Nuova giornata negativa per le borse europee che hanno bruciato circa 200 miliardi di euro di capitalizzazione. La possibilità di nuovi rialzi dei tassi di interessi da parte della Bce che oggi, come atteso, ha già ritoccato verso l’alto il costo del denaro dello 0,25%, ha depresso ulteriormente i mercati finanziari del Vecchio Continente.
Con il nuovo pesante ribasso odierno le borse europee hanno azzerato i guadagni accumulati dall’inizio dell’anno. L’indice paneuropeo Dj Stoxx 600, che raggruppa i principali titoli europei, ha ceduto il 2,68% ed e’ in calo dell’1,72% rispetto al livello del 2 gennaio 2006 dopo che negli ultimi 30 giorni ha perso il 10,4%. Nel confronto rispetto al giugno 2005 tuttavia, l’indice segna ancora un andamento positivo pari al +12,4%.
BORSA: EUROPA, TONFO SU TIMORI TASSI E BRUCIATI 200 MLD/ANSA
Continua la serie negativa dei mercati finanziari europei e internazionali che temono ora una nuova stagione di rialzi dei tassi di interesse da parte della Bce. Già spiazzate dal crollo dei listini asiatici (dove Tokyo ha ceduto il 3%), le borse europee hanno iniziato la seduta in salita tentando un effimero recupero alla notizia della morte del terrorista Al Zarqawi, numero uno di Al Qaida in Iraq, ad opera delle truppe della coalizione.
Le parole del presidente della Bce Trichet (che oggi secondo le attese ha alzato i tassi dello 0,25%), pur meno allarmanti del previsto, hanno comunque rafforzato la convinzione di una nuova stagione di aumenti del costo del denaro. Oltre alla banca europea hanno alzato i tassi oggi la Danimarca, l’India, il Sud Africa e la Corea del Sud, dopo che alla vigilia avevano compiuto passi analoghi Turchia e Thailandia.
Tutti i listini europei, ma male va anche Wall Street, hanno perso alla fine della seduta oltre il 2% (con Stoccolma che ha ceduto oltre il 4%), lasciando sul terreno circa 200 miliardi di euro di capitalizzazione e azzerando i guadagni dall’inizio del 2006. Gli investitori hanno così spostato liquidità verso l’obbligazionario e i titoli di Stato Usa e tedeschi. Secondo il consensus di economisti diffuso dalla Bloomberg, entro dicembre si aspetta un aumento di un altro mezzo punto da parte della Bce, mentre la crescita dell’economia mondiale dovrebbe rallentare nel 2007 a +2,9% contro il 3,1% previsto nel 2006.
A colpire i mercati finanziari, comunque, sottolineano gli operatori, è anche la convinzione generale che i prezzi dei titoli sono troppi elevati dopo la crescita degli ultimi mesi. Una previsione di rallentamento dell’economia globale ha provocato poi una caduta dei prezzi delle materie prime, finiti alle stelle proprio a seguito della forte domanda dei Paesi emergenti, mentre l’uccisione di Zarqawi ha provocato un calo del prezzo sotto i 70 dollari al barile.
Le vendite hanno così colpito i grandi produttori di materie prime come la britannica Bhp (-4,7%), la Rio Tinto (-6,99%) e la Alcoa (-4,4%). In caduta inoltre i produttori petroliferi (-3,4% l’indice Stoxx di Settore) come Bp (-3,4%), Total (-3,8%) e Royal (-2,9%). Raffica di ribassi inoltre per i tecnologici, da sempre i più volatili in momenti di debolezza dei mercati, dove l’indice di comparto ha ceduto il 3,8%. Ericsson ha perso il 5,7%, mentre Infineon è scesa del 3,9%. In calo anche le banche (-2,4%) e le assicurazioni (-2,9%).
Scambi vivaci, per oltre 7 miliardi di euro, ma listino depresso in Piazza Affari. Intensa anche l’attività sul fronte dei derivati, che hanno stabilito il record assoluto per il mercato Idem, con 0,43 milioni di contratti standard scambiati. Il Mibtel ha ceduto così in chiusura il 2,36% a 26.952 punti, lo S&P/Mib il 2,26% a 35.306 punti, mentre All Stars ha lasciato sul campo il 3,23% a 14.689 punti. Scivolone di Saipem (-6,84% a 16,54 euro) ed Eni (-2,72% a 22,5).
Giù anche Erg (-5,77% a 17,34) e Saras (-2,97% a 4,96), mentre ha resistito Enel (-0,46% a 7,08). Debole Fiat (-2,61% a 9,94), nonostante i dati positivi sulle vendite di veicoli commerciali in Europa, che non hanno consentito di invertire una chiara tendenza a vendere. Seduta difficile, tra i bancari, per Capitalia (-3,72% a 6,07), che ha indossato la maglia nera del settore. Il titolo è apparso depresso fin dalle prime battute e le affermazioni dell’amministratore delegato Matteo Arpe sulle “varie ipotesi di aggregazione” non hanno fermato gli ordini di vendita.
Male anche Unicredit (-1,94% a 5,75) e Intesa (-1,98% a 4,46). In calo anche Mediobanca (-2,05% a 15,21) e Generali (-1,81% a 27,11). Ferma Telecom (-1,29% a 2,22)), con Pirelli (-1,53% a 0,72), insieme a Tiscali (-2,21% a 2,43) e Fastweb (-2,03% a 37,24), mentre in campo tecnologico si segnala lo scivolone di Stm (-3,16% a 12,03).
Nella tabella la chiusura degli indici dei titoli guida delle principali piazze finanziarie europee: – Londra -2,51% – Parigi -2,91% – Francoforte -2,90% – Milano -2,26% – Madrid -2,42% – Amsterdam -2,87% – Stoccolma -4,34% – Zurigo -2,72%.