Milano – Si ripete il copione gia’ visto nelle ultime settimane: partita male per i timori legati alla crisi del debito dell’Europa, ravvivati oggi dal downgrade di S&P sulla Spagna, la Borsa di Milano e’ via via migliorata, per chiudere con una bella progressione sul finale. A dare una spinta ai listini hanno contribuito alcuni risultati societari incoraggianti e l’esito tutto sommato decente, secondo i giudizi dei trader, dell’asta di Btp.
Dopo una reazione confusa all’asta dei titoli di stato, che ha avuto per oggetto BTP con scadenza a 4, 5, 7 e 10 anni, il Ftse Mib ha guadagnato forza e ha guadagnato in chiusura l’1,85% a 14.778,90 punti. L’indice aveva aperto in mattinata con un calo dell’1,7%.
Le contrattazioni rimangono condizionate dall’estrema volatilita’, anche per via del ritorno della tensione sul mercato dei bond. D’altronde, il collocamento ha messo in evidenza tassi decennali e a cinque anni al record da gennaio, e il bid to cover – ovvero il rapporto tra domanda e offerta – in entrambi i casi e’ sceso. Lo Spread Italia-Germania a 10 anni si riattesta per buona parte di giornata sopra quota 400 punti base, a fronte di rendimenti sui BTP decennali che sono aumentati anche dell’1,5%, al 5,72%, ma poi e’ retroceduto a quota 392. Occhio anche ai rendimenti a cinque anni che, sul mercato secondario, sono balzati anche del 3,25% toccando punte di 4,92%.
Problema debiti sovrani sempre piu’ sotto i riflettori, dopo la decisione dell’agenzia di rating Standard & Poor’s di tagliare per l’ennesima volta il rating sul debito della Spagna. Il giudizio è stato ridotto di due gradini, a BBB+. Senza mezzi termini, l’agenzia di rating ha parlato anche di “rischio di sostenibilità per il sistema bancario”.
Immediata la reazione sui mercati dei titoli di stato e azionari, che però si è smorzata con il procedere delle contrattazioni. Mentre i listini asiatici hanno registrato una performance mista, Madrid ha aperto subito con un calo del 2,6% e una flessione superiore all’1% è stata registrata in apertura dalle altre piazze finanziarie. Ma al momento, è lotta tra rialzisti e ribassisti e il trend, in attesa dell’avvio della seduta a Wall Street, rimane ancora incerto. Londra +0,51%, Francoforte +0,58%, Parigi +1,08%, l’indice di riferimento Eurostoxx 50 ha registrato un progresso dello 0,81%.
Tornando a Piazza Affari, da segnalare oggi l’Ipo di Brunello Cucinelli , prima Ipo in Italia e in Europa di quest’anno. Il titolo segna un rialzo teorico superiore al 30%. Sul Ftse Mib, recupero delle banche dopo il sell iniziale: Banco Popolare +0,18%, MPS +0,12%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna piatta con +0,12%, BPM +3,91%, Unicredit rimane però sotto pressione con -1,66% dopo essere scesa nei primi minuti della seduta fino a -3,8%. Ubi Banca -0,38%. Occhio ancora alla galassia Fiat, dopo la decisione di S&P di tagliare il rating sul titolo Fiat, complici le preoccupazioni sulla debolezza che il Lingotto accusa nel mercato europeo. Il titolo segna +0,38%, a fronte del +2,31% di Fiat Industrial. Si mette poi in evidenza anche Eni, dopo l’utile del primo trimestre dell’anno, che è balzato del 42% a 3,62 miliardi di euro. L’amministratore delegato Paolo Scaroni ha definito i “risultati eccellenti”. Le quotazioni salgono più dell’1%. Male invece Telecom Italia con -2,34%.
Titolo migliore Salvatore Ferragamo con +4,9%; bene anche Prysmian +2,45% e Impregilo +2,67%. Come dimostrano i casi anche di Ferragamo, Luxottica, e’ da mesi che il lusso non conosce crisi, gruppi che hanno saputo collocarsi nella fascia alta e operano nei mercati esteri vanno bene.
In ambito valutario, l’euro positivo nei confronti del dollaro con +0,43% a $1,3244; la moneta unica perde invece sullo yen dello 0,33% a JPY 106,53; dollaro/yen in flessione dello 0,74% a JPY 80,43.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono in flessione dello 0,16%, a $104,38 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in crescita dello 0,31%, a $1.666 l’oncia.