presso Samsung Asset Management, a Hong Kong:

“E’ probabile che il mercato continui a muoversi lateralmente fino a quando non ci sarà maggior chiarezza sulle politiche di Donald Trump. Il margine di rialzo dei prezzi del petrolio è frenato dai rischi provenienti dal lato dell’offerta, ed è improbabile assistere a forti utili nel settore energetico”.

Ma tra i dossier aperti sui mercati ci sono nuovamente i problemi europei: la prospettiva di uno scenario Grexit torna di nuovo concreta; lo spread Italia-Germania a 10 anni testa il nuovo record dal 2014. Banche europee sotto attacco, con l’indice di riferimento in Europa che riporta la flessione più sostenuta dallo scorso novembre, cedendo fino a -3%.

Piazza Affari, particolarmente vulnerabile in quanto diretta interessata dell’impennata dello spread, a sua volta ostaggio dell’elevato debito pubblico italiano – accelera al ribasso scivolando fino a cedere -1% circa. I sell si abbattono soprattutto su Banca Mediolanum, Tenaris, Yoox-Net-A-Porter, ma anche sulle banche, con le big Intesa SanPaolo e UniCredit in rosso.

Attenzione anche alla performance del titolo Azimut Holding: partito oggi infatti il piano di buyback sul 13% del capitale della società.

Sul forex, l’euro rimane sotto pressione, ma mostra anche un andamento molto volatile, scontando i timori sull’esito delle elezioni che si terranno in diversi paesi nel 2017; yen in rialzo dopo che la Bank of Japan ha acquistato bond con scadenza tra 5 e 10 anni; gli investitori, nonostante gli acquisti, manifestano dubbi sulla durata del piano massiccio di Quantitative-easing lanciato dal governatore Haruhiko Kuroda. Il Nikkei della borsa di Tokyo chiude in territorio positivo.

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