*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
(WSI) – Anche stavolta, quando sembrava destinato a riavvicinarsi ai massimi storici fissati il 13 luglio a 8151,57 punti, l’indice delle 30 blue chip tedesche è stato respinto con veemenza verso i 7850 punti. Nell’ultima occasione in cui si era fermato sulla soglia degli 8150 punti, l’indice era stato respinto dalla resistenza fino ai 7200 punti ( durante la crisi dei mercati globali di agosto); a questo punto sembra di fondamentale importanza la tenuta dei 7760 punti per evitare un ulteriore affondo verso i 7450 prima e nuovamente 7200 in seconda battuta. In ogni caso ancora una volta il Dax ha dimostrato di soffrire le alte quote e la soglia psicologica e tecnica degli 8000 punti si sta facendo sentire; non si può escludere a questo punto che la difficoltà a passare certi livelli porti ad una fase di debolezza più o meno profonda per i prossimi mesi. Se così dovesse essere, e soprattutto per non farsi trovare impreparati nel caso in cui l’orso dovesse iniziare a fare sul serio, potrebbe far comodo una nuova proposta “bearish” , lanciata sul mercato italiano da Deutsche Bank.
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Si immagini un classico Bonus certificates, ideato per l’investitore che abbia un’aspettativa rialzista, stabile o moderatamente ribassista di un indice o titolo azionario e che voglia garantirsi la possibilità di partecipare in maniera lineare all’attività del sottostante, con l’eccezione positiva data da un rendimento minimo ( Bonus) .Al momento dell’emissione, viene stabilito il livello Bonus e un livello barriera, che il sottostante non dovrà mai raggiungere o superare durante l’arco della vita del certificato, pena il decadimento dell’opzione Bonus con conseguente rimborso calcolato in funzione del riferimento finale del sottostante. Ma ora si immagini un Bonus che tecnicamente funziona all’esatto contrario, ossia dotato di un Bonus che verrà pagato se non verrà mai toccata la barriera al rialzo, e che quindi potrà offrire il massimo potenziale in caso di discesa dell’indice sottostante.
Nasce così il Bonus Reverse ed è il primo Bonus “bearish” ammesso al collocamento in Italia ( il termine della sottoscrizione è fissato al 16 novembre):il certificato, della durata di tre anni, a scadenza pagherà un Bonus di rendimento del 27% se nel corso dell’intera durata del prodotto, l’indice Dax non sarà mai stato quotato ad un livello pari o superiore al 150% del suo valore iniziale ( verrà fissato il 19 novembre).
Quindi che il Dax salga ancora del 30%, che resti stabile sugli 8000 punti, o che scenda del 20%, non è rilevante ai fini del rimborso a scadenza ( prevista per il 19 novembre 2010) del certificato: in ogni caso verrà riconosciuto il Bonus del 27% per un rimborso totale di 127 euro per certificato. Inoltre va considerato che nonostante la natura ribassista, il Bonus Reverse protegge il capitale e il Bonus anche in caso di salita del Dax , ma solo fino al limite della barriera; andrà però valutata l’ipotesi che l’indice, dotato tra l’altro di una volatilità superiore alla media degli indici europei, finisca nel durante o a scadenza al di sopra del 150% della barriera. In tal caso verrà meno l’opzione Bonus e il rimborso finale sarà direttamente legato alla performance finale dell’indice. D’altro canto l’alta volatilità potrebbe portare l’indice anche ad un livello inferiore a quel -27% che pareggia il 27% di rendimento promesso dal Bonus: in questo caso, la discesa verrà riconosciuta interamente ai fini del rimborso.
Il principale rischio che il certificato comporta è legato alla straripante forza dimostrata dall’indice Dax in questi anni, cresciuto del 177.23% dal 2003 al 2006 e del 40.86% dal mese di giugno 2006 ad oggi. Qualsiasi fosse stato il punto di emissione di un Bonus Reverse con caratteristiche simili a quello proposto da Deutsche Bank, dal mese di giugno del 2002 al mese di novembre 2005 non avrebbe avuto scampo in ottica barriera. Da tale data in avanti la barriera sarebbe ancora intatta. Non può essere tuttavia trascurato il fatto che dal 2002 ad oggi il mercato ha semplicemente recuperato quanto perso nel biennio successivo allo scoppio della bolla hi-tech. Sempre con riferimento alla barriera,è inoltre necessario considerare che il Dax è l’unico indice di performance tra quelli occidentali a maggiore capitalizzazione: di conseguenza, essendo i dividendi inclusi nella determinazione del calcolo, su un periodo di tre anni questi concorreranno a ridurre la distanza dal livello barriera di circa otto punti percentuali. Un’ultima nota riguarda la facoltà dell’emittente di non emettere il certificato nel caso in cui entro la data di pricing l’indice raggiungesse quota 10.000 punti.
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