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Borsa Milano giu’ dopo asta, torna la tensione sui BTP: spread a 395

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Milano – Sui mercati torna di prepotenza un’opprimente sensazione di incertezza circa la situazione europea. In particolare preoccupa la situazione della Spagna, che contagia i titoli di stato italiani e, di conseguenza, i titoli bancari. Dopo il bis di guadagni che ha messo il turbo a Piazza Affari nelle ultime due giornate di contrattazione, la borsa di Milano archivia la seduta in calo dello 0,66%, appena sopra la soglia dei 14.500 punti. A influenzare gli scambi i risultati dell’asta dei Bot a tre mesi.

A livello settoriale, tornano le vendite sulle banche e sugli altri titoli protagonisti dell’ultimo rimbalzo. Riguardo all’andamento delle altre piazze finanziarie europee, Londra guadagna l 0,21% dopo aver oscillato tra il territorio negativo e positivo per gran parte della sessione, Francoforte +0,27%, Parigi -0,42%, l’indice Eurostoxx 50 lascia sul campo lo 0,29%.

Il collocamento di Bot a sei mesi e’ stato in linea con le attese: tuttavia i rendimenti dei titoli sono balzati al massimo dal mese di gennaio. Immediato l’impatto sul mercato dei titoli di stato, con lo spread Italia-Germania che vira in territorio positivo, balzando quasi +2%, a 395,17 punti base, a fronte di rendimenti sui BTP decennali, che avanzano dello 0,69% al 5,67%.

Sul fronte italiano, la politica di rigore del premier Mario Monti riceve una critica implicita dall’altro Super Mario d’Europa, il presidente della Bce Draghi. Che, rispondendo alla domanda di un europarlamentare italiano, afferma che “un consolidamento fiscale attuato solo attraverso l’aumento delle tasse e’ sicuramente recessivo”. Sempre più delicata la posizione del capo di governo, con una coalizione ben consapevole della frustrazione degli italiani, colpiti dall’incremento delle tasse e dalla disoccupazione.

Si rafforza intanto l’asse Berlino-Roma, con la cancelliera tedesca che tenta anch’essa di valutare l’opportunità di passare ora a misure per la crescita, dopo le critiche arrivate da tutto il mondo per la sua ossessione verso il rigore e l’austerity, nel nome del continento dell’inflazione. Un vero spettro costante dei tedeschi da quando l’esplosione della bomba dei prezzi tra le due Guerre (al ritmo di +662,6% annuo) ha spinto nel 1923 il marco a un bilionesimo del valore del 1914.

A riprova della correttezza delle critiche del banchiere fiorentino, arrivano notizie negative per l’Italia e l’Europa intera. L’indice della fiducia delle imprese manifatturiere italiane è sceso ad aprile a 89,5 punti, ai minimi dall’ottobre del 2009. Un altro dato che non promette nulla di buono e che è stato diffuso nella giornata di oggi è quello della fiducia che si riferisce all’intera Eurozona, e che ad aprile è sceso a 92,8 punti dai 94,5 punti di marzo, stando a quanto ha reso noto la Commissione europea. Gli economisti avevano stimato un valore a quota 94,2 punti.

“La situazione sta peggiorando di nuovo – ha detto in una intervista a Bloomberg Christopher Weil, economista senior di Commerxbank a Francoforte – I paesi periferici non riescono a centrare i target di bilancio, con le loro economie che versano in una profonda recessione. E’ un cocktail che non promette bene per il futuro e gli investitori rimangono preoccupati”.

Riguardo agli altri market mover di giornata, si e’ smorzato progressivamente l’effetto delle parole del presidente della Fed Ben Bernanke, che ha deciso di lasciare aperta la porta al lancio di nuovi stimoli monetari, nel caso in cui ce ne fosse bisogno.

Guardando al Ftse Mib, movimentata la seduta dei titoli della galassia Fiat, dopo la pubblicazione dei conti di Fiat Industrial e di Chrysler, con quest’ultima che, nel primo trimestre del 2012, ha visto gli utili netti quadruplicati. Fiat Industrial ha chiuso in positivo (+1,87%), ma Fiat ha perso oltre il 5%.

Tornano a farsi pesanti i Sell sulle banche, con Banca Popolare di Milano -4% circa, MPS quasi -2% e Banca Popolare dell’Emilia Romagna quasi -4,5%. Male anche Unicredit -2,5% circa e Ubi Banca -4% circa. Tra i titoli peggiori Diasorin (-5,05%), Buzzi Unicem (-4,46%) e Finmeccanica con -4,41%, travolta da continui scandali, dai quali ora emerge anche il nome di Cosa Nostra. Si mettono in evidenza i segni positivi di Tenaris, Ferragamo, Lottomatica e Pirelli.

Da non dimenticare, sempre in tema societario, i risultati arrivati dalla Germania di Deutsche Bank, che ha assistito nel primo trimestre dell’anno a un calo dell’utile netto del 33% a quota 1,4 miliardi di euro.

In ambito valutario, l’euro recupera terreno nei confronti del dollaro dello 0,10% attestandosi a quota $1,3234. La moneta unica è in flessione contro lo yen con -0,54% a JPY 106,93, mentre il rapporto dollaro/yen è in calo dello 0,63% a JPY 80,81.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono piatti con +0,09% a quota $104,21 al barile, mentre le quotazioni sull’oro avanzano dello 0,52% a $1.650,80 l’oncia, beneficiando delle parole di Bernanke sulla possibilità di stimoli alla crescita.