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Borsa Milano brucia rialzi e va giu’ a candela sul finale: -0,7%

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Milano – Si interrompe il rally successivo all’annuncio a sorpresa delle misure straordinarie di sostegno alle banche da parte delle Bance Centrali. Delle maggiori piazze finanziarie europee solo Francoforte e Londra riescono a chiudere la seduta in positivo per la quarta giornata di fila.

Condizionate dalla forte volatilitĂ  alimentata dal “giorno delle tre stregue”, le piazze finanziarie hanno subito improvvisi rallentamenti al giro di boa e sul finale, nonostante la forte vena di ottimismo arrivata dai mercati asiatici e dalle notizie di ieri, secondo cui Bce, Fed, Banca d’Inghilterra, Banca del Giappone e Banca nazionale svizzera offriranno nuova liquidita’ illimitata ai mercati in tre operazioni distinte.

Alle 17.30 italiane Parigi fa -1,02%, mentre Francoforte e’ positiva con un rialzo dello 0,76%. Londra guadagna lo 0,5%. I ribassisti la spuntano nel braccio di ferro con i ribassisti che ha caratterizzato la seduta di Piazza Affari, che vira in negativo sul finale e chiude a -0,65% a 14.547 punti. In settimana Milano ha accumulato guadagni pari al 3,76%. Salta all’occhio il balzo della Germania: +7,37%. Incerto l’andamento di Wall Street nonostante indicazioni macro positive.

In Francia e Italia ha gravato il peggioramento del settore bancario. Banco Popolare e’ stata sospesa per eccesso di ribasso negli ultimi minuti di contrattazioni. Credit Agricole lascia sul campo il 5,5%, BNP Paribas il 4,8%, fa eccezione Societe Generale.

Tra i titoli delle banche italiane, scivolano in particolare anche Unicredit, Mediobanca, con flessioni superiori al 7%; corre, in controtendenza, Fonsai. In evidenza Finmeccanica con le continue voci di interessi stranieri per Ansaldobreda; bene gli altri industriali, contrastati gli energetici e il lusso, rimbalzo di Parmalat. Deciso aumento del volume degli scambi, salito a 3,6 miliardi di controvalore.

Intanto continuano a circolare le voci circa un downgrade di Moody’s entro la giornata di domani. Quando l’agenzia di rating aveva iniziato il suo processo di revisione del credito italiano, in giugno, lo spread fra Btp e Bund era sotto quota 200 punti base, mentre il Cds era a quota 171 punti. Tre mesi dopo e sei proposte di manovra correttiva dopo, lo spread ha toccato e superato i 400 punti base e il Cds ha oltrepassato di slancio i 500 punti. Naturale che nelle sale operative siano iniziate a circolare voci di un possibile declassamento di una o due tacche. Il saldo finale delle misure di austerita’ e’ di circa 55 miliardi di euro, la maggioranza dei quali composti da tasse.

Oggi lo spread tra i Btp decennali italiani e i Bund tedeschi e’ sceso sotto quota 350 punti, fino a un minimo di 344 punti. Attualmente e’ a 348 punti. I rendimenti sul decennale del Tesoro cedono terreno sotto quota 5,5%, sempre superiori a quelli spagnoli, al 5,355%, a fronte di rendimenti decennali sui Bund tedeschi che si attestano all’1,935%.

Mediobanca in ribasso fin dalle prime battute dopo il giudizio negativo di Morgan Stanley, che ha reiterato la valutazione negativa underweight e il target price a 6,60 euro in vista dei risultati 2010/2011.

Tra i bancari scambiati sul Ftse Mib, male anche Unicredit, di cui si hanno tra l’altro nuove notizie sulle partecipazioni detenute dagli azionisti arabi , Popolare Milano e Intesa SanPaolo, mentre tra gli altri settori soffrono Generali e Fiat , che sconta i problemi delle immatricolazioni in Europa e il calo della quota di mercato. Mps perde il 2,1%.

Tra i titoli in rialzo Finmeccanica e Ansaldo , che arriva a balzare del 7,5%, sulla scia dei rumor legati all’interesse nei suoi confronti da Ge, ma non solo. Buy anche su Parmalat, Lottomatica e Mediolanum.

Intanto, a livello europeo, vanificate le speranze di successo del pressing del segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner sulla Germania, nel corso della riunione dell’Eurogruppo in corso in Polonia.

Al termine del meeting il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker ha affermato che serve una “forte risposta coordinata” alle sfide che sono poste dall’attuale crisi economica. Ma di fatto, anche se Juncker ha parlato di “progressi”, nessun accordo è stato raggiunto sulla questione delle garanzie collaterali per la seconda tranche di aiuti alla Grecia. Il numero uno della Bce Jean Claude Trichet ha poi affermato che “tutti gli Stati membri devono convincere tutti gli investitori e attori del mercato di essere degni di credito e di ispirare fiducia”.

PiĂą chiaro nelle sue dichiarazioni è stato il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, che si è detto preoccupato per le divisioni che continuano a sussistere in Europa. D’altronde, la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel ha ripetuto oggi il suo no agli eurobond.

In ogni caso – nonostante il nulla di fatto all’Ecofin – i mercati sembrano credere all’arrivo di una seconda tranche di aiuti a favore della Grecia. La prova è nel forte tonfo che è stato segnato dai rendimenti dei titoli di stato a due anni.

Sul fronte valutario l’euro, che ieri era arrivato a salire fino a quota $1,39 dopo la notizia dell’intervento coordinato delle banche centrali – che è il primo dal 2007 – ritraccia oggi nei confronti del dollaro e si stabilizza poco sotto l’area $1,38. La valuta perde anche nei confronti dello yen a 105,960. Leggi qui l’outlook sulla moneta unica.