
MILANO (WSI) – Favorita dalle voci che giungono da Oltreoceano, dove pare più vicino lo sblocco dello stallo sul debito Usa, la Borsa di Milano chiude in buon rialzo, con il Ftse Mib che accelera dell’1,54%, oltre quota 18.800 punti. Il listino viaggia ai massimi dall’agosto del 2011. “Ci sono massicci flussi in ingresso sul mercato, dicono anche dall’estero”, sottolinea un altro operatore, sempre in una intervista a Reuters. “Stanno cercando high beta stocks, titoli che sono stati pesantemente shortati come Mediaset”. Tra gli acquirenti, ci sarebbero anche grandi fondi Usa.
Superato il test dell’asta, che ha avuto per oggetto i Bot con scadenza a 12 mesi. Il tasso si è attestato allo 0,99%, al minimo dallo scorso giugno. La vera prova del nove arriverà però domani, con l’emissione di BTP a 3 e 10 anni.
Ancora brutte notizie dal fronte economico, con il dato relativo alla produzione industriale, che ad agosto ha segnato un calo -0,3% su base mensile, scivolando -4,6% su base annua.
In forte ribasso lo spread Btp-bund che segna -3,92% a 239,88 punti, a fronte di rendimenti del titolo decennale italiano -0,98% al 4,16%. In generale bene i bancari, rally di Mediaset.
“Finmeccanica è una società che avviato un piano di ristrutturazione e cessioni importanti. Insieme a Banco Popolare e a Mps fa parte dei titoli su cui c’è maggiore short”, fa notare un trader, intervistato da Reuters. A suo avviso si iniziano a vedere gli effetti “di anni di sottoperformace dei titoli italiani nei portafogli mondiali, l’allontanamento di Berlusconi dalla politica viene visto anche e soprattutto dall’estero come un segnale estremamente positivo e si comincia a scommettere che il paese, grande malato, possa cominciare a guarire”.
Indice europeo Stoxx 600 recupera dai minimi un mese: si scommette che negli Stati Uniti si possa trovare presto una soluzione anti-default. I rumors, a tal proposito, non mancano.
Continua lo shutdown del governo americano, che entra nel suo decimo giorno, mentre si avvicina la scadenza del 17 ottobre, giorno entro cui i Democratici e i Repubblicani del Congresso devono trovare un accordo sull’innalzamento del tetto sul debito, se vorranno scongiurare lo scenario del default Usa.
Intanto, i Treasuries sono diventati, stando a un indicatore che misura la volatilitĂ a tre mesi, piĂą rischiosi dei bond italiani e spagnoli.
“Ritieniamo che lo stallo politico non si protrarrà per molto tempo, perchè gli effetti potrebbero essere catastrofici per gli Stati Uniti e l’economia mondiale – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Donald Williams, responsabile della divisione di investimenti di Platypus Asset Management, a Sidney – Detto questo, l’incertezza sui mercati persiste e dunque nella prossima settimana le contrattazioni continueranno a essere caratterizzate da un certo nervosismo”.
Ottimista Bill Gross, gestore del principale fondo obbligazionario al mondo, Pimco, che in una intervista televisiva rilasciata a Bloomberg ha affermato di acquistare debito americano, contrariamente a Fidelity Investment, che sta invece smobilizzando le proprie posizioni.
E Ian Williams, strategist di mercati presso Peel Hunt LLP a Londra scrive in una nota ai clienti che “sembra che gli investitori americani credano che le possibilità di un aumento del tetto sul debito nel breve termine stiano aumentando. Ogni rally (dei mercati) sarà comunque frenato, fino a quando la situazione fiscale non diventerà più chiara”.
L’indice S&P 500 ieri ha chiuso la seduta piatto, dopo aver perso più del 2% nelle due precedenti sessioni, in quello che è stato il calo in due giorni peggiore dallo scorso giugno.
Notizie positive dal fronte economico asiatico, con gli ordini ai macchinari giapponesi che sono balzati +10,3% ad agosto su base annua, contro il +8,5% atteso dal consensus. In Australia, il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa al 5,6% a settembre, con una crescita dell’occupazione di 9.100 unità (anche se Bloomberg aveva previsto un aumento +15.000).
Tokyo balza +1,12%, Hong Kong -0,82%, indice australiano S&P/ASX 200 -0,11%, Shanghai -0,82%, Kospi invariato con -0,07%.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,07% a $1,3513, dollaro/yen +0,73% a JPY 98,05. Euro/franco svizzero +0,08% a CHF 1,2314, euro/yen +0,68% a JPY 132,48.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio virano in rosso con -0,30% a $101,31 al barile, dopo essere saliti nelle ore precedenti sulla notizia del rapimento del premier libico mentre le quotazioni dell’oro -0,75% a $1.297,10 l’oncia.
ANALISI MERCATI DI MPS CAPITAL SERVICES
Tassi & Congiuntura: in area Euro tassi dei paesi periferici ieri in rialzo a fronte di sostanziale stabilità dei tassi tedeschi. Il tasso sul Bund decennale è in rialzo questa mattina sulla scia di maggior ottimismo sui negoziati Usa.
Ieri corposo flusso di emissioni: l’Italia ha emesso 5Mld€ del nuovo Btp a 7 anni a fronte dei 4Mld€ di un nuovo trentennale spagnolo. In entrambi i casi la domanda è stata molto elevata superando i 10Mld€ per ciascuna emissione. Domani è atteso il collocamento fino a 6Mld€ di Cct e Btp a 3 e 15 anni. Al momento ancora non è stata resa nota la distribuzione geografica della domanda ma è verosimile immaginare che quella estera sia stata non marginale.
L’impatto di tale tipologia di domanda sulla curva appare evidente soprattutto sulla parte a brevissimo termine della curva, dove è piuttosto marcato il calo dei tassi dei Bot ad 1 anno a fronte di andamento nettamente opposto egli equivalenti T-bill Usa.
Si tratta verosimilmente della tendenza a parcheggiare la liquidità in area euro, in attesa di verificare l’esito dei negoziati sul tema debito Usa.
Negli Usa tasso decennale in rialzo questa mattina sulla scia di segnali di progresso verso un possibile accordo sulla proposta di Obama di un innalzamento temporaneo del tetto del debito. Indicazioni in tal senso sono ad esempio arrivate dalla proposta del repubblicano Ryan che contempla l’ipotesi di estensione del tetto sul debito per un periodo compreso tra 4 e 6 settimane. Ieri il presidente Obama ha incontrato un gruppo di esponenti democratici mentre oggi è atteso il meeting con un’analoga delegazione di repubblicani.
Rimane aperta al momento la possibilità o meno che un eventuale accordo temporaneo sul debito comporti anche un analogo temporaneo arresto dello shutdown. Sul fronte Fed, le minute dell’importante incontro del 18 settembre (quello in occasione del quale la Fed ha optato per il no tapering) hanno evidenziato come la decisione sia stata presa dopo un ampio dibattito che ha tenuto in considerazione da un lato i progressi ancora non convincenti sul mercato del lavoro e dall’altro alcuni segnali di tensioni sui mercati finanziari, tra cui in modo particolare il rialzo dei tassi sui mutui. In ogni caso la maggioranza del board è apparsa ancora orientata verso l’ipotesi di riduzione totale del piano di acquisti entro la metà del 2014.
All’interno delle minute, tra i fattori alla base della decisione vengono menzionati anche i rischi connessi con il tema delle potenziali tensioni legate all’innalzamento del tetto del debito. Nel frattempo ieri Obama ha ufficializzato la proposta di nomina della Yellen a capo della Fed (occorrerà poi il voto del Senato) che nel discorso pronunciato accanto al presidente ha dichiarato: “Deve essere fatto di più per rafforzare la ripresa. Ancora troppi americani sono senza lavoro”.
Valute: euro in deprezzamento verso dollaro dopo aver sfiorato quota 1,36 subito dopo il preannuncio della nomina della Yellen. Dopo tale primo impatto emotivo, gli operatori hanno probabilmente accolto la nomina della Yellen con un segnale di minore incertezza in attesa dell’esito dei negoziati sul debito, tema per il quale successivamente sono anche arrivate indicazioni più ottimistiche. A ciò si aggiungano le presumibili prese di profitto della componente speculativa. Il primo supporto è in area 1,3450. L’eventuale accordo temporaneo potrebbe spingere il cambio fino ad area 1,33.
Lo yen si è deprezzato anche questa notte verso le principali valute, in seguito principalmente all’apprezzamento generalizzato del dollaro. Verso euro il cambio resta comunque poco volatile con il supporto più vicino in prossimità di 131 e la resistenza a 133,50, con livello intermedio a 132,25.
Intanto segnali di rafforzamento dell’economia giapponese giungono dagli ordini di macchinari di agosto, saliti come ammontare al livello maggiore dal collasso di Lehman nel 2008.
Tra le valute più deboli della settimana troviamo anche la sterlina penalizzata dai non favorevoli dati macro degli ultimi giorni. Ieri a sorpresa la produzione industriale e manifatturiera di agosto si è contratta su base mensile ed annuale, inoltre nello stesso mese è aumentato il deficit commerciale.
Oggi è in programma la riunione della BoE dalla quale non dovrebbero emergere modifiche alla politica monetaria dell’istituto. Tra le valute emergenti si è apprezzato il won sudcoreano verso le principali valute dei paesi sviluppati. Questa notte la banca centrale coreana ha lasciato invariato il tasso benchmark per il quinto mese consecutivo, riducendo inoltre le stime sulla crescita e sull’inflazione per il 2014.
Commodity: dopo tre giornate consecutive di rialzo sono arrivate le prese di profitto con l’indice generale calato di oltre l’1%. I ribassi hanno interessato tutti i principali settori con i metalli preziosi che hanno registrato la performance peggiore guidati dal ribasso dell’argento (-2,5%). In calo anche l’oro (-1,3%) sceso temporaneamente sotto i 1300$ su attese di un possibile accordo temporaneo negli Usa e sulla scia dell’apprezzamento del dollaro Usa. Negativi anche i metalli non ferrosi con il rame (-1,9%) che ha guidato la discesa. Le vendite hanno interessato anche il comparto energia con il Wti (-1,8%) più penalizzato rispetto al Brent (-1%) alla luce del rialzo settimanale ben oltre le attese delle scorte Usa di greggio. Leggermente negativo l’indice agricolo con le perdite delle singole componenti che mediamente sono state piuttosto contenute.
Azionario: seduta di ieri all’insegna ancora dell’incertezza per i listini azionari europei in un contesto di volumi che rimangono piuttosto elevati. Prosegue intanto la divergenza tra i listini periferici e quelli core: ancora una volta infatti gli indici Ftsemib ed Ibex hanno registrato una seduta positiva, con rialzi di oltre l’1%, a fronte di andamento in calo per tutti gli altri indici europei.
Il recupero dei titoli del settore finanziario sta infatti portando ad una sovra-performance dei due indici in cui soprattutto il comparto bancario ha un peso predominante all’interno dei due panieri. A livello settoriale la seduta di ieri ha visto infatti muovere in controtendenza il comparto finanziario, assieme a quello utility, risultato il migliore all’interno dello Stoxx600.
Le vendite hanno invece colpito principalmente il settore tecnologico e l’health care. In mattinata apertura positiva per i listini azionari europei con l’indice Ftsemib che registra nuovi massimi da agosto del 2011.
Negli Usa giornata ancora volatile per i listini azionari che dopo una prima fase di contrattazioni in calo sono riusciti a tornare in territorio positivo nel corso della seduta chiudendo in lieve rialzo. Ancora una volta negativo l’indice Nasdaq è stato penalizzato dal calo dei titoli del comparto internet/social networks.
Gli operatori aspettano le future mosse del Congresso sul tema tetto sul debito e preferiscono non prendere posizione in vista anche del lungo weekend
considerata la chiusura dei mercati lunedì per il Columbus Day.
Sul fronte emergente, chiusura in lieve calo per l’indice MSCI EM penalizzato dal calo che ha interessato soprattutto l’area dell’Est Europa con il listini turco in calo per la quarta seduta consecutiva. In lieve rialzo l’indice Bovespa (+0,5%). Durante la notte seduta mista per i listini asiatici: in calo la borsa cinese, mentre sale di circa l’1% l’indice Nikkei favorito ancora da un indebolimento dello yen.
INFORMAZIONI DI STAMPA SU TITOLI
ASTALDI – Secondo quanto riportato dalla stampa, nelle prossime settimane Nalcor potrebbe assegnare ad Astaldi Canada un contratto per le Muskrat Falls dal valore complessivo di 1Mld$ circa.
AZIMUT – La società ha archiviato il mese di settembre con una raccolta complessiva netta di 190Mln€ di cui 108Mln€ in risparmio gestito. La raccolta complessiva da inizio anno è stata di oltre 2Mld€, in crescita di oltre l’80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il gruppo ha inoltre annunciato il lancio di otto nuovi fondi che includono prodotti legati ai bond dei Paesi arabi ed alla lira turca. La società ha anche completato l’acquisizione del 50%della holding brasiliana Legan Administração de Recursos.
CNH INDUSTRIAL – La società ha annunciato che la sua controllata Cnh Industrial ha terminato l’offerta di un prestito obbligazionario da 500Mln$ con scadenza 2017 e cedola del 3,25%.
ERG – La società ha completato l’uscita dal settore della raffinazione esercitando un’opzione put per l’ultima quota del 20% detenuta nella raffineria Isab; il controvalore dell’operazione ammonta a 400Mln€ circa.
FONDIARIA-SAI – La società , unitamente alle controllate Finsai International e Milano Assicurazioni, ha terminato la cessione di oltre 23Mln di azioni ordinarie di Mediobanca (pari al 2,68% del capitale); il corrispettivo di tale operazione è stato di 132,2Mln€ circa. Le ulteriori 10Mln di azioni circa detenute nel capitale di Mediobanca erano state precedentemente vendute a termine. L’operazione rientra nel progetto di adempimento delle misure disposte dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che prevede la cessione dell’intera partecipazione della compagnia detenuta in Mediobanca.
SNAM – Il gruppo ha annunciato di procedere ad un private placement da 300Mln€ con durata triennale (17 ottobre 2016) a tasso variabile (Euribor a tre mesi + 85pb).
TELECOM ITALIA – La società ha dichiarato che al momento non è in corso nessun processo, sia formale che non, riguardante la vendita della partecipazione di Tim Brazil.
VODAFONE – Secondo quanto riportato dal Financial Times, la società avrebbe intenzione di investire fino a 2Mld$ nella filiale indiana in modo da accrescere la propria quota di partecipazione nel Paese asiatico (attualmente al 64%).
NIKE – La società ha dichiarato di attendersi un ricavo complessivo di 36Mld$ circa nel 2017, in crescita di oltre il 42% rispetto a quello registrato nell’ultimo esercizio fiscale. Per l’esercizio fiscale 2015 il gruppo prevede invece ricavi compresi nel range 28-30Mld$.