Mercati

Borsa Milano, calo senza fine: perso -13% in sette sedute

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Milano – Archivia un’altra seduta nera la Borsa italiana, di nuovo la peggiore in Europa con il Ftse Mib che lascia sul terreno il 2,53% a 17.272 punti e l’All Share il 2,51% a 17.985. Milano, negativa dall’avvio, ha progressivamente esteso le perdite sul finale, seguita a distanza dagli altri mercati del vecchio continente, in scia al peggioramento di Wall Street. Il Ftse Mib aveva gia’ testato nella giornata di ieri i minimi dal luglio del 2007, con un tonfo del 3,87%, oggi la borsa italiana ha toccato i minimi di 28 mesi. Il contesto rimane estremamente delicato, a causa dei crolli dei titoli di stato italiani.

La conseguenza è che lo spread BTP/Bund è arrivato a volare oggi al nuovo record di 385 punti base, per poi riscendere in chiusura a quota 370, contro i 352 di ieri. In forte crescita i rendimenti sul Btp a dieci anni, che hanno superato la soglia del 6%, balzando al 6,232%, il massimo assoluto dalla nascita dell’euro, per poi ritracciare in chiusura al 6,112%. I cds si sono attestati a quota 369, mentre lo spread wsi/ita (differenziale tra il Btp e il Treasury a 10 anni) è salito al nuovo record di 344.

A questo punto i mercati attendono
l’intervento del premier Berlusconi, che interverrà in parlamento per discutere della crisi economica. Questi continui attacchi mettono infatti in evidenza come i mercati continuino a sfiduciare l’Italia e la manovra del governo, che viene reputata insufficiente.

Ma c’è anche un’altra questione, che porta il nome del ministro dell’economia Giulio Tremonti: ormai il ministro è sempre più ai ferri corti con il premier, che starebbe pensando di sostituirlocon il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi. In più, le richieste di dimissioni di Tremonti si fanno sempre più numerose e si sa, il caos politico ai mercati non piace proprio.

SELL OFF SUI BANCARI SI INTENSIFICA NEL FINALE Ancora colpiti i bancari sulla borsa di Milano. Su Intesa SanPaolo, in particolare, ha pesato anche la decisione di Société Genérale di tagliare le stime sulla banca. Il titolo è arrivato a cedere quasi il 5%. Male anche Unicredit, anch’essa in calo del 5% circa. A tal proposito Patrizio Pazzaglia, di Bank Insinger Beaufort, intervistato da Cnbc, afferma che nell’ultimo periodo “il titolo Intesa SanPaolo sta registrando una performance decisamente peggiore rispetto a Unicredit, in quanto, mentre Piazza Cordusio è maggiormente attiva sui mercati internazionali, Intesa SanPaolo è particolarmente esposta al sistema paese”, dunque ai titoli di stato italiani che continuano a essere tartassati dagli attacchi speculativi. Vendite sul Ftse Mib anche su Banco Popolare (-4,45%) e Mps (-3,73%). Banca Popolare di Milano -4,83%, Ubi Banca -4,61%, Mediobanca -4,84. Molto male anche Fiat (-7,22%) – vedi sotto rapporto di Unicredit -, Pirelli (-5,46%) e Lottomatica (-4,84%). Sell pesanti poi su Exor (-5,39%), Buzzi Unicem (-5,32%), Ansaldo (-3,25%). Soltanto due i titoli positivi in chiusura, ovvero Enel Green Power (+1,20%) e Enel (+0,26%).

Azioni Italia

Enel Green Power (EUR1,688): chiude il primo semestre 2011 con ricavi totali a EUR1,334 mld (+28,4% sul 1H10), Ebitda a EUR878 mln (+34,9%) ed un risultato netto del gruppo a EUR300 mln (+18,6%). L’indebitamento finanziario netto è salito a EUR3,762 mld. (+21,7% rispetto a fine 2010). Enel GP conferma gli obiettivi finanziari e di crescita di fine 2011.

Finmeccanica (EUR5,015): si è aggiudicata, tramite la controllata Drs, una commessa da parte dell’esercito statunitense del valore massimo di USD514 mln in cinque anni. Il contratto ha una durata di cinque anni e prevede la fornitura da un minimo di 150 a un massimo di 32.000 telemetri micro laser STORM-mLRF. Il titolo non ha reagito alla notizia, accusando invece il taglio di rating a ‘BBB’ da parte di Fitch, con outlook negativo giunto in serata
Intesa Sanpaolo (EUR1,411): SocGen ha tagliato il target price da EUR2,1 a EUR1,7 confermando il giudizio Neutral.

Iren (EUR1,034): ha perfezionato la sottoscrizione di 3 contratti di finanziamento per complessivi EUR350 mln che porteranno nuove risorse per realizzare i progetti di sviluppo del Gruppo.

Marr (EUR8,625): il gruppo ha chiuso il primo semestre 2011 con utili saliti a EUR22,2 mln (+10,3% rispetto al 1H10) a fronte di ricavi cresciuti a EUR600,7 mln (+6,3%) ed un risultato operativo (Ebit) a EUR36,5 mln (+12,4%).

Telecom Italia (EUR0,831): la controllata Telecom Argentina ha chiuso il primo semestre con un utile netto di USD285 mln (+41% rispetto al 1H10), grazie all’aumento dei ricavi.

PESANTE RIBASSO ANCHE PER L’EURO – In questa situazione soffre l’euro, che ha proseguito la sua discesa oscillando attorno a quota $1,42 e che è arrivato a testare un record minimo nei confronti del franco svizzero, al di sotto di quota 1,10.

Sembra insomma paurosamente funzionare la strategia degli speculatori: attaccare l’Italia – misura tattica – per far crollare l’euro – strategia -. Certo la moneta europea rimane sempre piuttosto solida, ma la sfiducia sull’Eurozona si sta confermando un elemento di distruzione molto forte.

SPECULAZIONE ANCHE IN SPAGNA, I COMMENTI DEGLI ANALISTI -In più, la speculazione non risparmia la Spagna, che oggi ha visto i propri rendimenti decennali balzare fino al 6,45%, al massimo dall’introduzione dell’euro. Il tasso è pericolosamente vicino a quelli che si sono già visti in Grecia, Irlanda e Portogallo, prima che i paesi fossero costretti a chiedere aiuto. ( e a tal proposito, i rendimenti spagnoli e quelli italiani oscillano su valori molto simili).

Niente di buono dai commenti dei vari analisti. “C’è una crescente incertezza sui mercati e tutti i mercati periferici, quelli che sono caratterizzati da un contesto politico di maggiore debolezza, continueranno a soffrire”, ha detto in una intervista a Bloomberg Luca Peviania, managing director di P&G, società di gestione con sede a Roma. In tutto questo, Tremonti ha riunito proprio nel pomeriggio il Comitato di Stabilità finanziaria e ha anche deciso di incontrare Jean Claude Juncker, il presidente dell’Eurogruppo. Jose Louis Rodriguez Zapatero ha anche ritardato le sue vacanze per monitorare attentamente la situazione. “Siamo molto fiduciosi sulla determinazione delle autorità sia italiane che spagnole a fare in modo che le loro economie si rimettano al passo – ha intanto detto Chantal Hughes, portavoce della Commissione europea – Non ci sono fattori (relativi alle due economie) che indicano che la situazione sia cambiata negli ultimi giorni”.

L’AZIONARIO GLOBALE IGNORA DEL TUTTO L’APPROVAZIONE DELLA CAMERA USA SUL PIANO DEBITO – Niente da fare. Il piano sul debito Usa, che ha ricevuto poche ore fa l’approvazione della Camera dei Rappresentanti non da alcun sollievo alle borse mondiali. Lo si è visto già nella performance odierna dei mercati asiatici, che ha visto Tokyo cedere più dell’1%. Ancora prima, era stata la stessa Wall Street a ignorare l’accordo sul debito americano; i mercati americani hanno preferito guardare alle indicazioni provenienti dal fronte economico, che hanno visto protagonista un Ism manifatturiero ai livelli del 2009.

GIU’ LE ALTRE BORSE EUROPEE – In calo Londra (-0,94%), Francoforte (-2,16%), Parigi (-1,54%) e Madrid (-1,92%). Da segnalare che le borse Ue hanno bruciato il 10% dai massimi del 2011. E, per l’ennesima volta, Milano si conferma anche oggi il listino peggiore. L’indice EuroStoxx50 termina le contrattazioni in calo dell’1,66%, con le borse europee ancora deboli e la speculazione che ha di nuovo colpito i bond italiani e spagnoli. Pesano i timori di una nuova recessione globale che avrebbe maggiori ripercussioni sui paesi periferici di Eurozona, già sotto pressione per la crisi dei debiti sovrani. Sempre deboli i titoli finanziari: male anche ArcelorMittal, Carrefour, Vinci, Alstom, Daimler e Schneider. Tengono Bmw sulla scia dell’ottima trimestrale, Danone, Total, Rwe e Unilever.

Azioni Estero

BMW (EUR67.87): ha riportato profitti trimestrali netti più che raddoppiati, a EUR1,81 mld contro i precedenti EUR834 mln; a spingere i risultati in positivo sono state le vendite in Cina, salite del 61%. Il fatturato è migliorato del 17% a EUR17,89 mld, deludendo tuttavia le attese di EUR18,3 mld. BMW si attende vendite 2011 in crescita, oltre le 1,6 mln di unità, ed un Ebit oltre il 10%, anche se i ricavi potrebbero risentire degli investimenti nei nuovi modelli.

Bnp Paribas (EUR43,45): ha chiuso il 2Q con utile netto in crescita dell’1,1% a EUR2,13 mld, dopo aver provveduto al programma di assistenza per la Grecia per EUR534 mln (il profitto netto un anno fa si era attestato a EUR2,11 mld,
mentre la previsione degli analisti era ferma a EUR2,09 mld). In calo dell’1,7% i ricavi a EUR10,98 mld, contro i EUR11,17 mld dello stesso periodo dell’anno scorso e contro i EUR11 mld stimati. Il core Tier 1 ratio si è attestato all’11,9% rispetto al 10,6% di un anno prima.

Barclays (GBP223): il gruppo Barclays ha evidenziato nel 2Q11 un calo nei profitti del 38% rispetto al 2Q10 a causa soprattutto delle entrate su operazioni di investment banking e mutui della divisione Barclays Capital. Le entrate sono aumentate a USD5,3 mld (da USD4,9 mld), anche se i ricavi da operazioni legate a fixed income, valute e materie prime sono calate a USD2,77 mld (da USD3,6 mld). In calo anche i redditi netti, che nel 1H sono scesi a USD2,45 mld rispetto ai USD4 mld del 1H10, comunque sopra le stime degli analisti che prevedevano una cifra di USD2,10 mld. Da inizio anno
la banca inglese ha tagliato 1.400 posti di lavoro, a fronte dei circa 3.000 esuberi previsti per l’intero 2011.

Deutsche Bank (EUR36,50): il sottosegretario all’Economia, Cesario, ha dichiarato che la Consob ha chiesto informazioni a DB sulla cessione di titoli di Stato italiani per un valore di EUR7 mld. La banca tedesca ha ridotto a fine
giugno la propria esposizione al debito italiano a soli EUR997 mln.

Nokia (EUR3,82): S&P ha tagliato il rating a lungo termine del leader mondiale dei telefonini da ‘BBB+’ a ‘BBB’.

Pfizer (USD18,50): il colosso farmaceutico ha chiuso il secondo trimestre 2011 con un utile di USD2,61 mld (pari a USD0,60 per azione, un centesimo sopra le attese), rispetto ai USD2,48 mld del 2Q10. Il linea con il consensus i ricavi
che si sono attestati a USD16,98 mld. Pfizer ha confermato la guidance sui risultati 2011 ed i target finanziari del 2012.

Toyota Motors (JPY3160): ha visto i profitti netti del trimestre crollare del 99% a USD15 mld rispetto ai USD2,45 mld dell’analogo periodo 2010 a causa delle disastrose conseguenze del recente terremoto, comunque meglio del consensus degli analisti che stimavano una perdita netta di USD1 mld. Risultato tutto sommato ottimistico, che ha portato il gruppo nipponico ad alzare il target di profitto per fine anno del 39% (tenendo anche conto dello yen forte) a USD5,05 mld.

Macroeconomia

I prezzi alla produzione nei Paesi dell’Eurozona sono rimasti invariati in giugno. Le attese erano per un incremento dello 0,1%, mentre in maggio la variazione è stata del -0,2%. Su base annua i prezzi crescono del 5,9%, in linea con le attese, e in calo rispetto al 6,2% di maggio.

Le vendite al dettaglio delle catene di negozi negli Stati Uniti sono diminuite
questa settimana dello 0,3% (rispetto ad un +0,3% della scorsa settimana). Su base annua le vendite sono cresciute del 4% rispetto al +4,2% della settimana precedente. Il deflatore del PIL Usa è stato in giugno del 2,6%, il medesimo di maggio. Le spese personali dei consumatori americani sono diminuite in giugno dello 0,2%, mentre le attese erano per una crescita dello 0,2% (+0,1% a maggio). In termini reali invece sono rimaste invariate in giugno, migliorando dal – 0,1% di maggio. I redditi personali sono invece cresciuti in giugno dello
0,1% su mese rispetto al +0,2% di maggio, contro attese a +0,2%.

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RAPPORTO UNICREDIT: ALTRI TITOLI A CUI GUARDARE

BUZZI UNICEM (EUR7,805): la controllata tedesca Dyckerhoff ha chiuso il primo semestre 2011 con un utile netto di EUR19 mln, in deciso miglioramento rispetto a EUR1 mln realizzato nel 1H10.

FIAT (EUR6,645): secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni di luglio in Italia si attestano a 137.442 veicoli (-10,69% su anno). Quelle del gruppo Fiat, compresi i marchi Chrysler, Dodge e Jeep, sono pari a 41.580 veicoli, con una quota di mercato al 30,25%. Il mese scorso la quota Fiat era pari al 29,45% escludendo i marchi del gruppo Usa, che aveva immatricolato 940 veicoli, che rappresenta sul dato di giugno una quota dello 0,56%.

Cambi e commodities

In chiusura dei mercati europei il cambio Eur/Usd quota 1,4220 mentre il petrolio Wti Usa scambia a USD94,1 al barile. Sempre a livelli record la quotazione dell’oro che ha raggiunto i USD1.640 per oncia.