Milano – La borsa di Milano e in generale le piazze finanziare europee hanno chiuso la sessione territorio positivo ma lontano dai massimi testati durante la sessione. Il Ftse Mib ha chiuso in crescita dell’1,52% a quota 15.477 punti; Londra +0,86%, Francoforte +0,45%, Parigi +1,02%, Madrid +1,31%. In particolare sul Ftse Mib hanno guadagnato i bancari, con Unicredit +3,25%, Ubi Banca +3,24% MPS che ha registrato un balzo superiore all’8%, Intesa SanPaolo +4,27%, Banco Popolare +3%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna +5,81%. Buy anche su Fondiaria-Sai +5%, Impregilo +3,6%, Fiat +2,28%, Mediolanum +3%, Mediaset +2%. Tra i segni meno Lottomatica -1,39%, Finmeccanica -1,52% e Diasorin, maglia nera con -3,3%.
L’indice Stoxx Europe 600 ha segnato il rally più sostenuto dal novembre del 2008, su base settimanale. Negli ultimi cinque giorni di contrattazione, lo Stoxx 600 è salito del 9,1%, sulla scia dell’azione coordinata annunciata dalle banche centrali europei e anche per la decisione della Cina di ridurre il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche.
L’azionario europeo ha guardato con favore al rapporto sull’occupazione reso noto negli Stati Uniti, che ha messo in evidenza una creazione di 120.000 posti di lavoro a novembre e un tasso di disoccupazione al 8,6%, ai minimi in due anni. Ma alla fine in Europa sono emerse di nuovo le tensioni sul mercato dei titoli di stato.
Lo spread tra Italia e Germania a dieci anni, che in mattinata si è attestato stamane al minimo in un mese, a quota 426 punti, è salito nel finale dell’1,9%, tornando a 456 punti base. E’ risalito anche il rendimento decennale (+0,42% al 6,68%. E’ rimasto invece in flessione lo spread Spagna-Germania, a 351 punti (-1,60%), pur riducendo notevolmente le perdite dal -5% precedente, mentre quello Francia-Germania, ieri crollato dopo l’asta positiva fino a -22%, ha recuperato tutti i punti persi, con un balzo del 22% ed è tornato ai livelli di ieri precedenti l’asta, a 113 punti base.
Altro market mover della giornata è stato oggi il discorso della cancelliera tedescaAngela Merkel. Le parole proferite dalla leader tedesca hanno presentato toni chiaro-scuri: la cancelliera ha affermato infatti che potrebbero volerci anni per risolvere la crisi dei debiti sovrani in Europa, ma ha anche rassicurato sul fatto che l’Europa è sul punto di realizzare l’unione fiscale.
Certo, la leader tedesca ha ribadito i suoi no all’eurobond e all’ampliamento dei poteri della Bce, ma ora i mercati scommettono sull’arrivo di misure concrete in occasione del prossimo meeting del Consiglio europeo, in calendario la prossima settimana.
Intanto sul fronte valutario, l’euro, che è salito fino a un massimo intraday a $1,3538, ha virato nel finale in territorio negativo, perdendo lo 0,71%, a quota $1,3369. La moneta unica ha guadagnato invece contro il franco svizzero lo 0,12% a CHF 1,2342 mentre è tornata a scendere sullo yen, perdendo lo 0,43%, a JPY 104,19.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono piatti a New York (+0,03%, a $100,23 al barile), mentre le quotazioni dell’oro aumentano dello 0,65%, a $1.751 l’oncia.