Economia

Borsa Milano chiude in rosso, giù Saipem e FCA

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MILANO (WSI) – Dopo una prima parte positiva, Piazza Affari prende la via dei ribassi e chiude in rosso. Anche in settimana il bilancio, come del resto nelle altre borse principali d’occidente, è in perdita.

Il Ftse MIB ha fatto -0,43% a 23.507,70 punti, dopo aver sfiorato i 23.750 a metà mattinata. Si aggrava situazione materie prime. Euro in frenata sul dollaro dopo la pubblicazione dei Pmi europei di luglio, che segnalano un rallentamento della crescita del settore privato.

L’Eurostoxx 50 cede lo 0,94%. FTSE 100 -1,16%, Francoforte -1,42%, Parigi -0,56%. In settimana il calo è di oltre il 2,5%%, in un periodo durante il quale si sono fatte sentire le perdite di minerari ed energetici, comparti a loro volta influenzati in negativo dal crollo delle commodities.

Oggi dovevano tornare ad Atene i creditori internazionali per trattare sul nuovo programma di aiuti da 86 miliardi. Ma i colloqui sono stati rimandati per problemi di sicureza. Nel frattempo la Bce ha evidenziato la necessità di ricapitalizzare subito il settore finanziario.

A livello settoriale in Italia richiesti i titoli del lusso, male invece FCA – che ha richiamato 1,4 milioni di jeep e suv Chrysler – e Saipem che paga il momento difficile che attraversa il etrolio. Ferragamo, Luxottica e Tod’s sono tra i migliori del paniere delle blue chip. In denaro anche Mediaset; torna invece a perdere quota Stm dopo il rimbalzo della vigilia.

In ambito di notizie societarie, una serie di fragili risultati societari ha incrementato le preoccupazioni degli investitori sulla solidità dell’economia globale nei giorni scorsi. Le ultime due grandi aziende in ordine di tempo a riportare i conti, General Motors e Amazon, hanno però registrato utili sopra le stime e i titoli ne hanno tratto giovamento in Usa.

In Europa le trimestrali non convincono del tutto. Vodafone e Air France-KLM hanno riportato risultati positivi e i titoli ne giovano in Borsa. I titoli minerari e delle materie prime in generale continuano però a pesare sul resto del mercato. Danone cede terreno.

Atofagasta e BHP Billiton scivolano più dell’1%. I cali sono dovuti alla delusione per i dati pubblicati in Cina e il continuo deprezzamento delle commodities. Oro e rame sono ai minimi pluriennali.

Sul reddito fisso i Btp decennali scambiano in lieve rialzo, con il differenziale con i Bund omologhi tedeschi che viaggia intorno ai 121 punti base.

Sul versante macro l’indice composito dell’area euro ha deluso le aspettative scendendo in luglio. L’indicatore, tuttavia, resta non lontano dai massimi di quattro anni.

L’attività manifatturiera cinese è calata ai minimi di 15 mesi. La stima flash del Pmi si è attestata a 48,2 punti in luglio, il livello più basso da aprile del 2014. Le attese degli economisti interpellati da Reuters erano per un indice in lieve risalita, a 49,7 punti.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio avanzano dello 0,37% a 48,63 dollari al barile. Il Brente cede invece lo 0,11% a quota 55,21. I contratti sull’oro fanno registrare una flessione dello 0,6% a 1.084,14 dollari l’oncia. L’argento lascia sul campo lo 0,27% a 14,63 dollari.

Sul valutario, l’euro perde lo 0,35% sul biglietto verde a 1,0946 dollari. Arretra anche nei confronti di sterlina (-0,13% a 0,7071) e franco svizzero (-019% a 1,0523). Dollaro yen poco variato (-0,02%) a 123,90.

(DaC)