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Borsa Milano -3,79%. Ftse Mib sotto 15.000

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Milano – Le borse europee hanno concluso la giornata di contrattazioni in forte ribasso, in un’ottava che si confermerà molto cruciale per i dati macro che verranno diffusi da varie economie e per le scadenze tecniche del mese di dicembre. L’avvio in rosso di Wall Street ha peggiorato ulteriormente il quadro dell’azionario globale. Piazza Affari ha ceduto nel finale il 3,79%%, sfondando al ribasso la soglia psicologica a 15.000 punti.

Sul fronte del mercato dei titoli di stato, il Tesoro ha collocato bond con scadenza a 12 mesi a un rendimento in calo al 5,95%. L’esito dell’asta è stato confortante, sia sul fronte della domanda che su quello della curva dei rendimenti, visto che il tasso è sceso rispetto al collocamento precedente.

A sostenere la domanda è stato soprattutto il Bot Day, che ha avuto un grande successo. Tuttavia, il tasso per i bond a dodici mesi è al 6% circa, non molto distante dal rendimento dei titoli di stato a dieci anni e soprattutto molto vicino ai rendimenti dei bond a due e cinque anni.

Tensione dunque evidente sul mercato dei BTP, tanto che lo spread Italia-Germania è salito durante la giornata fino a +10%, incrementando notevolmente i guadagni e attestandosi a 464 punti base, per poi ridurre i rialzi al +6,9% e attestarsi a 450 punti base, a fronte di un rendimento in aumento al 6,54%.

In forte crescita i rendimenti dei bond a cinque anni, che sono tornati a superare la soglia del 7%, attestandosi fino a un massimo del 7,007%, per poi riscendere al 6,74% (+1,1%), mentre i tassi a due anni nel finale sono calati sul mercato secondario al 5,9%.

A peggiorare la situazione, nel finale sono arrivati i numeri della Bce che hanno confermato quanto detto da Mario Draghi, numero uno dell’istituto di Francoforte, ovvero che la Banca centrale europea non ha alcuna intenzione di incrementare l’acquisto dei titoli di stato dei paesi più vulnerabili.

La prova è che la scorsa settimana la Bce ha acquistato i bond per un valore inferiore a un miliardo, e pari a 635 milioni di euro, contro i 3,7 miliardi della settimana precedente.
In generale i mercati hanno scontato anche le dichiarazioni del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che ha chiuso di nuovo la porta alla possibilità che la Bce possa continuare così come sta facendo ora a intervenire nel mercato dei bond.

Guardando al Ftse Mib, sotto osservazione Fondiaria, il cui titolo è stato anche sospeso per eccesso di ribasso durante la mattinata e che ha ceduto nel finale più del 7%: oggi il cda si riunirà per valutare possibilità di rafforzamento patrimoniale.

Sotto pressione soprattutto le banche con Intesa SanPaolo -5%, Ubi Banca -6,95% (che a un certo punto è stata sospesa anche per eccesso di ribasso), Unicredit -5,13%, BPM -5,24%, MPS -8,16%, Banco Popolare -7%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna -7,6%. Da segnalare in particolare che Unicredit e MPS garantiscono oltre 500 milioni di euro di bond italiani.

Sullo sfondo, la nota di Moody’s alimenta le tensioni: l’agenzia di rating minaccia il rating dei paesi dell’Eurozona, che potrebbero essere rivisti al ribasso nel primo trimestre del 2012. In flessione così anche Londra -1,56%, Francoforte -3,11%, Parigi -2,36% e Madrid -2,93%.

Moody’s boccia poi il vertice Ue: “in sostanza, il comunicato non rivela tante nuove misure, e non cambia il nostro punto di vista secondo cui il rischio per l’area continua a crescere:”, si legge nel report settimanale di Moody’s. Immediata la pressione sulla moneta unica.

Diversi i dati macroeconomici che saranno resi noti durante l’arco della settimana; gli investitori presteranno particolare attenzione all’indice Zew tedesco, alle vendite al dettaglio Usa e all’inflazione nell’Eurozona.. In calendario anche la riunione della Fed di domani. L’istituto potrebbe decidere di lanciare un nuovo round di misure di politica monetaria espansiva, ovvero di un Q3.

Sul fronte valutario, l’euro è scambiato a quota $1,3213, in calo dell’1,29%; la moneta unica è piatta nei confronti del franco svizzero a CHF 1,2350, mentre cede più dell’1% nei confronti dello yen, a JPY 102,85. Nei confronti del dollaro, la valuta Ue è scivolata ai minimi in più di due mesi, ovvero dal 4 ottobre.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scambiano a quota $97,98 al barile (-1,44%), mentre le quotazioni dell’oro perdono il 2,88%, a $1.667,40 l’oncia.