
Roma – In un clima prefestivo le borse europee proseguono la giornata di contrattazioni con un tono moderatamente positivo, sulla scia del buon andamento dei listini asiatici. Il Ftse Mib chiude in rialzo di +0,31%, sul filo dell’importante soglia psicologica dei 15.100, Londra guadagna +1,02%, Francoforte +0,32%, Parigi +0,74%, Atene +0,82%.
All’interno del listino, si mette in evidenza la performance positiva di Eni e gli altri petroliferi. Contrastati, invece, i bancari che vengono comunque da una settimana in rialzo. Mps invariata, Banco Popolare -0,47%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna -0,41%, Intesa SanPaolo -0,90%, Unicredit -3,22%, Ubi Banca -1,49%.
A Piazza Affari, in generale, occhi puntati sulla storia Fonsai, visto il cda di oggi che potrebbe decidere a favore di aumento di capitale di 750 miliardi di euro, che si tradurrebbe in una diluizione della quota in mano alla famiglia Ligresti. Il titolo sale del 3,21%.
Rimane alta la tensione sullo spread Italia-Germania, che si attesta a 503 punti base in rialzo del +1%, all’indomani della fiducia accordata dal Parlamento alla manovra Salva Italia del governo Monti. Torna a salire anche il rendimento decennale, che si attesta al 7,10%. Il differenziale sui tassi di interesse a due anni e’ invece in ribasso del -2,2% a quota 481 punti base.
La luna di miele tra il mercato e il professore della Bocconi sembra destinata a concludersi qui. Con i rendimenti del decennale su livelli che hanno spinto gli altri Piigs a chiedere aiuti esterni, l’Italia incontrera’ non poche difficolta’ a collocare sul primario 440 miliardi di euro di debito nel 2012, di cui 250 miliardi da qui a febbraio.
Nuovi giudizi arrivano dalle agenzie di rating: Moody’s ha confermato la tripla AAA per l’Austria mentre ha bocciato per la seconda volta in tre mesi la Slovenia. Fitch ha inoltre rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Asia del 2012, motivando la decisione con l’indebolimento dell’economia globale.
Notizie no arrivano per la Francia, con il Pil del terzo trimestre che è stato rivisto al ribasso a +0,3% dal +0,4% della prima stima.
Facendo un bilancio degli indici globali, da segnalare che il MSCI Asia Pacific Index si avvia a concludere il 2011 soffrendo la perdita, su base, annua, più forte dal 2008, scontando i problemi di liquidità dell’Europa. L’indice MSCI Asia Pacific ha di fatto ceduto quest’anno il 18% del suo valore, contro la flessione di appena l’1,1% dello S&P 500 e del 13% dello Stoxx Europe 600 Index.
Detto questo, parlando in modo specifico dell’Europa e dello Stoxx Europe 600 Index, è necessario ricordare che l’indicatore è salito del 12% dal minimo di quest’anno, toccato lo scorso 22 settembre, scommettendo soprattutto su una ripresa degli Stati Uniti e sulla capacità dell’Europa di affrontare i propri problemi. Rimane in ogni caso il triste record nel 2011 dei settori bancario e delle materie prime, che si sono confermati i peggiori tra i comparti presenti sullo Stoxx 600, perdendo entrambi più del 30%.
Sul fronte valutario, l’euro si indebolisce nei confronti del dollaro, e al momento è piatto, scendendo dello 0,09% a quota $1,3039; nei confronti del franco svizzero la moneta unica sale dello 0,14% a CHF 1,2232, mentre contro lo yen è in flessione dello 0,15% a JPY 101,86.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono in rialzo dello 0,17%, a quota $99,70 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in calo dello 0,09%, a $1.609,10.