Mercati

Borsa Milano in rialzo. Il grafico che mostra la droga sui mercati

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MILANO (WSI) -Chiusura poco mossa per Piazza Affari, sulla scia della debolezza degli altri indicie europei e di Wall Street, in una giornata priva di particolare spunti. A Milano l’indice principale Ftse Mib ha ceduto lo 0,04% a 19.262 punti.

Tra le blue chip sugli scudi Autogrill (+4,05%) spinta dalla promozione di JP Morgan a “overweight”. In rosso invece il settore del lusso in scia a una serie di downgrade da parte di Goldman Sachs: Tod’s -2,65%, Luxottica -2,56%. Sul listino completo è proseguito il rally di As Roma (+26,8%).

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, male Telecom sulla scia di alcune indiscrezioni stampa relative al progetto dello scorporo della rete. Buzzi Unicem ha perso oltre -3%, prima di ridurre le perdite, dopo che Credit Suisse ha abbassato il rating operativo sul titolo.

Focus su Mps e sulle ultime voci di mercato che riguardano l’istituto senese.

A tal proposito, da segnalare che il benchmark italiano FTSE MIB e quello spagnolo IBEX hanno registrato un balzo rispettivamente del 20% e del 25,7% negli ultimi tre mesi, a fronte di un rialzo del DAX di appena il 6,3% alla borsa di Francoforte.

L’azionario europeo in generale, per la prima volta in quattro anni, esattamente dal luglio del 2009, l’indice compilato da Bloomberg, noto come European 500 Index (l’equivalente dello S&P 500 degli Stati Uniti), è salito per otto sessioni consecutive. Il balzo, pari a +4,73%, è il migliore in tre mesi e ha portato l’indicatore a un ritracciamento del 61,8% del collasso verificatosi nel settembre del 2009.

Negli ultimi giorni, i mercati della Grecia e della Spagna stanno facendo meglio di altri listini (nel primo caso, rialzo +7% in soli 3 giorni), mentre la volatilità europea è scesa ieri al valore più basso in nove mesi, al di sotto del 16%. E, allo stesso tempo, i dati macro europei sono collassati al minimo degli ultimi tre mesi, un quadro che mette in evidenza la crescente decorrelazione che sussiste tra l’azionario e i fondamentali economici. [ARTICLEIMAGE]

Nonostante i recenti rialzi, l’investimento in Borsa, almeno scegliendo solo il listino di Milano, non conviene rispetto ai titoli di Stato e non ripaga il rischio: è quanto emerge da uno studio Mediobanca sugli ultimi 18 anni, nei quali solo in otto casi Piazza Affari ha fatto meglio dei Bot. E nel lunghissimo periodo le azioni non battono nemmeno l’inflazione: dal 1928 a oggi la Borsa ha un rendimento nominale del 6,4% annuo ma in termini reali, con un’inflazione media dell’8,8%, diventa negativo del 2,4%.

Ma per Marc Faber non ci sarà alcun tapering, alcuna via di uscita dalla maxi iniezione di liquidità operata negli ultimi anni da parte della Fed, che potrebbe anzi aumentare la quantità di Treasuries e titoli legati ai mutui che acquista ogni mese per $85 miliardi, fino a $1.000 miliardi al mese. Con conseguenze disastrose per la ricchezza globale, che potrebbe crollare del 50%.

Azionario asiatico in calo, incide la performance al ribasso dei mercati emergenti, che sono scesi per la prima volta in sei giorni. Il costo per assicurare i bond della regione Asia-Pacifico sono cresciuti, con il Markit iTraxx Asia Index – che include 40 società di investment grade al di fuori del Giappone – avanzato di 1 punto base a 133,5 punti a Singapore, stando a quanto risulta dai prezzi di Westpac Banking.

Tra i singoli listini asiatici, Nikkei della Borsa di Tokyo +0,13%, Hong Kong -0,43%, indice australiano S&P/ASX 200 +0,40%, Shanghai -1,01%, indice coreano Kospi +0,15%. Nonostante le performance poco confortanti, da segnalare che l’indice australiano ha testato il nuovo record in cinque anni, mentre il Giappone ha superato la soglia dei 14.700 punti.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,05% a $1,3674, dollaro/yen +0,18% a JPY 98,36. Euro/franco svizzero +0,11% a CHF 1,2350, euro/yen +0,16% a JPY 134,50.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,33% a $98,89 al barile, mentre le quotazioni dell’oro -0,14% a 1.313,90 l’oncia.

ANALISI MERCATI DI MPS CAPITAL SERVICES

Tassi & Congiuntura : in area Euro ieri si è verificato un lieve aumento dei tassi di mercato sui titoli governativi sia core che periferici in un contesto di mercati azionari che si sono mossi intorno alla parità.

Lo spread Italia-Germania si mantiene in prossimità dei minimi da agosto poco al di sopra dei 230pb. In controtendenza il tasso di mercato decennale portoghese in prossimità del 6,20%. Ieri il ministro dell’economia portoghese, Pires De Lima, ha dichiarato che la principale priorità del paese è quella di attrarre gli investimenti e che il Portogallo al momento non sta negoziando una linea precauzionale di credito.

Questa mattina i tassi sui titoli dei paesi core sono stabili, mentre si registra un ribasso contenuto su Italia e Spagna. Sul tema Grecia, il giornale Kathimerini scrive che il governo sta cercando di accumulare fondi per evitare nuove misure d’austerità mettendo in vendita i ministeri e la sede principale della polizia ad Atene per una cifra di quasi 146Mln€.

Finora il governo greco è stato criticato perché non ha proceduto abbastanza velocemente con le privatizzazioni promesse. Sul fronte macro nel mese di agosto gli ordinativi industriali ed il fatturato italiani hanno mostrato segnali di recupero su base mensile, anche se le variazioni annuali restano ancora fortemente negative. Oggi non sono presenti dati macro di rilievo in Europa, pertanto gli operatori si focalizzeranno soprattutto sulle notizie in arrivo da oltre oceano.

Anche negli Usa si è assistito ieri ad un aumento lieve dei tassi di mercato in attesa degli importanti dati sul mercato del lavoro di settembre che finalmente saranno pubblicati oggi dopo il rinvio di inizio mese causa shutdown parziale del governo. Il consenso di Bloomberg prevede un tasso di disoccupazione stabile al 7,3%, mentre il numero di nuovi occupati nel settore non agricolo è atteso aumentare a 180.000 unità dalle 169.000 di agosto. A causa dello shutdown che potrebbe aver penalizzato l’economia Usa ad inizio ottobre, gli analisti stanno spostando in avanti le attese relative al tapering della Fed.

Secondo il sondaggio condotto da Bloomberg la scorsa settimana, gli economisti vedono marzo come la data più probabile di inizio del tapering, mentre nel sondaggio precedente di settembre il consenso era di un inizio entro fine anno. Ieri ha parlato anche il presidente della Fed di Chicago Evans, membro votante della Fed, dichiarando che il tapering potrebbe richiedere più tempo del necessario e che la Fed dovrebbe vedere un numero dei nuovi occupati oltre le 200.000 unità prima di iniziare. Il tasso di disoccupazione viene giudicato ancora troppo elevato ed occorreranno ulteriori mesi di dati per valutare lo stato dell’economia.

Valute: l’euro/dollaro continua a stazionare poco al di sotto dei massimi del 2013 in attesa degli importanti dati macro Usa di oggi pomeriggio che probabilmente costituiranno il mover della giornata e potrebbero portare volatilità su tutte le asset class qualora risultassero lontane dal consenso. Per oggi la resistenza si colloca a 1,3720, mentre i supporti passano da 1,3650 e 1,3550. Prosegue il lieve deprezzamento dello yen verso euro e dollaro Usa in un contesto di bassa volatilità. Verso euro il cambio resta comunque ancora al di sotto dell’importante resistenza 135. Il dollaro/yen trova la resistenza a 99 ed il supporto a 97,50.

Sul mondo emergente segnaliamo il deprezzamento del rand sudafricano, in un contesto di lieve rialzo dei tassi di mercato sui bond locali, su timori che il prossimo 23 ottobre il ministro delle finanze Gordhan possa rivedere i target fiscali. In generale si è comunque assistito ad un inizio di settimana di lieve deprezzamento della maggior parte delle valute emergenti, nei confronti del dollaro Usa.

Forse gli operatori hanno chiuso un po’ di posizioni che puntavano all’apprezzamento verso dollaro, prendendo profitto dopo i recenti guadagni, in attesa di vedere i dati sul mercato del lavoro Usa. Stabile lo yuan cinese verso dollaro. Questa notte le autorità hanno annunciato che i prezzi delle case nelle principali 4 città cinesi a settembre sono saliti al ritmo maggiore dal gennaio 2011, aumentando nuovamente i timori di una bolla immobiliare in formazione.

Commodity: l’indice generale GSCI ER apre la settimana in calo azzerando di fatto tutti i guadagni della seduta di venerdì. La giornata di ieri è stata caratterizzata dall’andamento negativo del settore energia, trainato al ribasso da tutte le commodity di tale comparto e soprattutto dal gas naturale Usa e dal Wti. Il greggio Usa è tornato sui minimi di inizio luglio (sotto i 99$/b) in scia all’aumento delle scorte negli Usa salite ai massimi da 3 mesi.

In allargamento lo spread Brent-Wti verso i 10$, sui massimi da giugno. Lieve calo per l’indice settoriale agricolo con un andamento misto tra le varie componenti. In controtendenza invece sia metalli preziosi che non ferrosi che hanno chiuso leggermente positivi. L’argento (miglior materia prima di ieri) è salito dell’1,7% a fronte di un prezzo dell’oro praticamente invariato (+0,1%).

Azionario: apertura di settimana incerta per i listini azionari europei con gli operatori che rimangono in attesa del flusso ricco di dati macro in arrivo nei prossimi giorni. In un contesto di volumi di scambio molto contenuti gli operatori si sono focalizzati sull’andamento dei singoli settori, premiando soprattutto quello tecnologico dopo la trimestrale positiva di SAP.

Buon andamento anche per il comparto industriale, mentre le prese di profitto hanno interessato soprattutto il comparto finanziario dopo il forte rally delle ultime settimane. In Italia, l’indice Ftsemib ha chiuso la seduta poco al di sotto della parità, penalizzato dall’andamento debole del settore bancario e dai cali di Eni (-0,2%) ed Enel (-0,6%). In forte rialzo invece Autogrill (+4%), miglior titolo del listino, e Ferragamo (+1,5%) grazie al giudizio positivo sulle società espresso da alcune banche d’affari.

In mattinata apertura in lieve calo per i listini azionari europei. Negli Usa seduta mista per i principali indici con l’indice Nasdaq che ha chiuso in positivo aggiornando nuovi massimi dal 2000, mentre in lieve calo sono risultati gli altri indici. Dopo una partenza in positivo che avevo spinto l’S&P 500 a segnare nuovi record storici, sono prevalse le prese di profitto considerato anche il forte movimento al rialzo delle ultime due settimane (6% circa).

Gli operatori si preparano al forte flusso di dati macro in arrivo nelle prossime sedute con un clima di ottimismo alimentato dall’andamento sinora positivo giunto dalle trimestrali delle principali società. Secondo i dati Reuters, infatti, del 15% delle società all’interno dell’indice S&P 500 che hanno finora pubblicato i propri conti, quasi il 65% ha battuto le stime degli analisti in termini di utili. A livello settoriale, oltre al settore tecnologico, forti rialzi sono stati anche registrati dai settori industriali e telecomunicazioni. In controtendenza invece health care ed energetici, quest’ultimi penalizzati dal forte calo delle quotazioni del greggio. Sul fronte emergente, quinta seduta consecutiva in positivo per l’indice MSCI EM guidato dal rialzo di oltre il 3% messo a segno dalla borsa turca. Andamento positivo anche per la borsa brasiliana (+1,3%). Durante la notte andamento misto per i listini asiatici: in lieve rialzo la borsa nipponica, mentre scendono di circa l’1% i listini cinesi.