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BORSA E MASSACRI: BIN LADEN GIOCAVA AL RIBASSO?

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Nelle ultime settimane, nei mercati finanziari di tutto il mondo il clima non era certo di ottimismo. Ma il crollo registrato da alcuni dei maggiori titoli assicurativi europei, in particolare i leader della riassicurazione Munich RE, AXA e Swiss RE, nella settimana precedente a quella dell’attentato, sembrava incomprensibile.

In tre giorni, dal 4 al 7 settembre, il titolo Munich era passato da 309,01 a 269.97 euro, con un calo di quasi il 13%. E lo stesso stava succedendo agli altri due titoli. Un crollo drammatico – molto maggiore di quello degli indici di borsa.

Le autorita’ americane stanno adesso investigando sulle motivazioni di quell’ anomalia, nel sospetto che sia stata dovuta a operazioni speculative da parte degli attentatori. O di loro fiancheggiatori.

L’ ipotesi ora sotto esame da parte di FBI e della Security Exchange Commission e’ che gli attentatori abbiano deciso di andare short, cioe’ di vendere allo scoperto, consapevoli che i mercati finanziari avrebbero reagito all’attentato con un crollo.

E quali titoli avrebbero reagito nel peggior modo alla notizia di una tragedia della portata di quella dell’ 11 settembre? Senza dubbio quelli assicurativi, visti i danni, umani e fisici che gli attentati avrebbero provocato.

“Chiunque stia pianificando un’ operazione di questa portata lo fa nella piena consapevolezza del suo straordinario impatto, non solo emotivo, ma finanziario. Quindi, capisce perfettamente di avere un’ opportunita’ speculativa senza precedenti. E la possibilita’ di prendere i classici due piccioni con una fava – cioe’ ottenere il proprio obiettivo “politico”, e allo stesso tempo rimpinguare le proprie casse,” spiega al Corriere Nick Peck, investigatore capo della societa’ di corporate investigations Data Source International.

Nel caso di Osama bin Laden, al momento considerato il sospetto numero uno, il FBI sa con certezza che il livello di sofisticazione finanziaria e’ tale da permettere un’operazione speculativa sui mercati finanziari internazionali.

L’organizzazione di bin Laden, Al Qaeda, ha infatti un apposito comitato finanziario; e fino a pochi anni fa gestiva una societa’ di trading, la Taba Investment, che speculava sulle commodities.

Un’ operazione speculativa segreta potrebbe essere la risposta a domande alle quali analisti del settore non riuscivano a rispondere.

“Per una settimana mi sono scervellato per capire i motivi di una performance dei titoli assicurativi, e in particolari dei riassicuratori. Non aveva alcuna spiegazione tecnica. Anzi, i segnali dal mercato puntavano nella direzione opposta, perche’ ci si aspettava un aumento dei premi che avrebbe senza dubbio beneficiato queste societa’. Invece quella settimana i titoli continuavano a crollare. E nessun analista riusciva a trovare una spiegazione razionale” dice il senior analyst di una delle maggiori banche europee, che preferisce mantenere l’anonimato.

La spiegazione adesso presa in considerazione dalle autorita’ americane e’ che le vendite allo scoperto di bin Laden abbiano provocato il crollo dei titoli. Ma bin Laden non e’ Soros. Puo’ essere lui solo, la causa dello scossone dell’intero il mercato?

“Per muovere dei titoli europei non servono capitali enormi. Se bin Laden avesse deciso di speculare con qualche decina di milioni di dollari, avrebbe certamente spinto al ribasso i titoli. D’altra parte pero’, essendo quello un momento di pessimismo, sapeva che eventuali posizioni short non avrebbero insospettito nessuno. Anche la mia banca stava vendendo in quei giorni,” dice il senior analyst.

“Non so se sia andata cosi’. Ma una cosa so di certo: se io fossi stato in lui, nel preparare un’ operazione di questa portata avrei senza dubbio pensato a trarne anche un vantaggio economico. Mi meraviglio che la CIA e l’FBI non ci abbiano pensato.”

Adesso ci stanno pensando. E nel caso di conferma di questo scenario, sperano ora di poter seguire il percorso del denaro.

* Claudio Gatti e’ collaboratore e consulente di Wall Street Italia. Questo articolo e’ stato pubblicato anche sul Corriere della Sera

AGGIORNAMENTO:

Nel frattempo anche la Cia ha aperto un’indagine su speculazioni antecedenti agli attentati dell’ 11 settembre che potrebbero essere state condotte dai terroristi o da loro «fiancheggiatori finanziari».

Inoltre le autorità tedesche hanno informato Fbi e Sec, l’ organo di controllo dei mercati finanziari Usa, di «anomalie sospette» nell’ andamento del titolo della società di riassicurazione tedesca Munich Re, come riportato nell’ articolo qui sopra.

Sono così diventate quattro le agenzie federali americane che indagano su anomalie nei mercati internazionali verificatesi prima degli attentati: Fbi, Sec, FinCEN (la divisione del Tesoro americano specializzata nel monitoraggio dei flussi di capitale), e adesso anche la Cia.

Il Tesoro americano ha inoltre formato uno speciale team con il compito di «annientare» la rete di finanziamenti di organizzazioni terroristiche anti-americane, in particolare Al Qaeda, il gruppo di Osama Bin Laden.

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ASSICURATIVI: PER GLI ANALISTI NIENTE DI ANORMALE)