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Borsa Milano chiude in perdita ma lontana dai minimi

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Milano – Dopo aver concluso il trimestre peggiore dal 2008, la borsa di Milano prosegue le contrattazioni in territorio negativo, insieme all’Europa, allontandosi comunque dai minimi testati durante le prime ore della mattinata, quando aveva perso più del 2,5%.

L’effetto positivo dei dati americani migliori delle stime dura il tempo di un attimo. Gli indici europei sono infatti tornati a perdere posizioni nel finale, anche se si sono attestati lontani dai valori più bassi testati durante la sessione, quando Francoforte era arrivata a perdere fino al 4% circa.

I timori circa la crisi del debito sovrano si sono riaccesi dopo che una bozza di bilancio della Grecia pubblicata nel fine settimana aveva mostrato che il paese non raggiungerà gli obiettivi di deficit né quest’anno né il prossimo.

In chiusura il Ftse Mib accusa un calo dell’1,31%%. Negative, anche se lontane dai minimi, pure Londra (-1,19%), Francoforte -2,44%, Parigi -1,93% e Madrid -2,5%. Lo Stoxx 50 ha perso l’1,99%.

Tutto il mondo ha gli occhi puntati sulla Grecia: “Rimangono tre mesi critici per chiudere il 2011, e le stime del deficit all’8,5% del Pil possono essere raggiunte se i meccanismi imposti dallo stato e i cittadini rispondono in maniera opportuna”, si legge nella nota ufficiale pubblicata dal Ministero delle Finanze ellenico.

La crisi senza fine del paese incrementa il nervosismo sui mercati. In particolare la Cina sta perdendo la pazienza. Pechino ha lanciato un chiaro avvertimento: “fate presto con la crisi o l’euro salta”. Torna a riunirsi oggi l’Eurogruppo, pronto a discutere sul rafforzamento del fondo salvastati. Ma è molto probabile che oggi non arrivi nessuna decisione.

Alert sull’Europa anche dal mondo degli esperti, con Nouriel Roubini che afferma che l’Europa deve armarsi di un “bazooka anticrisi”. Arriva inoltre anche la nota di Fitch, che riduce le prospettive di crescita globali. “Fitch non prevede uno scenario di ‘double-dip’, tuttavia la probabilita’ di una recessione sono aumentate, con l’intensifcarsi della volatitlita’ dei mercati che rischia di incremenare ulteriormente l’avversione al rischio e portare a condizioni creditizie piu’ rigide”, osserva Maria Malas-Mroueh, direttrice del team del debito sovrano per l’agenzia.

La conseguenza è la nuova avversione al rischio, con i sell off che colpiscono soprattutto il settore bancario-finanziario. Occhi puntati in Europa sul debito di Dexia, la banca che in Italia è tra le società del gruppo Crediop, e che è a rischio di declassamento, minacciata da Moody’s. L’istituto franco-belga presieduta da Jean-Luc Dehaene, che all’apice della crisi del 2008 ha ottenuto un pacchetto di aiuti da 6 miliardi di euro in totale da Belgio e Francia, sta pagando il congelamento dei mercati creditizi interbancari e la sua enorme esposizione al debito greco.

Sul Ftse Mib, dopo il -4% della mattinata, Unicredit cede più del 2% circa. Ubi Banca positiva con +0,14%, Mediobanca -1,69%, Intesa SanPaolo +0,50%, MPS -0,24%, Banco Popolare volatile segna +0,56% e BPM, dopo aver registrato un tonfo superiore al 6%, scivola più del 5%. Riguardo a Unicredit, in una intervista all’inserto Affari e Finanza di Repubblica, l’amministratore delegato Federico Ghizzoni, ha così parlato degli obiettivi della banca di rafforzare o meno il capitale. “Ci siamo dati l’obiettivo di rafforzarci ulteriormente”, ha sottolineato, ricordando che la banca ha un capitale di vigilanza già dell’8,5%, quando per le banche sistemiche tenderà ad essere tra l’8% e il 9%. E, continuando, Ghizzoni ha affermato: “Siamo convinti che possiamo farlo organicamente, ovvero accantonando una parte degli utili, cedendo partecipazioni minori e tarando ulteriormente i rischi”.

Tra gli altri titoli, giù anche i titoli del Lingotto, Fiat Spa e Fiat Industrial, che arretrano rispettivamente del 2,49% e più del 4% dopo la notizia ufficiale dell’addio di Fiat a Confindustria. Negativi anche Saipem (-5,27%), Pirelli (-3,35%), Exor (-2%).

Sul fronte del mercato dei titoli di stato, i rendimenti decennali italiani rimangono sotto controllo, al 5,563%, con lo Spread Italia/Germania a 376 punti. Il rischio Italia, misurato dai credit default swap è a quota 478. Secondo i trader, la Bce starebbe continuando ad acquistare titoli di stato italiani e spagnoli.

Si spera a questo punto a nuove misure di intervento da parte dell’istituto di Francoforte, e soprattutto alla decisione di tagliare i tassi di interesse nella riunione di questa settimana. Notizie negative anche dal fronte macroeconomico, con l’indicePmi manifatturiero dell’Eurozona che è sceso a settembre a 48,5 punti, ovvero al minimo dall’agosto del 2008.

Intanto sul fronte valutario, l’euro accelera al ribasso nei confronti del dollaro, perdendo lo 0,76%, a quota $1,3285 circa. La moneta unica torna piatta sul franco svizzero a 1,2151, mentre cede più dell’1,5% contro lo yen, a 101,8590.

Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio cedono l’1,76% a quota $77,81 al barile, mentre le quotazioni dell’oro rimbalzano dell’1,58%, a $1.648.

RAPPORTO UNICREDIT: TITOLI SOTTO I RIFLETTORI

BPM (EUR1,87): l’operatore di private equity Clessidra ha pubblicato una nota, su richiesta di Consob, per precisare che nessun incontro con la Banca d’Italia è stato programmato per parlare della possibilità di un investimento nell’istituto.

ENEL (EUR3,322): Enel Distribuzione ha annunciato di avere sottoscritto con la Banca Europea per gli Investimenti un contratto di finanziamento con una durata di 20 anni da EUR350 mln finalizzato a coprire parte degli investimenti connessi agli interventi di efficientamento della rete elettrica nazionale, previsti nel piano industriale per il periodo 2012-2014.

FIAT (EUR4,094): ha confermato di voler installare nuovi impianti produttivi nello stabilimento di Mirafiori con l’inizio di produzione di un Suv a marchio Jeep dalla seconda metà del 2012. Confermata anche la produzione dell’Alfa Mito sempre a Mirafiori.

TELECOM ITALIA (EUR0,8195): Hsbc ha tagliato il target price da EUR1,10 a EUR0,80.

SEAT P.G. (EUR0,0390): potrebbe aumentare la pressione sugli stakeholder per arrivare ad un accordo sul debito entro il 31 ottobre.

ZUCCHI (EUR0,782): ha evidenziato a fine agosto un indebitamento finanziario netto pari a EUR118,8 mln, in lieve aumento rispetto ai EUR118,5 mln, ma in diminuzione rispetto ai EUR126,5 mln di fine dicembre 2010.