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Borsa Milano giù con banche, Draghi delude. Euro piatto

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Milano – Con la decisione presa nell’ultima riunione di politica monetaria, Mario Draghi gela le attese e le speculazioni sull’arrivo di nuove misure che possano sostenere la crescita in Eurozona. I mercati hanno fatto immediatamente dietrofront, con i cali che hanno assunto una portata particolarmente grande nel settore bancario, poi ripresosi sul finale.

Il numero uno della Bce, nella conferenza stampa successiva all’annuncio con cui i tassi di rifinanziamento sono stati lasciati invariati all’1% – come da attese – parla di “rischi al ribasso sull’outlook dell’economia”, ma sottolineache nel comitato esecutivo dell’istituto di Francoforte non si è parlato neanche dell’opzione di abbassare i tassi. Dalle parole di Draghi, trapela tutta l’intenzione di passare la palla ai governi: spetta a loro correggere gli squilibri dell’Eurozona. Gli investitori temono così che l’Europa sia rimasta “orfana” dell’aiuto della Bce, complice anche la dichiarazione del presidente secondo cui “l’acquisto di bond non può durare per sempre”.

A Piazza Affari, dopo aver oscillato nervosamente, il Ftse Mib chiude in calo dello 0,67%. Sulla scia dei rumor su un eventuale nuova iniezione di liquidita’ da parte dell’istituto di Francoforte, in mattinata l’indice era salito anche dell’1,5% circa, prima di ricevere un duro colpo dal discorso di Draghi e perdere quota 14.200. Contrastate le altre borse: Londra fa +0,04%, Parigi -0,04%, Francoforte -0,26% e l’indice di riferimento del continente Eurostoxx 50 -0,14%. A impedire una peggiore performance dei mercati sono anche oggi i risultati societari positivi (il 73% delle aziende europee che ha riportato i conti fiscali ha battuto le attese sin qui).

Lo Spread tra i rendimenti dei titoli di stato di Italia e Germania a 10 anni e’ sceso, nonostante l’allarmante rialzo dei tassi nell’asta spagnola. Si riducono i cali sul finale, con il differenziale che chiude a 388,43 punti base, a fronte di rendimenti decennali in flessione dello 0,54% al 5,51%.

Sul fronte politico italiano, il governo Monti fa parlare di sé dopo la critica aperta contro l’Europa: “L’Europa, sul piano della crescita, non sta facendo molto bene”, ha detto, in un incontro pubblico a Roma con il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz. Allo stesso tempo, però, ribadisce il premier, “è inaccettabile che la politica (italiana) inciti a non pagare le tasse”. Intanto i comuni uniscono le loro forze per protestare contro l’Imu, e la tensione tra i sindaci e l’esecutivo cresce.

In generale, market mover di oggi, oltre alla Bce, sono anche alcune notizie societarie, che vedono protagonisti gli utili del colosso bancario francese SocGen , che sono scesi nel primo trimestre del 20%, ma che si sono rivelati migliori delle stime. Sotto i riflettori anche i profitti del colosso automobilistico tedesco BMW, che hanno segnato un rialzo. “La maggior parte dei risultati si sta dimostrando migliore delle attese, dunque ci sono molti titoli che condizionano i mercati”, ha commentato a Bloomberg Gerard Lane, strategist del mercato azionario presso Shore Capital Group, a Liverpool. Tuttavia, nel post-Draghi, a condizionare l’azionario sono soprattutto i cali dei titoli bancari.

Sullo sfondo, gli investitori aspettano di conoscere il duplice esito dell’appuntamento di domenica 6 maggio, giornata in cui si conoscerà il futuro politico sia della Francia che della Grecia. I grandi guru della finanza rimangono in ogni caso molto scettici sul destino dell’Eurozona e, in particolare, c’è anche chi ritiene che l’Europa ha già fatto default, in particolare verso i propri cittadini.

Guardando intanto alle altre piazze finanziarie europee, Londra -0,07%, Francoforte -0,50%, Parigi -0,19%, Madrid +0,38%, Zurigo -0,29%, Amsterdam -1,10%, male Bruxelles -1,12% e Atene +0,16%. Il peggioramento, oltre che alle parole di Draghi, deve essere addebitato anche alla performance negativa di Wall Street, alla vigilia dell’importante rapporto sull’occupazione di aprile che condizionerà il mercato azionario globale nelle sessioni successive.

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, la delusione per il mancato annuncio da parte di Draghi di una nuova operazione di maxi-liquidità si fa sentire soprattutto sul settore bancario: Banco Popolare -4,59%, Unicredit -4,58%, Banca Popalare Emilia Romagna -4,52%, A2A -4,13%. Tra i peggiori anche Finmeccanica che, dopo la comunicazione dei conti, perde il 3,9%. Sul fronte dei rialzi si distinguono Pirelli +2,5%, Telecom Italia +1,92%, Atlantia +3,06%, Azimut +1,63% e Luxottica +1,79%.

In ambito valutario, l’euro è al momento piatto nei confronti del dollaro, con -0,01% a $1,3152, mentre contro lo yen cresce dello 0,28% a JPY 105,67. Rapporto dollaro/yen sale dello 0,29% a JPY 80,35. Da segnalare che i timori sul problema dei debiti sovrani fa scendere la moneta unica contro il biglietto verde per la terza sessione consecutiva.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio arretrano dell’1,77%, a quota $103,36 al barile, mentre le quotazioni dell’oro si attestano a $1.636,50 l’oncia (-1,06%). Le materie prime scontano i timori sul peggioramento della congiuntura europea, in assenza di sufficienti stimoli da parte della Bce.