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Borsa Italiana, un black out da “quarto mondo”

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Milano – ”La Borsa si e’ bloccata per un guasto tecnico, e’ la reale causa del disservizio che ha limitato per quasi tutti i clienti che sono in Italia la partecipazione al mercato e ci ha costretto a sospendere le negoziazioni, essendo garanti del normale svolgimento. C’e’ stato un guasto sulla piattaforma come accade per i pc: poco piu’ di un mese fa e’ successo a Euronext, poi e’ capitato anche a quella di New York. Qualsiasi altra fantasia non ha nessuna attinenza”.

Cosi l’amministratore delegato della Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, chiarisce in un’intervista a Radio 24 le ragioni che hanno bloccato per diverse ore le negoziazioni in Piazza Affari. ”Le fantasie suggestive – aggiunge l’ad di Borsa Italiana – non le commento nemmeno e sono sorpreso che vengano riportate perche’ credo che in questi casi un filtro intelligente da parte della stampa sia auspicabile”.

”In ogni caso – puntualizza ancora Jerusalmi – la Borsa ha riaperto alle 15.30 permettendo tutte le operazioni: c’e’ stata un’asta di apertura e un’asta di chiusura. In due ore c’e’ stato tutto il tempo per operare in una mattinata come quella odierna senza grandi notizie. Il mercato dei derivati e’ stato aperto fin dalle 9.00 di stamattina. C’e’ stata una sospensione alle 12.00, necessaria, per permettere a tutti i clienti di ricollegarsi e per ripartire sul mercato cash”. Quanto, infine, all’ipotesi di tenere la Borsa aperta fino alle 22.00, per Jerusalmi ”una richiesta priva di senso perche’ c’e’ stato tutto il tempo per effettuare le operazioni”. (ASCA).

(TMNews) – La sospensione odierna delle attività dei mercati di Borsa Italiana non è legata alle vicende libiche e alle forti vendite che hanno colpito ieri Piazza Affari. E’ quanto precisa un portavoce di Palazzo Mezzanotte. Oggi il presidente di Adusbef, Elio Lannutti, aveva mosso alcuni dubbi sulla vicenda. “I problemi tecnici sono forse collegabili agli ingenti investimenti delle imprese italiane in Libia e agli investimenti di Gheddafi nelle principali imprese italiane, come Unicredit, che potrebbero causare un nuovo crollo del titolo e di altri collegati in Borsa? – ha scritto in una nota – La coincidenza sembra fin troppo evidente e i risparmiatori-investitori italiani hanno tutto il diritto di conoscerne le ragioni”.

Rabbia e frustrazione dei trader a Londra oggi per la prolungata sospensione degli scambi sulla Borsa di Milano. Lo riporta il Financial Times, avvertendo che l’episodio odierno crea “una crescente preoccupazione tra autorità e partecipanti di mercato sull’impatto” che ne deriverà per la stessa Borsa. Il tutto cade infatti in una fase in cui la piazza milanese “stenta ad attrarre investitori, mentre cerca di arginare una tendenza al delisting da parte di piccole e medie imprese scontente della scarsa attenzione che viene loro riservata dopo la fusione con il London Stock Exchange”, la società che gestisce la Borsa di Londra.

Problemi che rischiano di risultare ora esacerbati dall’ondata di consolidamenti tra le Borse mondiali. Oggi il mercato milanese non ha avviato la seduta e gli scambi sono rimasti congelati per molte ore, fino alle 15 e 30 circa. Secondo l’Ft era dal 2008 che non si registrava qualcosa di simile, e allora il blocco era durato meno di un’ora. “A Londra – riporta il quotidiano nell’edizione online – i trader hanno lamentato che questo ha impedito i cruciali scambi di apertura. E mentre c’era una crescente domanda per trattare le azioni di alcune grandi società”. Intanto banche e broker si sono spostati su altre piattaforme elettroniche rivali, dove vengono ampiamente trattate azioni di società italiane, prevalentemente Chi-X e Bats Europe.

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Le negoziazioni di borsa inizieranno alle ore 15:30, lo comunica Borsa Italiana.

La Consob ha inviato una lettera all’amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, e per conoscenza al numero uno di Lse Group Xavier Rolet, per chiedere spiegazioni sul blocco delle operazioni a Piazza Affari che perdura ormai da cinque ore. Nella lettera, secondo quanto si apprende, la Commissione chiede “spiegazioni” sull’episodio ma soprattutto chiede di “predisporre correttivi affinchè non si ripetano in futuro simili episodi”, raccomandando di “rafforzare i presidi organizzativi e tecnologici a tutela del regolare svolgimento degli scambi.

Gli operatori italiani e stranieri sono sconcertati. E’ un disastro tecnico e di immagine che ingigantisce ogni minuto che passa, alla luce del fatto che nessun comunicato di Borsa Italiana ha chiarito la situazione e i motivi del black-out. Ovviamente, gira la voce che a borsa aperta ci sarebbe stato un crollo del 10% per i sell massicci su Eni, Ansaldo, Impregilo, Unicredit, Fiat e le altre aziende italiane esposte con la Libia. E’ un cover up istituzionale-governativo? E in assenza di qualsiasi spiegazione degna di un vero stock exchange il rumor continua a correre.

Di fatto, Borsa Italiana ha reso noto nelle prime ore della seduta che i mercati MTA, ETF, SeDeX e MOT sono sospesi per un problema tecnico. E, all’indomani di una seduta caratterizzata da forti ribassi (-3,6%, la flessione più forte degli ultimi otto mesi), gli operatori sono visibilmente nervosi per il sopravvenire ora di questo incidente.

Intervistato da Class Cnbc, Carlo Aloiso di Unicredit conferma che nelle piazze finanziarie internazionali girano diversi rumors sul motivo della chiusura: tra questi, l’ipotesi dell’arrivo di forti blocchi di vendite da parte degli investitori internazionali sui titoli italiani che hanno legami in Libia; ma ora l’unica cosa che si può fare è attendere un comunicato di Borsa Italiana (che tarda ad arrivare).

Certo che indicativo è l’articolo scritto su Business Insider dell’analista Joe Weisenthal: “L’Italia è la nuova zona di crisi dell’Europa – sottolinea, e dopo aver parlato dei problemi legali di Berlusconi, dell’arrivo di nuovi immigrati, sottolinea: “ieri l’azionario italiano ha vissuto un giorno orribile…Oggi, beh, non lo sappiamo, causa il problema tecnico comunicato da Borsa Italiana”. Ma “sappiamo che oggi gli spread sul decennale sono in forte rialzo”. E Francesco Vercesi, money manager presso Fiduciaria Orefici Sim in Italia, intervistato da Bloomberg, afferma che la sospensione del trading “è qualcosa di inaccettabile”.

Interessante notare l’andamento del mercato obbligazionario che – almeno quello in Italia – appare funzionare. I titoli di Stato italiani (Btp) soffrono i nuovi acquisti sui Bund, che confermano anche oggi la loro appetibilità. “Piu’ che parlare di vendite sui Btp bisogna parlare di una corsa agli acquisti di titoli tedeschi. Il mercato teme l’ invasione migratoria dal Nord africa all’Italia con costi sociali ed economici ancora incalcolabili. Ci si ripara dunque sotto l’ombrello rassicurante della maggiore economia dell’Eurozona”, commenta un trader dell’obbligazionario.

L’altro elemento che penalizza i titoli di Stato tricolori “è il fatto che l’Italia, attraverso le sue imprese, e’ il maggiore investitore in Libia. Inoltre, la famiglia Gheddafi ha numerosi interessi in Italia, non solo attraverso partecipazioni societarie, ma anche nel mercato monetario dove piazza denaro in depositi bancari a breve termine, liquidita’ che potrebbe essere ritirata dalla stessa famiglia Gheddafi o da chi ne dovesse prendere il posto”, commenta un’altro operatore.

Sta di fatto che il rendimento del Bund decennale e’ sceso al 3,10%, quello del Btp decennale viaggia al 4,79%, lo spread di rendimento tra i due titoli, una misura del rischio-paese, e’ salito a 169 punti. Venerdi’ scorso quando la rivolta in Libia non aveva ancora assunto i connotati di una guerra civile, lo spread era di 153 punti. Il futures sul Ftse Mib cede comunque l’1,2%, dopo aver perso l’1,95%. Si contratta al momento solo sulle opzioni e sui derivati.