Milano – Implodono gli indici della borsa milanese nel pomeriggio e al suono della campanella il Ftse Mib fa registrare un calo del 3,43%, appena sotto i 14.360 punti per chiudere quella che e’ la quarta settimana consecutiva in rosso. I conti positivi di JP Morgan non riescono a risollevare le banche e si ripete il ritornello delle passate sedute, con gli indici italiano e spagnolo tra i peggiori d’Europa, segnale del ritorno dei timori sui paesi “periferici” della zona euro. E delle incertezze politiche intestine a Madrid e Roma.
Il segno meno torna a colpire con forza le banche, con Banco Popolare che fa -6,95%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna -7,31%, Ubi Banca -6,32% e Unicredit -5,89%. Quest’ultimo titolo resta indifferente alla nomina del nuovo presidente. In netta controtendenza e unica nota positiva del listino insieme a Diasorin e Luxottica, Finmeccanica: +2,45%. STM archivia l’ultima seduta di una settimana da dimenticare con un -5,7%.
Cadono nuovamente vittima del cosiddetto ‘effetto Spagna’ i benchmark Btp, con il rendimento del 10 anni che sale al 5,66%. Rispetto ai 368 punti base della chiusura di ieri, la forbice di rendimento tra decennale italiano e tedesco, lo spread si apre a 377,54 punti, dopo aver superato quota 380 in avvio. A innescare l’ennesima ondata di avversione al rischio sono questa mattina i numeri Bce relativi all’elevato utilizzo dei fondi della banca centrale da parte degli istituti di credito spagnoli, dopo i numeri di simili allarmanti dimensioni pubblicati venerdi’ in Italia. I Cds spagnoli a cinque anni – equivalenti al costo per assicurarsi contro un eventuale default del debito – si sono portati sulla quota record di 498 punti base. Il record precedente era di 493, raggiunto il 23 novembre dell’anno scorso.
Londra ha perso l’1,13%, Parigi il 2,45%, Francoforte il 2,39%. Verticale la caduta del listino di Madrid, che cede il 4% circa. La flessione delle altre borse europee mette in evidenza la performance dello Stoxx 600: l’indice si appresta a concludere la quarta settimana consecutiva di cali, sulla scia dell’acuirsi delle tensioni sui debiti sovrani, ma anche dei sospetti sulla solidità della ripresa della congiuntura americana.
L’attenzione rimane sui problemi del settore finanziario e sul futuro degli istituti di credito europei. Diversi sono gli economisti che sottolineano come la maxi operazione di liquidità avviata dalla Bce non abbia funzionato e che, anzi, come afferma un economista di Société Générale, si sia rivelata alla fine addirittura tossica per il settore. La maggior parte degli esperti intervistati in un sondaggio ritiene che l’istituto di Francoforte cambierà strategia, passando dall’erogazione dei finanziamenti a tre anni a favore delle banche al ripristino del programma di acquisto dei bond.
D’altronde, guardando in faccia la realtà delle cose, risulta chiaro che gli acquisti sui titoli di stato italiani e spagnoli successivi alle operazioni della Bce sono durati due mesi circa, seguiti poi dalla brusca fase di sell off degli ultimi giorni.
Inoltre, le banche che hanno utilizzato i soldi della Bce per acquistare i titoli di stato hanno pagato in termini di quotazioni. Indicativo l’esempio di Intesa Sanpaolo. L’istituto, fa notare Bloomberg, ha ricevuto 36 miliardi di euro con le aste della Bce, e la somma è stata in parte utilizzata per acquistare debito italiano. Ma le sue quotazioni sono scese quest’anno del 7,3% contro l’indice Bloomberg Europe Banks and Financial Services, che racchiude 43 società tra banche e istituti finanziari, che dagli inizi del 2012 è salito del 7%.
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Sul Ftse Mib si segnala comunque il rally di Finmeccanica, che in seduta e’ volato fino a +6%, dopo le indiscrezioni secondo cui le trattative per la cessione di AnsaldoBreda a Hitachi si starebbero per chiudere. Bene anche il titolo Ansaldo.
Deludenti i risultati delle aste degli ultimi giorni, che hanno visto balzare i tassi dei bond ai record degli ultimi mesi. Intanto, rimanendo in tema di debiti sovrani, l’amministratore delegato di Pimco El Erian è chiaro nel dire che le banche centrali si sono accollate un peso più di quanto spettasse loro, e ricorda come queste continue iniezioni di liquidità da parte della Fed e della Bce abbiano reso gli investitori anestetizzati e storditi.
Sentiment influenzato dal Pil cinese, che continua a rallentare il passo, ma anche dalle tensioni geopolitiche, che vedono protagonista la Corea del Nord, con l’Onu che ha convocato il Consiglio di sicurezza. Nel caso dell’Italia poi, operatori intimoriti dal pessimo dato relativo alla produzione industriale, che ha segnato il tonfo su base annua più forte dal 2009, facendo peggio su base mensile anche della Spagna.
In ambito valutario, l’euro scende sul dollaro dello 0,80% a $1,3078, sfondando così di nuovo al ribasso la soglia psicologica dei $1,31, calando contro lo yen dello 0,70% a JPY 105,86. Rapporto dollaro/yen in rialzo dello 0,16% a JPY 80,97.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scendono dello 0,59%, a quota $103,04 al barile, mentre le quotazioni dell’oro calano dello 0,60% a $1.671 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano al 2,012%.