Milano – Seduta schizofrenica a Milano. Piazza Affari, che continua a scontare un certo nervosismo dovuto all’esito dell’asta di titoli di stato a medio e lungo termine, ha uno scatto d’orgoglio sul finale e tenta di estendere i guadagni visti ieri dopo la seduta nera di martedi’, al ritorno dalla pausa per le festivita’ di Pasqua.
Il Ftse Mib e’ salito sui massimi di seduta negli ultimi minuti della seduta, finendo per guadagnare l’1,23% oltre i 14.869 punti, allontandandosi nettamente dai minimi di giornata di -1,6%. Nel frattempo lo spread Italia-Germania, che era schizzato improvvisamente a quota 400 in attesa dell’emissione italiana, torna a fare passi da gambero e cede il 4% circa a 366 punti base. Rendimenti BTP decennali in ribasso al 5,49%.
Non sono di aiuto i risultati dell’asta italiana, che hanno messo in evidenza un tasso dei titoli a tre anni al massimo dalla metà di gennaio, ovvero al 3,89%. Proprio nelle ultime ore Maria Cannata, responsabile del debito pubblico, aveva parlato di una brutta settimana, affermando che l’Italia non può permettersi insuccessi, in un contesto in cui ogni fattore viene amplificato.
“L’asta dei titoli di stato non è piaciuta, la domanda è stata buona, ma i rendimenti sono saliti. E tutto questo in un momento in cui il mercato è attento a tutti i piccoli segnali sullo spread, con l’Italia di nuovo nell’occhio del ciclone come paese periferico” commenta a Reuters un gestore italiano, sottolineando che tra gli investitori c’è molto nervosismo, destinato a proseguire nei prossimi giorni.
L’insuccesso è arrivato non solo in termini di rialzi dei rendimenti, ma anche di domanda, visto che non tutto l’ammontare offerto è stato coperto. Gli investitori stranieri sono sempre più scettici sulla stabilita’ dell’Italia e sembrano aver già dimenticato le misure di austerity messe in atto dal governo Monti, consapevoli, anzi, del fatto che proprio tali decisioni rischiano di strozzare ulteriormente un’economia da tempo in ginocchio.
Riguardo alle altre piazze finanziarie europee, Madrid e Lisbona perdono il 2% circa. In particolare il listino del Portogallo sconta il crollo di Banco Santo Spirito (-15% circa), dopo che la banca ha comunicato che procederĂ a un aumento di capitale del valore di 1 miliardo di euro. Tra gli altri indici, Londra +1,34%, Francoforte +1,03%, Parigi +0,99%. Indice di riferimento Eurostoxx 50 in rialzo dello 0,53%.
In generale, a pesare sulle piazze finanziarie europee è anche il bollettino della Bce, che sembra preludere a nuova fase di misure di austerity. L’istituto di Francoforte ha affermato di fatto che i paesi dell’area euro dovranno tagliare i debiti pubblici a livelli “decisamente inferiori al 60%” del Pil e questo “in molti paesi richiederà altri notevoli sforzi per un periodo prolungato”. Tale obiettivo dovrà essere raggiunto a causa del “contesto radicalmente mutato” dei mercati finanziari mondiali.
In più, la Bce chiede anche che le economie raggiungano un target di avanzo primario pari o superiore al Pil: richieste che replicano la filosofia del rigore di bilancio che l’Europa continua a perseguire, e che secondo molti economisti sta soltando portando alla recessione (come d’altronde dimostrano i numeri economici, soprattutto quelli relativi all’Italia). A tal proposito, il Senato italiano si appresta a stravolgere l’articolo 81, per inserire il target del pareggio di bilancio. Il voto favorevole rimane scontato e in tutto questo processo gli italiani non sono stati interpellati.
Euro sotto i riflettori dopo le George Soros del finanziere George Soros, che ha affermato che la crisi dell’Eurozona è entrata in una fase meno volatile ma più letale e che l’euro è a pezzi. Non solo: il guru ha anche avvertito sulle conseguenze potenzialmente catastrofiche del fiscal compact. Al momento il rapporto euro/dollaro è in rialzo nei confronti del dollaro, salendo dello 0,2% a $1,3135; sullo yen, la moneta unica guadagna lo 0,28% a JPY 106,28. Rapporto dollaro/yen piatto con +0,06% a JPY 80,89.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio fanno dietrofront, scendendo dello 0,10% a $102,60 al barile, mentre le quotazioni dell’oro incrementano le perdite con -0,33% a $1.654,80.