Milano – Volatilità sulla borsa di Milano in una giornata caratterizzata da scadenze tecniche. Il Ftse Mib torna a salire con decisione e chiude con guadagni di quasi l’1%. Il via ia buy è stato alimentato soprattutto dall’indice Ifo tedesco e dallo smorzarsi delle tensioni sui titoli di stato.
Il listino milanese segna un progresso dello 0,8%. Londra fa +0,26%, Francoforte +1,09%, Parigi +0,26%. L’indice di riferimento della regione Eurostoxx 50 guadagna l’1,05%.
Lo Spread Italia-Germania e’ avanzato dell’1,68% a 394,54 punti, ma si e’ allontanato dal massimo dei 405 punti testato nelle prime ore della mattinata, a fronte di rendimenti sui BTP a 10 anni in crescita dello 0,53% al 5,64%.
Riguardo al caso specifico dell’Italia e soprattutto alle stime contrastate rilasciate dall’Fmi e dal governo, il vice ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha affermato che “il messaggio importante è quello che ha dato il presidente del Consiglio (Mario Monti): l’importante non è convergere di 0,2, 0,3 o 0,5% sulle previsioni, è essere d’accordo sul fatto che la direzione, le riforme, gli obiettivi fiscali di consolidamento sono quelli giusti”, ha detto, in attesa della riunione del G20, dove si parlerà anche del caso Italia.
Occhio all’euro, che sale nei confronti del dollaro con +0,56%, a quota $1,3208, crescendo sullo yen dello 0,56% a JPY 107,79. Rapporto dollaro/yen in recupero con +0,01% a JPY 81,61. “Una Germania forte aiuta immensamente l’euro, e aiuta anche gli altri asset – ha commentato a Bloomberg Neil Jones, responsabile della divisione di vendite hedge fund presso Mizuho Corporate Bank -Le transazioni commerciali e gli investimenti diretti verso la Germania sono la ragione principale per cui l’euro sta resistendo”. La moneta unica è salita nel corso di questa settimana dello 0,9%; si tratta del primo rialzo settimanale dallo scorso 30 marzo. L’Ifo tedesco è salito esattamente a 109,9 punti nel mese di aprile, contro le attese degli analisti che avevano previsto un calo.
Tornando sui mercati dei titoli di debito, dopo aver superato la soglia del 6% nelle prime ore della mattinata, i tassi a 10 anni spagnoli hanno ridotto i guadagni, facendo +0,59% al 5,96%. Tuttavia, il nervosismo e la scarsa propensione al rischio degli investitori sono testimoniati anche oggi dalla corsa ai Bund tedeschi, con il futures con scadenza a giugno che è arrivato a toccare il nuovo record a 140,78 punti. Riaccelera al ribasso nel finale lo spread Francia-Germania con -3,45% a 136 punti base.
I timori sul futuro di Parigi sono tuttavia un dato di fatto e, secondo Barclays, la Francia non può essere considerata più un paese core dell’Europa. Il suo destino sarà condizionato infatti, secondo la banca, sempre di più dal movimento degli spread spagnoli e italiani.
In generale, l’azionario globale è ancora scosso – come dimostrato dalla performance dei mercati asiatici. Spagna e Italia rimangono sotto i riflettori, e si teme che prima o poi Madrid dovrà bussare alla porta dell’Ue e dell’Fmi per ricevere un piano di salvataggio. Ieri l’asta spagnola ha messo d’altronde in evidenza che il tasso a 10 anni è balzato al massimo degli ultimi 5 mesi, testando anche il terzo record della storia. Il riacutizzarsi della crisi ha portato l’indice azionario di riferimento europeo, lo Stoxx Europe 600, a perdere il 2,5% dagli inizi di aprile. Ma nella sessione odierna un aiuto arriva anche da Wall Street, confortata dai risultati di colossi del calibro di Microsoft e General Electric.
Il Fondo Monetario Internazionale continua nel frattempo a lavorare per allargare la quantità di quelle riserve che potrebbero essere utilizzate in caso di peggioramento della crisi. Un segnale di speranza è arrivato dai principali paesi emergenti, che hanno promesso di fare la loro parte, anche se il Brasile richiede che un incremento delle risorse avverrà solo in corrispondenza di un maggiore potere di voto all’interno del Fmi. La Russia ha invece precisato che i paesi del G20 sono pronti a riunirsi nel meeting in calendario nella giornata di oggi, per impegnarsi a versare nuovi finanziamenti, al fine di soddisfare la richiesta del presidente dell’Fmi Christine Lagarde di disporre almeno di 400 miliardi di dollari. La Russia, ha detto il vice ministro delle finanze del paese Sergei Storchak, è pronta ad offrire 10 miliardi di dollari. Fino a questo momento, l’Europa e il Giappone si sono impegnati con 320 miliardi.
“Potremmo ricevere un ulteriore impegno dall’Fmi e dal G-20 verso una politica tesa a risolvere i problemi europei, e questo fattore è positivo per l’euro”, ha fatto notare Andrew Salter, strategist del mercato dei cambi presso Australia & New Zealand Banking Group a Sidney.
Tornando al Ftse Mib, i titoli bancari tornano a rialzare la testa, in particolare Popolare Emilia Romagna (+2,44%), ma i Buy piu’ convincenti sono nel settore energetico e delle utility: A2A fa +7,90%, Enel +3,57%. Diasorin fa +2,85%, Telecom Italia avanza del 2,31%. Tra i titoli in rosso, male Tenaris -1,11%, Fiat -1,88%, Fiat Industrial -1,20% e Finmeccanica -2,59%. Da segnalare i ribassi di STM (-1,77%).
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio balzano dell’1,87% a $104,18 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in rialzo dello 0,27% a $1.645,80 l’oncia.
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