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Borsa Milano fa -3,3%, affonda Fondiaria-Sai

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Milano – Per via di un peggioramento improvviso dell’andamento dei titoli bancari, si fanno pesanti le perdite a Piazza Affari sul finale di seduta. Assumono dimensioni preoccupanti anche i rialzi dei rendimenti dei titoli di stato, in particolare sulla parte breve della curva. L’indice Ftse Mib ha ceduto il 3,3% a quota 15.908. Sul listono milanese pesa l’aumento della tensione politica, in merito alla riforma sul lavoro, che si ripercuote sulla solidita’ del governo.

“Nonostante alcuni giorni di declino a causa delle nostre misure sul lavoro questo governo sta godendo un alto consenso nei sondaggi i partiti no” anche perché noi siamo una “breve eccezione”. Lo afferma Mario Monti in una conferenza a Tokyo.

Tra i settori, tartassate le banche, che subiscono un vero e proprio tracollo. A pesare sono gli allarmi sui debiti sovrani dell’area euro, in particolare sulla situazione finanziaria traballante della Spagna, e sulla crescita economica interna.

Monte dei Paschi di Siena cede quasi dieci punti percentuali dopo i conti. In ribasso del 10% anche Pop Milano. Perdite sopra il 5% per Itesa SanPaolo e Unicredit. Fondiaria-SAI crolla del 13% sui dubbi circa il piano di ricapitalizzazione.

Il gruppo ha ribadito la solidita’ dell’operazione avviata dieci giorni fa, giudicando “inappropriate” le indiscrezioni circolate, giudicando “fortemente lesivo” della propria reputazione l’accostamento della attuale condizione della compagnia a quella di note e gravi vicende giudiziarie che hanno riguardato enti o gruppi societari in evidenti e acclarate situazioni fallimentari. Il 19 marzo i soci azionisti hanno approvato un incremento di capitale di 1,1 miliardi di euro.

Intanto i rendimenti a due anni fanno un balzo di 34 punti base al 2,97%, mentre il costo per assicurarsi per cinque anni contro un eventuale default del debito sovrano italiano e’ risalito sopra i 400 punti base per la prima volta da meta’ febbraio.

Dopo aver oscillato intorno alla parità nella prima parte della seduta, l’indice azionario italiano ha preso con decisione la via dei ribassi verso meta’ pomeriggio. Di pari passo si sono accentuate le tensioni sulle altre borse europee, anche se sulle altre piazze il comparto bancario pesa in maniera inferiore rispetto a Milano. Londra fa segnare un -1,09%, Francoforte -1,78%, Parigi -1,23% e l’indice di riferimento Eurostoxx 50 -1,61%.

“Spagna e America”, sono le motivazioni addotte da un trader di Milano a Reuters, riferendosi ai timori di contagio della situazione spagnola e ai dati macro Usa con le richieste di sussidi di disoccupazione peggiori delle attese.

Sui Btp a 10 anni i tassi retributivi lordi aumentano al 5,24% per cento (+14 punti base) e il loro differenziale o spread rispetto ai Bund ella Germania sale a 3,44 punti percentuali, secondo Bloomberg (+17 punti base). Anche i cinque anni sono sotto pressione, con i rendimenti che si issano sopra il 4,461%.

Quando manca un’ora al suono della campanella, il Ftse-Mib accentua i cali al -3,13% sotto 16.000 punti. L’Ocse ha pronosticato un primo semestre in recessione per l’Italia, mentre in generale i bond dei paesi della periferia dell’area euro risentono degli allarmismi che da alcuni giorni circondano la Spagna, dove oggi si svolge uno sciopero generale.

Le borse europee accelerano anch’esse al ribasso, sulla scia dei sell che hanno colpito Wall Street, ieri, e le borse asiatiche, oggi. In particolare, il listino azionario cinese è scivolato al minimo delle ultime 11 settimane.

Due sono i fattori che stanno condizionando i mercati: primo, i timori di un rallentamento economico globale, alimentato dalle preoccupazioni sulle condizioni di salute delle congiunture Usa e Cina. Secondo fattore che spiega il persistere del sentiment negativo è la nota di Standard & Poor’s, che ha affermato che esiste il rischio che la Grecia debba procedere a una nuova ristrutturazione del debito.

“Con tutte le buone notizie che sono state già scontate dall’azionario, ci stiamo dirigendo verso un periodo più difficile, e i mercati sono vulnerabili – ha commentato Shane Oliver, responsabile della strategia degli investimenti presso AMP Capital Investors, a Sidney – Stiamo iniziando ad assistere all’arrivo di dati che si confermano più deboli delle attese”.

Gli investitori decidono di rifugiarsi soprattutto sullo yen, scontando anche il rialzo dei rendimenti dei bond portoghesi a due anni, per la prima volta in 11 giorni, e dei tassi dei titoli spagnoli e italiani. La Spagna rimane al centro dei riflettori: si scopre infatti che, per salvare le banche, Madrid dovrebbe spendere l’equivalente del 15% del suo Pil.

In questo contesto, sul fronte del mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund registra un forte rally proprio dopo l’asta italiana, che ha visto comunque il rendimento dei BTP a dieci anni scivolare ai minimi dall’agosto del 2011. Il differenziale a 10 anni balza +3,51% a 334,59 punti, a fronte di un tasso che sul mercato secondario avanza dell’1,61% al 5,18%.

Incidono anche le previsioni dell’Ocse sul Pil italiano, che parlano di una contrazione del Pil, nel corso del primo trimestre, pari a -1,6% e di un -0,1% nel secondo trimestre. Lo stesso ministro per lo sviluppo Economico Corrado Passera ha affermato poi che l’Italia versa nel pieno di una recessione, facendo fronte anche a un credit crunch.

Intanto, ad avallare il quadro economico sconfortante, è l’indice della fiducia Ue e dell’Eurozona del mese di marzo.

Arrivano anche indiscrezioni secondo cui, a seguito delle dichiarazioni di Angel Gurria, numero uno dell’Ocse che, oltre a chiedere che la Bce faccia di più, ha auspicato la creazione da parte dell’Ue di un firewall più consistente, i ministri finanziari dell’Eurozona decidano di muoversi davvero in questa direzione.

Si parla di un potenziamento del muro di protezione per salvare l’Europa fino a 940 miliardi di euro.

Tornando ai titoli quotati sul Ftse Mib, oltre a Fiondiaria Sai protagonista in negativo Mps dopo la pubblicazione dei conti del 2011, che hanno messo in evidenza nel 2011 una perdita netta di 4,69 miliardi di euro, a causa dell’impatto delle svalutazioni.

Sell off anche sulle altre banche, con Banco Popolare che vira in rosso con -2,10%, BPM -2,25%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna -1,94%, Intesa SanPaolo -1,54%, Ubi Banca -1,90%. Giù anche Ferragamo penalizzata da un giudizio di Deutsche Bank, che ha tagliato il rating a hold da buy. Le quotazioni fanno -3,33%. Due i titoli positivi sul Ftse Mib: si tratta di Finmeccanica, che prosegue la sua corsa con +3% e Atlantia +0,87%.

In ambito valutario, l’euro in calo sul dollaro a $1,3263 (-0,39%), scivolando contro lo yen più dell’1,13%, a JPY 109,08. In una giornata in cui gli investitori cercano rifugio nella valuta nipponica, il rapporto dollaro/yen è in flessione dello 0,75% a JPY 82,26.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio riprendono a scivolare con -1,65%, a quota $103,67 al barile, mentre le quotazioni dell’oro arretrano a $1.653,80 l’oncia (-0,40%).

GUARDA IL VIDEO di Bob Parker, senior adviser di Credit Suisse Asset Management, che affronta temi caldi come la situazione economica italiana, le elezioni presidenziali in Usa e Francia e gli investimenti in Cina.