Milano – La borsa di Milano riesce a ridurre le perdite successive all’asta dei titoli di stato e, dopo l’ondata di sell off che l’ha portata a cedere l’1,6% dai massimi intraday – il Ftse Mib era arrivato a salire +1% circa – ha chiuso in lieve rialzo, a +0,27%. In generale, prosegue il braccio di ferro tra rialzisti e ribassisti, con un occhio sempre rivolto all’andamento del mercato dei titoli di stato. Particolarmente positivo il comparto bancario a
cui si sommano Tenaris e Luxottica. In calo invece Prysmian, Finmeccanica e Fiat nonostante quest’ultima abbia chiuso positivamente il semestre.
ASTA ITALIA: UN ESITO PESSIMO – I risultati dell’ asta sono stati a dir poco deludenti. Il Tesoro italiano ha emesso Bot a sei mesi per un valore di 7,5 miliardi di euro a un rendimento che ha segnato un forte rialzo rispetto all’asta precedente, balzando dall’1,988% al 2,269%, ovvero al rendimento più alto in quasi tre anni, dal 21 dicembre del 2008. In flessione la domanda, con il bid to cover sceso a 1,56, contro gli 1,72 dello scorso 27 giugno.
Da segnalare, sempre in tema di aste, che il Tesoro ha reso noto ieri sera di aver cancellato una emissione: come si legge in una nota , il ministero dell’Economia non effettuerà le aste dei titoli a medio-lungo termine di metà agosto.
LA REAZIONE ALL’ASTA DEL MERCATO DEI BOND ITALIANI
Immediata la reazione dei titoli a scadenza decennale che subito dopo hanno azzerato i guadagni, assistendo a un balzo dei rendimenti fino al 5,654%; ma alla chiusura di seduta i rendimenti hanno ridotto i rialzi e si sono attestati al 5,602%, così come, dopo essere rimbalzato a un soffio dai 300 punti, lo spread BTP/Bund torna a 286 punti; il differenziale wti/ita è poco variato rispetto alle rilevazioni di stamane e oscilla attorno ai 265 punti, mentre i cds, dopo essere saliti fino a quota 275, riscendono a 271.
I TITOLI SUL FTSE MIB. Contrastata la performance dei titoli bancari che, ricordiamo, sono i più esposti alle oscillazioni del mercato dei bond, per l’esposizione che gli istituti hanno verso i titoli di debito italiani. Unicredit e’ salita del 3,51%, incrementando nel finale i guadagni; Ubi Banca cede invece lo 0,17%; Mediobanca sale dell’1,39%, Intesa SanPaolo del 2,30%, mentre Banca Popolare di Milano rimane sotto pressione ma riduce i cali con -1,62%. Mps sale poi del 2,16% e Banco Popolare riafferra il territorio positivo (+0,14%). Tra gli altri titoli, positiva Luxottica dopo i conti (+1,12%), mentre STM scivola di -11% circa dopo l’outlook reso noto dall’amministratore delegato, in concomitanza con la pubblicazione dei risultati di bilancio. Sotto i riflettori anche Fiat, che arretra più del 4%, la borsa non ha accolto bene i conti comunicati nel pomeriggio dal Lingotto.
MISTE LE ALTRE PIAZZE FINANZIARIE EUROPEE. L’EuroStoxx50 archivia le contrattazioni invariato condizionato da una parte dai risultati sotto le
attese di alcuni gruppi industriali e dall’altro dai rialzi dei titoli minerari in scia al rincaro dei prezzi dei metalli. Il clima resta di cautela per la situazione del debito greco e per i timori provenienti dagli Stati Uniti dove non sembra trovare soluzione la questione sul tetto al debito. Tra i titoli spiccano i bancari italiani, Bayer, E.On e DT Telekom; in calo
invece Scheider, Daimler e CRH.
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Azioni Italia
Ansaldo STS (EUR6,72): ha chiuso il 1H con un utile netto in calo del 3,9% a EUR32,1 mln, ossia EUR0,27 di Eps, contro i EUR33,4 mln (EUR0,28) registrati un anno fa. I ricavi si sono attestati a EUR569,2 mln, in flessione del 2,7%
rispetto ai EUR584,7 mln realizzati nei primi sei mesi del 2010. Il risultato operativo è passato da EUR57,7 mln a EUR52,2 mln subendo un calo del 9,5%.
Cir (EUR1,671): ha ricevuto oggi da Fininvest il pagamento di circa EUR564,2 mln. La somma è stata versata a titolo di risarcimento del danno causato a Cir dalla corruzione giudiziaria nell’ambito del Lodo Mondadori.
Fiat Spa (EUR7,17): ha chiuso il 2Q11 con un utile netto pari a EUR1,237 mld beneficiando di una plusvalenza atipica derivante dall’acquisizione del controllo di Chrysler. Senza considerare tale operazione l’utile netto (considerando sia Fiat che Chrysler) sarebbe pari a EUR156 mln. Escludendo il gruppo di Detroit, l’utile netto si attesta a EUR76 mln, in crescita
rispetto ai EUR68 mln di un anno fa. In aumento del 40,2% i ricavi netti che si sono attestati a EUR13,2 mld (EUR10 mld esclusa Chrysler), contro i EUR9,4 mld del secondo trimestre 2010.
Recordati (EUR7,265): ha chiuso il 1H con un utile netto in salita del 5,3% a EUR62,4 mln, ossia EUR0,297 per azione, rispetto ai EUR59,2 mln (EUR0,285) di un anno fa. In progresso del 6,6% i ricavi netti consolidati che si sono attestati a EUR401 mln, contro i EUR376,3 mln del 1H10. L’utile operativo è passato da EUR83,8 mln a EUR88,2 mln registrando una crescita del 5,2%. A fronte di questi risultati il gruppo ha migliorato le aspettative per l’intero anno 2011 nel quale si prevede di realizzare ricavi di oltre EUR750 mln, un utile operativo di oltre EUR160 mln e un utile netto di oltre EUR110
mln.
Azioni Estero
3M (EUR91,12): ha chiuso il 2Q11 con un Eps pari a USD1,60, in aumento del 3,9% rispetto a dodici mesi prima e di poco sopra le stime poste a USD1,59. I ricavi si sono attestati a USD7,68 mld, contro i USD7,62 mld stimati e in crescita del 14% rispetto all’analogo periodo del 2010. Per l’intero esercizio fiscale 2011 il gruppo si attende un utile per azione compreso tra i USD6,10 e i USD6,25.
BP (GBp462,5): ha generato nel 2Q11 un utile netto di USD5,62 mld contro il rosso di USD17,2 mld dello stesso periodo del 2010 causato dai costi causati dalla catastrofe naturale nel Golfo del Messico. Escluse le voci straordinarie e le variazioni di valore delle riserve l’utile si è attestato a USD5,31 mld; i ricavi di BP sono cresciuti del 39% a USD103,84 mld.
Ford (USD13,19): ha registrato nel secondo trimestre 2011 un utile pari a USD2,4 mld, pari ad un Eps di USD0,59 che al netto delle componenti straordinarie salgono a USD0,65, sopra il consensus degli analisti che indicavano un rialzo limitato a USD0,60. In crescita anche i ricavi passati da USD31,3 mld a USD35,5 mld, ben oltre le attese di un fatturato a
USD31,6 mld.
Glaxo SmithKline (GBp1373,5): è tornata in utile nel secondo trimestre: il risultato è di USD1,82 mld, contro il rosso di circa USD500 mln del 2010, risultato sul quale avevano però pesato spese legali straordinarie. Le vendite sono calate del 4,3% a USD11 mld ma sopra le attese degli analisti.
Metro (EUR39,605): ha confermato l’outlook sulle vendite per il 2011, con risultati in linea col mercato: il retailer tedesco si attende un aumento nell’Ebit di circa il 10% entro la fine dell’anno. La controllata Media Saturn ha però evidenziato risultati sotto le attese con un buco di EUR44 mln nell’Ebit, contro l’attivo di EUR41 mln dello scorso anno, a causa degli
scarsi investimenti e delle condizioni sfavorevoli del mercato, soprattutto quello interno.
Office Depot (USD3,99): ha chiuso il secondo quarto con una perdita netta pari a USD29,3 mln, ovvero USD0,11 per azione, rispetto ai -USD25,1 mln, (USD0,9 per azione) registrati un anno fa. I ricavi sono invece cresciuti a USD2,71 mld
contro i USD2,7 mld del secondo trimestre 2010.
MACROECONOMIA Le crisi debitorie della Grecia e degli Stati Uniti pesano sul morale dei consumatori tedeschi, dove l’indice di fiducia elaborato da Gfk (diffuso stamane) scivola per agosto ai minimi da novembre 2010, registrando una flessione a 5,4 pts dai precedenti 5,5 (rivisto da 5,7). Le attese degli analisti si erano attestate a 5,6 pts. Sul fronte macro, il dato preliminare sul prodotto interno lordo in Gran Bretagna è uscito a +0,2% q/q in linea con le attese ma sotto lo 0,5% del primo quarto. Su base annua il dato è di un +0,7% rispetto ad attese di +0,8% e sotto il +1,6% precedente.
Negli Stati Uniti i prezzi delle case nelle 20 aree metropolitane, secondo
l’indice S&P-Case Shiller, sono rimasti invariati in maggio: il dato è in linea
con le attese, ma peggiore rispetto al +0,4% di aprile. Su base annua l’indice
ha mostrato una flessione del 4,5% come nelle attese, ma peggiore del dato di aprile (-4,0%). Il numero di case nuove vendute a luglio è pari a 312.000 unità, sotto le attese di 320.000 ma in linea con il dato relativo al mese precedente. Cresce infine la fiducia dei consumatori Usa nel mese di luglio: il dato è pari a 59,5 pts migliore rispetto ai 57,6 di giugno e superiore alle attese di 56 pts.
MERCATO DEI CAMBI
Sul mercato dei cambi, il dollaro è arrivato a perdere contro le principali valute, toccando un nuovo minimo contro il franco svizzero, tradizionale valuta rifugio, sotto la soglia psicologica di 0,80, e permettendo all’euro di salire anche sopra 1,45. Passate le ore 17, la moneta unica si attesta in rialzo a quota $1,4505, salendo anche contro lo yen, a 113,1770. Sul fronte delle commodities, petrolio Wti in progresso poco sotto USD100 al barile grazie alla debolezza della valuta Usa.