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Borsa Milano in rialzo, corrono bancari

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MILANO (WSI) – Piazza Affari si porta sui massimi giornalieri nel finale, uno spunto alimentato dall’andamento positivo di Wall Street. Nel finale il Ftse Mib sale dell’1,33% a 20.645 punti.

I record di Wall Street dove gli indici S&P 500 e Dow Jones hanno toccato nuovi massimi hanno sospinto anche i listini europei. Londra, Francoforte e Parigi hanno chiuso con rialzi attorno al punto percentuale.

Bene, in particolare, i due titoli della galassia Benetton, Wdf (+5,43%) e Autogrill (+4,61%) che dopo i minimi toccati lo scorso 8 agosto nelle ultime due settimane hanno riguadagnato rispettivamente il 16% e l’11%. Bene anche il settore bancario con lo spread in ulteriore riduzione a 148 punti base e il buon andamento dell’asta sul Ctz.

Bper ha guadagnato il 3%, Ubi il 2,61% e Unicredit il 2,29%. Male, invece, Telecom Italia (-0,71%) che risente del rischio che si scateni un’asta con Telefonica per l’acquisizione della brasiliana Gvt. La compagnia spagnola, infatti, dopo una prima proposta da 6,7 miliardi sembra pronta, secondo indiscrezioni, ad alzare la posta a 8 miliardi pur di sopravanzare Telecom Italia che domani terra’ un board per affrontare la questione

Sul mercato dei cambi, l’euro e’ stabile a 1,3202 dollari e 137,37 yen (137,22 ieri), mentre il rapporto fra dollaro e yen si attesta a 104,04 (103,93). Il petrolio Wti sale dello 0,75% a 94,05 dollari al barile

La borsa e’ influenzata oggi dal ribasso record dei rendimenti sui bond, dovuto alle aspettative di stimolo da parte della Bce ingenerate da Mario Draghi: lo spread Btp-Bund è sceso a 148. Il Btp Italia a 10 anni ha registrato un calo dei rendimenti al minimo record del 2,40% per poi risalire a 2,43.

Nessuna sorpresa nell’asta dei Ctz biennali. Come largamente atteso il Tesoro ha raccolto 3 mld di euro riconoscendo agli investitori un rendimento annuo lordo dello 0,326%. Si tratta del nuovo minimo storico assoluto. Nonostante questa nuova discesa, il tasso reale di interesse a due anni resta ampiamente positivo (+0,22%) rispetto alla Germania dove viaggia da tempo in territorio negativo. Un fenomeno che, in situazione di deflazione, scoraggia la spesa per investimenti a favore della rendita. Ed aumenta il peso reale del debito pubblico.

Tutto il sistema dei tassi Ue di riferimento legati ai bond sovrani registra ribassi record. La Spagna raccoglie 3,5 miliardi di euro collocando Letras (titoli di stato a breve termine) in un’asta di titoli a tre mesi che ha visto il rendimendo scendere allo 0,034% dallo 0,127% del precedente collocamento. Per i Letras a 9 mesi il tasso è sceso dal 0,205% allo 0,107%.

Dopo aver toccato un nuovo minimo storico nel rendimento il Btp decennale è sceso per la prma volta dal 2010 sotto l’equivalente titolo decennale del Regno Unito che offre un rendimento del 2,47%. Inoltre per la prima volta dal 2010 il tasso decennale Btp si è portato sotto all’equivalente Uk, mentre quello belga è sceso per la prima volta sotto lo zero.

Forte flessione anche per i rendimenti del Bono iberico che si porta al 2,19% con una flessione di 8 punti base. A incoraggiare l’acquisto di titoli del debito pubblico europeo alzandone i prezzi e dunque comprimendone i rendimenti (ossia gli interessi che gli stati pagano sul proprio debito) sono state probabilmente le parole di Mario Draghi, numero uno della Bce, agli incontri di Jackson Hole, dove è stata sottolineata la necessità di interventi forti per la ripresa sia in campo politico che monetario. Questo ha spinto gli operatori a scommettere sull’immissione di nuova liquidità sui mercati europei.

Euro sotto pressione sui mercati asiatici dopo una serie di dati negativi sull’economia tedesca e sull’effetto attesa per le prossime mosse della Bce. La moneta unica europea si attesta a 1,3201 dollari dopo aver toccato un minimo a 1,3178 dollari, livello più basso dal settembre 2013.

Sul fronte macro, nell’area dei paesi Ocse secondo trimestre positivo dal lato della crescita economica. Il Pil e’ aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente (+0,2%). Su base annuale la crescita e’ stata pari a +1,9%: le migliori performance da Gran Bretagna +3,2%, Usa +2,4%. L’Eurozona ha registrato una crescita pari a +1,2%. Italia unico paese sottozero con una contrazione annuale del Pil pari a -0,3%.

Investitori focalizzati sulle prossime mosse della Bce e preoccupati per la situazione in Ucraina: cresce tensione nella crisi con la Russia. Kiev denuncia: “Blindati di Mosca sconfinano di nuovo”. Prevale la cautela in attesa dell’incontro odierno tra il presidente russo Putin e quello ucraino Poroshenko da cui non dovrebbero arrivare però particolari novità.

La Bce ha messo già in campo dei prestiti al sistema bancario condizionati ai prestiti all’economia reale che prenderanno il via alla fine di quest’anno (Tltro). Per mobilitare i finanziamenti all’economia reale che si sono interrotti con il meccanismo di trasmissione della politica monetaria di Francoforte a imprese e famiglie, Draghi ha portato in negativo i tassi di deposito presso la Bce e messo in cantiere uno studio sui possibili acquisti di ABS, ossia di attività garantite da asset sottostanti. I nuovi acquisti della Bce che potrebbero rientrare tra le manovre non convenzionali di Francoforte di fronte al rallentamento della ripresa dovranno comunque declinarsi sulle caratteristiche dell’economia europea.

Prosegue dunque la fase di apprezzamento pressoché generalizzato del biglietto verde anche se questa mattina stiamo assistendo ad una modesta risalita del cambio EurUsd che è tornato a scambiare sopra area 1,32. Il cambio EurJpy è leggermente calato tornando ad oscillare poco sopra area 137 con il primo livello di supporto che può essere individuato a quota 136,80; resistenza a 138,10. Sul fronte emergente, ieri abbiamo assistito al proseguimento della fase di debolezza vs dollaro con il rublo che continua a rimanere sotto pressione dopo l’annuncio dell’invio di nuovi camion da parte della Russia al confine ucraino.

Borse asiatiche miste. Chiusura negativa alla borsa di Tokyo sulla scia dei realizzi innescati dal rafforzamento dello yen. L’indice Nikkei-225 ha terminato la giornata in flessione dello 0,59% a 15.521 punti. In Cina, Shanghai cede lo 0,85% e Hong Kong lascia sul campo lo 0,21%.

L’indice MSCI per l’area Asia Pacifico, denominato in dollari e che esclude il Giappone, segna invece un rialzo dello 0,4%, trainato dai guadagni (+0,3%) della borsa sudcoreana.