Milano – Gli indici europei archiviano la giornata di contrattazioni in rialzo, dopo l’annuncio della Bce, che ha lasciato i tassi di rifinanziamento fermi all’1%. Secondo alcuni analisti, l’istituto di Francoforte sarebbe pronto in ogni caso a introdurre quest’anno misure di politica monetaria espansiva più aggressive, quasi in stile-Fed.
Mario Draghi non ha voluto rilasciare anticipazioni in tal senso, limitandosi ad affermare che “la politica monetaria rimane accomodante” e che la Bce interverrà in caso di bisogno.
La borsa di Milano si conferma ancora il listino migliore, anche se il Ftse Mib rallenta il passo sul finale, dopo essere salito più del 3%, superando quota 15.300 punti. In chiusura l’indice sale del 2,09% a quota 15.192 punti.
Market mover della giornata di oggi l’ottimo esito dell’asta spagnola e anche italiana. Notevole la reazione dei bond italiani e spagnoli che mettono a segno un notevole rally, a fronte di rendimenti in decisa flessione.
Subito dopo l’asta, lo spread Italia-Germania è calato fino a 471 punti base, a fronte di un rendimento sotto il 7%, fin sotto il 6,6%. Ora il differenziale riduce lievemente i cali e si attesta a 479 punti base, con il rendimento decennale al 6,61%. Da segnalare anche la performance del tasso dei bond a due anni, che è arrivato a scendere fino al 4%, ovvero al livello minimo dallo scorso 28 ottobre, con un tonfo di ben il 15%. Al momento, il rendimento è al 4,24%, in ribasso del 9%.
Brindano anche i titoli spagnoli, con lo spread che si riduce del 5,8%, a 330 punti base. Impressionante anche la reazione del differenziale dei rendimenti a dieci anni tra Francia e Germania: in questo caso lo spread crolla del 10% a 120 punti base circa, dopo essere sceso fino a quota 119.
Il Ftse Mib ha accolto positivamente anche le dichiarazioni del premier Mario Monti, che ha detto che l’Italia deve giocare un ruolo attivo in Europa e che, oltre al rigore, sono necessarie misure di crescita.
Altro fattore che sostiene l’azionario italiano è l’estensione del divieto di vendite allo scoperto da parte della Consob fino al 24 febbraio. Le restrizioni sullo short selling erano stare introdotte lo scorso agosto: con esse gli investitori non possono scommettere contro i titoli azionari e i derivati sulle azioni di banche e società di assicurazioni. Non è solo l’Italia ad aver messo dei paletti su tali operazioni: anche le autorità di regolamentazione della Francia, della Spagna e del Belgio hanno imposto divieti temporanei in tal senso.
Dopo l’asta spagnola, il listino azionario di Madrid accelera al rialzo e sale più dell’1,5%, per poi ridurre anch’esso i guadagni a +1,16%. L’entusiasmo contagia l’Europa, con l’Eurostoxx 50 che avanza dell’1,34%. Riguardo agli altri listini Londra ora piatta con +0,09%, Francoforte +1,14%, Parigi +0,40%, Atene +1,49%.
Tra i titoli del Ftse Mib, svetta Unicredit, che balza più del 11% dopo che Citi ha alzato il rating sul titolo da “neutral” a “buy”. Ancora in rialzo i bancari, con Ubi Banca +8%, Mediobanca +7,6%, Banca Popolare di Milano +5%, MPS +9,7%, Banco Popolare +6,9%, Intesa SanPaolo +5,45%. Pochi i titoli negativi: tra questi Atlantia -1,9% e Autogrill -1,07%. Acquisti anche su Fiat +3%, Fiat Industrial +4,30%, Generali +3,5%, Telecom Italia +2,82%.
All’indomani del tonfo, l’euro accelera al rialzo verso il dollaro, riagguantando anche quota $1,28 a $1,2803 (+0,74%). Contro il franco svizzero, la moneta unica perde a CHF 1,2103(-0,18%), mentre sullo yen avanza dello 0,54%, a JPY 98,23.
Riguardo invece alle commodities, i futures sul petrolio accelerano al rialzo e salgono più del 2%, a quota $102,95 al barile, mentre le quotazioni dell’oro avanzano dell’1,27%, a $1.660,50.