Milano – La Borsa di Milano è riuscita a resistere solo per qualche minuto al rapporto sull’occupazione Usa, che ha messo in evidenza una creazione di 115.000 posti di lavoro, inferiore alle attese, e un tasso di disoccupazione all’8,1%. Peggiora il sentiment, con gli investitori che tornano a guardare ai fondamentali dell’economia numero uno al mondo, temendo una ripresa più anemica di quella prospettata mesi fa.
Tra i fattori del ribasso anche il forte calo del prezzo del petrolio (segno di economia globale in contrazione, anche se ha inciso il forte rialzo delle scorte Usa) nonche’ tutti i possibili rischi sistemici legati agli esiti delle tornate elettorali previste in Europa questo weekend, con le urne aperte in Francia, Grecia e Italia (rispettivamente presidenziali, politiche, amministrative).
Il Ftse Mib chiude in rosso dopo aver perso la soglia psicologica a 14.000 punti ma recuperando sul finale quota 13.900. Il listino accusa una perdita pari all’1,41%. Il dato Usa pesa anche sulle quotazioni del petrolio, che per la prima volta dallo scorso febbraio sono scese sotto la soglia di $100 al barile sul mercato di New York, mentre Wall Street è in preda ai ribassisti.
Lo Spread Italia a 10 anni ha ridotto le proprie perdite (era arrivato a cedere fino a -2,60%) e torna a 384,45 punti, con un ribasso ridotto a -0,89%; rendimenti sui BTP a 10 anni -0,56% al 5,46%.
Sul fronte della politica interna italiana, le tensioni rimangono molto alte. In particolare, il segretario del Pdl Angelino Alfano ha chiesto ai sindaci del suo partito di non aumentare l’Imu, aggiungendo che il suo obiettivo è quello di eliminare la tassazione sulla prima casa a partire dal 2013. Sull’Imu introdotta dal governo Monti, parla di “un aggravio fiscale insostenibile e inaccettabile per i cittadini”. Una nuova sferzata, dunque, contro il governo Monti.
Intanto l’economia del paese si conferma ogni giorno che passa più in crisi: reso noto l’indice delle attività dei servizi delle imprese, che ha testato i valori minimi degli ultimi tre anni. In generale, la congiuntura dell’area euro continua a deteriorarsi a un passo tanto veloce quanto disastroso: l’indice PMI per l’Eurozona, nel complesso, è sceso a 46,7 punti, posizionandosi a un livello inferiore anche a quello inizialmente reso noto, pari a 47,4 punti. Sotto quota 50 e’ recessione.
Guardando più in generale al quadro generale dell’Europa, due sono i principali market mover della sessione: uno è senz’altro rappresentato dalla pubblicazione, del rapporto sull’occupazione Usa relativo al mese di aprile, che condizionerà la performance delle sessioni dell’azionario globale nei giorni successivi. Secondo elemento che condiziona il sentiment degli operatori è l’approssimarsi della data di domenica 6 maggio, quando si conoscerà il duplice esito delle elezioni sia in Francia che in Grecia, mentre come e’ nota si vota anche per le amministrative in Italia, dove si prevede un brutto risultato per i partiti che appoggiano il governo Monti.
L’indice azionario Stoxx Europe 600 ha perso nell’arco di questa settimana l’1,5%, riducendo così i guadagni dall’inizio dell’anno a +4,4%. Guardando ai singoli mercati nella sessione odierna, Londra -2,04%, Francoforte -2,18%, Parigi -1,96%, mentre l’indice di riferimento del continente fa -1,87%.
“I trader si stanno focalizzando nella creazione di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti e sul tasso di disoccupazione – ha commentato in una intervista a Bloomberg Jonathan Sudaria, trader presso Capital Spreads a Londra – Ma si concentreranno anche sui rischi legati alle elezioni di Francia e Grecia. Si guarda alla possibilità che una eventuale vittoria delle sinistre possa siglare l’inizio di un movimento politico “anti-austerity” che potrebbe diffondersi in tutta l’Europa”.
[ARTICLEIMAGE] Dal’Europa arrivano intanto altre notizie negative: sono falliti i colloqui sulle nuove regole bancarie Ue: di fatto, dopo 15 ore di trattative, i ministri europei delle finanze non sono riusciti a trovare un accordo sui nuovi requisiti di capitale per le banche previsti da “Basilea 3”, l’insieme delle nuove regole per il sistema bancario. In più, le banche italiane sono piu’ delle altre a rischio dopo la presentazione di un emendamento che, se approvato, obbligherebbe gli istituti di credito a valutare i titoli di stato in portafoglio, soprattutto per le operazioni di vendita, ai prezzi di mercato.
Riguardo ai titoli scambiati sul Ftse Mib, occhio al giudizio di Société Générale su Finmeccanica, alzato a “hold”. Il titolo segna un rialzo +1,25%; si indeboliscono alcune banche, molte delle quali riescono comunque a resistere in positivo: Banco Popolare +1,47% (aveva fatto un balzo di oltre il 5% a meta’ giornata), Banca Popolare Milano +1,08%. In controtendenza anche Diarsorin e Enel.
Tra i titoli in rosso Fiat Industrial -3,67%, Fiat -3,79%, Saipem -4,58%, STM -4,25% e Tenaris -4,15%. In particolare il comparto dell’auto sconta l’outlook negativo arrivato per le immatricolazioni in Italia relative al 2012 e le preoccupazioni sul rallentamento dell’economia americana.
In ambito valutario, l’euro conclude la sessione in calo dello 0,29% nei confronti del dollaro, a $1,3112, e in ribasso anche sullo yen con -0,71% a JPY 104,70. Rapporto dollaro/yen perde -0,45% a JPY 79,83.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scendono fino a sotto la soglia dei $100 al barile per la prima volta dallo scorso febbraio, con un tonfo del 4,28% circa a $98,15 al barile; le quotazioni dell’oro si attestano a $1.634,90 l’oncia, cancellando i guadagni e facendo appena +0,01%. Da segnalare che la reazione dei futures sul greggio si spiega anche con le scorte degli Stati Uniti, che sono balzate nella settimana terminata lo scorso 27 aprile di 2,84 milioni di barili, fino a 375,9 milioni; si è trattato della crescita più sostenuta in 21 anni, ovvero dal settembre del 1990. La produzione nazionale del greggio degli Stati Uniti, inoltre, è salita di 8.000 barili al giorno a 6,12 milioni, al record dal novembre del 1999.
Sul fronte degli altri mercati globali, da segnalare il calo delle piazze finanziarie asiatiche, che hanno subito la perdita più sostenuta delle ultime due settimane, scontando tra le altre cose la decisione della Banca centrale australiana di tagliare le previsioni sulla crescita economica del paese. Attenzione anche all’indice Markit iTraxx Asia – che rappresenta il costo per assicurarsi contro il default dei bond – che è balzato al massimo in una settimana.