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Borsa Milano nervosa. Euro verso $1,32. Spread in rialzo

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Milano – E’ stata una giornata dall’andamento fortemente incerto in Europa, che non ha potuto godere di una spinta da oltreoceano, con il mercato statunitense che fa fatica a prendere slancio. Si evidenziano forti vendite sull’euro, che perde -0,7% a $1,3225.

Dopo una momentanea brusca virata in rosso, Piazza Affari e le altre borse europee sono risalite sopra la parita’ a inizio pomeriggio per poi chiudere contrastate. A pesare l’annuncio della Spagna secondo cui il rapporto tra deficit e crescita economica del paese sara’ piu’ ampio del previsto e di quanto indicato dall’Unione Europea.

L’indice FTSE Mib ha guadagnato lo 0,43%, peggio e’ andata ad altre borse del continente. L’indice europeo FTSEurofirst 50 ha perso lo 0,07% mentre, per quanto riguarda le singole piazze, Francoforte ha lasciato sul terreno lo 0,28%, Londra lo 0,32% e Parigi ha fatto segnare un +0,10%. Da inizio anno la borsa di New York ha guadagnato l’8%, Londra il 6% circa, l’oro +12%, mentre il petrolio ha lasciato sul campo sinora il -1%.

Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy e’ l’unico vero sconfitto del summit Ue svoltosi oggi a Bruxelles. Voleva chiedere tempo per il rientro del deficit di bilancio, ma si e’ visto sbattere la porta in faccia: il momento non e’ opportuno, gli e’ stato detto.

Madrid scrivera’ il suo budget 2012 sulla base di un target deficit/pil del 5,8%, più ampio di quello indicato dall’Ue e a fronte del precedente 4,4 per cento. Il leader conservatore – forse per addolcire la pillola di fronte alle autorità europee – ha confermato pero’ l’obiettivo di riduzione del deficit al 3% sul 2013. Rajoy ha qualificato la decisione come attinente alla “sovranità” del paese, riporta Dow Jones, parlando al termine del vertice europeo a Bruxelles.

Dopo sedute nel segno della tonicita’, il secondario italiano si ferma a riprendere fiato, consolidando in termini di rendimenti e di spread. Quasi tutti i titoli di riferimento appaiono infatti in lieve calo in una giornata caratterizzata dalle prese di profitto. Tuttavia il trend positivo per i periferici, e soprattutto per l’Italia, permane, secondo i trader.

“Dopo i balzi di ieri, il calo dei prezzi di oggi non è affatto indicativo”, dice a Reuters un trader della borsa milanese. “Direi anzi che il trend di rialzo è destinato a permanere perché molti investitori sono corti di carta italiana, essendo usciti con le crisi di novembre e dicembre”.

Ieri l’Italia ha fatto molto bene, sovraperformando la Spagna, con il tasso del decennale italiano sceso sotto il 5% fino a un minimo di 4,920%. Oggi ha fatto una lieve incursione al di sopra del 5% ma attorno alle 13,45 è a quota 4,97%.
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Lo spread fra i rendimenti dei decennali di riferimento italiano e tedesco si era spinto ieri fino a un minimo di 305 punti base, al minimo dal primo settembre, e oggi quota sopra 310 punti base. Alle 14.50 è a quota 311 punti base, in rialzo.

L’azionario europeo rimane poco convinto dopo la firma che 25 paesi dell’Ue hanno apposto all’accordo sul Fiscal Compact (che solleva molti dubbi, anche sulla scia del referendum che si svolgerà in Irlanda).

Un buon giudizio che interessa direttamente l’Italia arriva da S&P, che afferma che, se verranno adottate le giuste riforme, il rating del paese potrà tornare nella categoria A. (lo scorso 21 gennaio l’agenzia di rating ha ridotto il giudizio sul debito sovrano dell’Italia di 2 notch a BBB+.)

Allo stesso tempo però, per nulla confortanti sono i numeri arrivati dal fronte economico italiano, che hanno messo in evidenza come nel 2011 il rapporto debito-Pil abbia superato il 120%, attestandosi al massimo dal 1996. Riguardo al Pil l’Italia ha regitrato una crescita decisamente anemica, pari a +0,4% dopo il +1,8% dell’anno prima.

Sul Ftse Mib, occhio sempre alla performance dei titoli bancari, dopo i giudizi su tre titoli in particolare che sono arrivati da Barclays e Nomura. (leggi: Banche Ue fameliche, a Bce chiesto un trilione di euro in 2 mesi).

Il settore chiude contrastato, ma ha assistito a un certo miglioramento con il passare degli scambi: ciononostante negative Intesa SanPaolo, Ubi Banca e Unicredit. Tra gli altri titoli sotto pressione sull’indice, Telecom Italia -0,11% e Prysmian, che comunque riducono notevolmente i ribassi. Positivi invece in modo particolare Tenaris +2% circa, Azimut +5,95%, Fiat +2,33%, Mediaset +2,75% e Lottomaica +2% circa.

Guardando al quadro generale, l’asta della Bce di due giorni e fa e le indiscrezioni secondo cui la cancelliera tedesca Angela Merkel sarebbe pronta, secondo alcune indiscrezioni, a dire finalmente di sì al potenziamento del firewall, ovvero all’aumento dei fondi pro-Europa, sono stati in questi ultimi giorni i principali fattori che hanno sostenuto l’azionario.

E, senz’altro, la maxi operazione di liquidità avviata dalla Bce ha fatto sentire i suoi effetti soprattutto sul mercato dei titoli di stato italiani. Tuttavia oggi, dopo essere crollato -8,5% nella giornata di ieri, lo spread Btp-Bund sale più dell’1% sopra i 310 punti (+1,17%). In calo invece i rendimenti dei BTP decennali che, dopo aver sfiorato in mattinata la soglia del 5% – abbandonata nella giornata di ieri – calaono -0,26%, al 4,93%. Ancora più in evidenza il tasso a due anni, che è sceso sotto la soglia del 2% per la prima volta dal mese di ottobre e che torna a perdere terreno con -1,31% all’1,73%.

Sul fronte valutario, l’euro accelera al ribasso nei confronti del dollaro a $1,3218 (-0,71%). La moneta unica cede lo 0,23% sullo yen a JPY 107,72. Dollaro/yen in crescita, +0,46%, a JPY 81,47.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio arretrano dell’1,19%, a quota $107,54 al barile; in calo anche le quotazioni dell’oro, -0,33%, che scambiano a $1.716,50 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano in calo all’1,983%.

L’allentarsi dei timori di un calo dell’offerta saudita si accompagna ad attese di una contrazione della domanda nelle prossime settimane a causa delle temperature più miti previste con l’arrivo della primavera.