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Borsa Milano: si arrampica sul finale, spread a 330

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Milano – In una seduta dominata al nervosismo, Piazza Affari e’ riuscita a spuntarla con uno strappo sul finale. Gli operatori di borsa hanno provato a dimenticare in fretta il forte selloff di ieri che ha spinto i mercati europei ai minimi di sei settimane, ma hanno fatto fatica a rispingere in rialzo il mercato, incontrando sulla loro strada resistenze tecniche importanti.

La borsa di Milano ha arichiviato un timido guadagno di meno di mezzo punto percentuale, dopo tre sedute in rosso e all’indomani dello scivolone che ha ridotto del 3,3% del valore del listino milanese. A tenere momentaneamente “artificialmente” a galla le borse e’ stata l’intesa raggiunta dall’Eurogruppo sul potenziamento del muro di fuoco di protezione dell’area euro a oltre 800 miliardi di euro.

Milano riesce sul finale a vincere il nervosismo dovuto al ko tecnico subito ieri: il tonfo della vigilia ha visto protagonista in negativo i bancari (MPS è arrivata a perdere quasi il 10% dopo la comunicazione dei conti) e ha fatto scivolare il paniere Ftse Mib sotto la soglia dei 16.000 punti.

A monte del calo, che ha causato la rottura della media mobile a 50 giorni per la prima volta dal 16 gennaio ed e’ stato il piu’ accentuato delle ultime tre sedute (tutte chiuse in rosso), e’ stato il tracollo di banche italiane e spagnole. Per gli istituti di credito italiani si e’ trattata della peggiore giornata negli ultimi tre mesi. I Sell hanno riportato indietro le lancette dell’orologio a meta’ gennaio.

Nonostante il tentativo di riscatto odierno la maggior parte delle banche italiane resta in calo del 9-11% nel mese di marzo, una percentuale che pero’ non e’ nulla in confronto a quella persa da Monte dei Paschi: il gruppo senese ha lasciato sul campo un quarto del suo valore. Il tutto mentre i rendimenti del debito sovrano sono tornati a crescere un’altra volta (per uno strano gioco del destino proprio il giorno dopo che Monti ha annunciato il superamento della crisi).

Ieri i prezzi dei Btp a dieci anni sono scesi sotto i minimi di venerdi’ scorso (quando la Bce e’ intervenuta per l’ennesima volta con le sue iniezioni di liquidita’) e il rendimento e’ tornato sopra il 5,2%. I rendimenti spagnoli sono arrivati ai massimi di tre mesi.

La seduta e’ caratterizzata dall’elevata volatilita’ anche oggi: l’indice italiano segna un progresso dello 0,45% dopo aver oscillato tra i ribassi e i rialzi e aver ribucato la soglia dei 16.000 punti riconquistata nella tarda mattinata. Il Ftse Mib si attesta a 15.980 punti.

A livello settoriale, banche favorite dalla ricoperture. Sul valutario, la moneta unica e’ in rafforzamento sul dollaro. Sul mercato dei titoli di stati, dopo il balzo di ieri lo spread Btp-Bund scende del 3% sotto i 330 punti base, a fronte di un rendimento sui BTP decennali in flessione -1,02% al 5,15%.

Meglio le altre piazze finanziarie: Londra +0,58%, Francoforte +0,86%, Parigi +1,17% e l’indice Eurostoxx 50 +0,87%. Da segnalare che ieri la forte ondata di sell off ha portato l’indice di riferimento europeo a perdere l’1,3%, al ritmo piĂą sostenuto in tre settimane.

Mps, dopo aver perso fino a -5% ieri ed essere stata sospesa per eccesso di ribasso, torna a salire ma con un moderato +0,5% circa: molto forti gli scambi. Arriva intanto un giudizio sul titolo, con Kepler che ha lasciato invariato il proprio giudizio a “hold”: invariato anche il target price, a zero euro. Equita ha invece alzato il target price da 0,3 a 0,41 euro, lasciando inalterato il rating a “hold”.

Tra gli altri singoli, i rialzi sono generalizzati e interessano anche i bancari, inizialmente contrastati: bene Banco Popolare +2,20%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna +3,85%, BPM +3,26%, Intesa SanPaolo +0,67%, Ubi Banca +0,84%, Unicredit +2,13% Focus anche su Telecom Italia, dopo che Intermonte ha lasciato invariato il rating a neutral, alzando il target price da 0,90 a 0,95 euro. Il titolo scende però dell’1,78%.

Fari ancora puntati su Fondiaria-Sai, altra vittima del pesante sell off di ieri. Oggi e’ in recupero, salendo +2,5%. Su Eni arriva la copertura di Morgan Stanley con rating “equalweight”. Ma il titolo fa appena +0,34%. Buy sugli industriali e difensivi, come Pirelli +2,16%, Parmalat +2,25%, Buzzi Unicem +3,66%, Fiat +2%.

Occhi puntati sul meeting dei ministri finanziari dell’Eurogruppo, che tenutosi oggi a Copenhagen ha portato a un potenziamento del “firewall”, ovvero del muro di protezione per salvare l’Europa dalla crisi dei debiti sovrani, fino a oltre 800 miliardi di euro. Un peso hanno avuto le resistenze opposte dalla Germania. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfang Schaeble ha piu’ volte ribadito che l’Eurozona dovrebbe dar vita a un fondo combinato con una dotazione “non superiore agli 800 miliardi di euro”.

In ambito valutario, da una parte il dollaro sconta la conferma – giunta all’inizio della settimana dal numero uno della Fed Ben Bernanke – di una politica monetaria ancora ampiamente espansiva negli Stati Uniti, ma dall’altra paga le numerose incertezze legate alla crisi debitoria europea sono tornate a farsi sentire con maggior peso sull’euro.

E’ cosi’ che l’euro guadagna sul dollaro a $1,3319 (+0,16%), rimanendo piatto nei confronti dello yen con -0,04% a JPY 109,57. Rapporto dollaro yen in flessione dello 0,18%, a JPY 82,28.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio salgono dello 0,48%, a quota $103,27 al barile, mentre le quotazioni dell’oro avanzano dello 0,51%, a $1.663,40 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano in calo al 2,150%.