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Borsa Milano giù: Ftse Mib buca quota 15.000, euro a picco sotto $1,30

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Milano – Borse europee in ribasso, euro ko contro il dollaro e spread Germania Italia di nuova sopra quota 500 punti base. E’ questo l’esito della contrattazione odierna, che aveva fatto sperare bene soprattutto dopo gli esiti positivi dell’asta dei Bot a 6 mesi e dei Ctz a due anni indetta dal Tesoto italiano. Ma l’entusiasmo è durato il tempo di poche ore, ed è stato sostituto da un’improvviso quanto veloce ritorno dell’avversione al rischio. Alla fine, il Ftse Mib ha ceduto lo 0,85% a 14.797 punti, sotto la soglia psicologica dei 15.000 punti.

Protagonista il crollo verticale dell’euro, che nell’arco di pochi minuti ha registrato un tonfo nei confronti del dollaro arretrando fino a – 0,91%, a quota $1,2949. L’euro-dollaro è sceso così sotto l’importante soglia psicologica a quota 1,30.

Quale le ragioni di questo crollo a candela? Il movimento sarebbe stato generato da un tam tam fra gli operatori. Secondo le voci rincorse nei corridoi delle sale operative il bilancio della Banca Centrale Europea sarebbe aumentato negli ultimi sei mesi di 800 miliardi di euro, l’equivalente di 1,1 trillioni di dollari americani. Se ciò fosse vero significherebbe che la Bce, nonostante le resistenze della Germania, starebbe stampando moneta. E che dunque il governatore Mario Draghi starebbe progressivamente allineando la politica monetaria della Bce a quella della Federal Reserve e della Bank of England (a prescindere da quanto la cancelliera tedesca Angela Merkel vuole).

Di qui, il tonfo dell’euro, che è sceso anche nei confronti dello yen, scivolando dello 0,84%, a JPY 100,9005 e attestandosi al minimo in quasi 10 anni contro la valuta nipponica.

Effetto asta italiana smorzato dunque quasi immediatamente. Non che l’Italia non sia l’altro elemento a cui guardano con preoccupazione gli operatori. Certo, il collocamento del Tesoro italiano ha sorpreso positivamente i mercati. Di fatto, il Tesoro ha emesso 9 miliardi di Bot a sei mesi a un rendimento del 3,251%, dimezzato rispetto al 6,504% dei tassi che gli stessi titoli avevano presentato nell’ultima asta. La domanda è stata buona, con il bid to cover a 1,69. Buoni anche i risultati del collocamento dei Ctz a due anni, i cui rendimenti sono scesi al 4,85%, contro il 7,814% dell’ultima asta, a fronte di un bid to cover a 2,23.

Ma, come ha affermato anche un Peter Boockvar, strategist dell’azionario presso Miller Tabak, la vera prova del nove arriverà domani, quando il Tesoro emetterà titoli di stato a lunga scadenza. Precisamente, l’Italia collocherà fino a 8,5 miliardi di euro di debiti con scadenza nel 2014, nel 2018, nel 2021 e nel 2022. E molti operatori temono che l’esito possa non essere così confortante come quello odierno.

Per questo motivo, nella seduta odierna, forti sono state le oscillazioni che hanno interessato il mercato dei titoli di stato italiani: lo spread Italia-Germania era arrivato a 522 punti in mattinata, a fronte di un rendimento al 7,14%; dopo l’asta il differenziale ha testato un minimo a 483 punti base per poi azzerare le perdite e risalire oltre la soglia psicologica dei 500 punti, a 511 punti, a fronte di un tasso che nel finale è tornato a toccare il 7%.

Di certo non hanno aiutato i dati arrivati oggi dal mercato interbancario: un mercato che rimane paralizzato, come dimostrano ormai con scadenza quasi giornaliera i numeri sui depositi delle banche presso la Bce. Tali depositi hanno testato nuovi record, a dimostrazione di come le banche siano ancora riluttanti a effettuare operazioni di prestito tra di esse, preferendo parcheggiare liquidità presso la Banca centrale europea.

Tornando a Piazza Affari, i bancari hanno fatto dietrofront, come Ubi Banca -2,62%, BPM -0,85%, Intesa SanPaolo ha azzerato quasi tutti i guadagni chiudendo a +0,16%, MPS -1,23%, Banco Popolare -3,68% e Banca Popolare dell’Emilia Romagna -2,12%. Sotto pressione nel listino anche altri titoli tra cui Pirelli -1,69%, Fiat -2,38%, Finmeccanica -1,42%, Mediaset -2,78% e Ansaldo -1,65%.

Riguardo agli altri listini europei, l’indice di riferimento Eurostoxx 50 ha ceduto l’1,11%; Francoforte -1,60%, rimasta positiva Londra +0,18%, Parigi -1,03%, Madrid -1,76%, Zurigo +0,16%, Atene -0,42%.

Sul fronte valutario, l’euro torna sotto quota $1,30, viaggiando sui minimi dell’anno e scende dello 0,61% nei confronti del dollaro a $1,2988. Nei confronti del franco svizzero, la moneta unica perde lo 0,15% a CHF 1,2192, mentre sullo yen cede lo 0,79%, a JPY 100,9650.

Riguardo alle commodities, infine, i futures sul petrolio scendono dell’1,53%, a quota $99,79, mentre le quotazioni dell’oro arretrano dell’1,67%, a $1.568,90.