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BORSA: COME RIPARARSI DAL TONFO DEL DOLLARO

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Da quando il mercato si e’ risollevato dopo aver toccato il fondo a marzo, i risparmiatori che hanno mantenuto i loro finanziamenti in dollari hanno perso oltre il 60% del rally azionario e i loro dollari si sono indeboliti di oltre il 16% contro il basket delle sei principali valute concorrenti.

Ormai tra gli investiori sta prendendo piede la convinzione che il dollaro sia destinato a subire altri cali. I pochi che invece hanno la sensazione che il biglietto verde sia ipervenduto di solito citano la deboleza dei Paesi rivali, piuttosto che la solidita’ degli Stati Uniti.

Sul lungo termine, in sintesi, lo stato di salute della valuta americana dipendera’ piu’ dalle scelte politiche che dai valori matematici. Sinora Washington e Federal Reserve hanno fatto un vago accenno circa l’impegno volto a garantire un dollaro forte, ma il governo non ha ancora annunciato un piano credibile, secondo cui il Congresso tentera’ di spendere meno di quanto non raccolga in tasse nei prossimi dieci anni.

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Fatte queste considerazioni, gli analisti di Smart Money hanno fatto il nome di tre societa’ che piu’ beneficeranno della debolezza del dollaro: Boeing (BA, $52.47), Caterpillar (CAT, $59.23) e Harley-Davidson (HOG: 29.10*, +0.32, +1.11%). Tutte e tre sono aziende esportatrici, che continuano ad avere grandi stabilimenti produttivi negli Stati Uniti. I loro titoli sono in rialzo dell’11% da allora, contro il +6% di media dell’S&P 500.

Ma ce ne sono altre tre che sembrano ideali per mettersi al riparo in caso di un ulteriore indebolimento del dollaro. A differenza dell’oro, tali societa’ hanno utili e dividendi con i quali si puo’ dare un giudizio piu’ attendibile del loro valore e a differenza dei fondi comuni o dei futures sulle valute, possono essere un buon investimento a lungo termine e non semplicemente una scommessa di breve durata.

DuPont
Da anni gli utili del gigante chimico sono in fase calante, ma un nuovo amministratore delegato ha preso il comando dell’azienda quest’anno. Al suo arrivo e’ stata accolta con una contrazione del fatturato del 15% e una flessione dei profitti per azione del 28%. Ma da allora si sono visti dei miglioramenti. I costi fissi sono in ribasso, le iniziative produttive stanno crescendo e il free cash flow e’ solido.

Il management sostiene che la societa’ sia in grado da qui in avanti di registrare una crescita del fatturato del 10% l’anno sino al 2012, e di due volte tanto per quanto riguarda gli utili. Quasi un terzo delle vendite dell’azienda sono realizzate in mercati in via di sviluppo come la Cina, l’India e il Brasile.
I titoli sono 17 volte piu’ alti dei deludenti utili di quest’anno e forse, fatto ancora piu’ importante, un comportano un rendimento dal dividendo gigantesco del 4.8%.

Coca-Cola
Speriamo che siate assetati: il management della celebre societa’ di bevande ha da poco presentato un piano per raddoppiare entro il 2020 le vendite nel mondo, che al momento si attestano a oltre 30 miliardi l’anno. Il piano dipende fortemente dall’incremento del consumo di bevande analcoliche in Cina e India.

Quello che e’ certo e’ che l’azienda non ha solo la Coca Cola da offrire. Con oltre 180 marchi di proprieta’, molti dei quali molto richiesti e conosciuti nel mercato americano (tra cui PowerAde e Minute Maid, solo per citarne alcuni) e altri che non lo sono affatto (Quwat Jubal, una soda al cedro e Marocha Chaba no Ko, una bevanda fredda al gusto di te verde). Gli analisti sostengono che il dollaro debole si tradurra’ in una crescita notevole degli utili societari. Al momento i titoli scambiano a 19 volte il livello dei profitti, con un dividendo del 2.9%.

Joy Global
Il fatturato della societa’, attiva nella produzione di apparacchiature per l’estrazione di carbone e altri materiali di base in tutto il mondo, sono risultate in modesto rialzo nell’anno fiscale conclusosi lo scorso ottobre, ma dovrebbero calare del 20% nell’esercizio fiscale attuale. Questo non vuol dire che le condizioni economiche attuali siano negative. Anzi, il fatto che i prezzi delle materie prime sono in calo, significa che per le societa’ minearie risultera’ piu’ redditizio investire in nuovi macchinari. Il che fa ben sperare per la domanda dei prodotti di Joy.

I titoli scambiano 20 volte sopra le previsioni di Wall Street sugli utili aziendali, ma ultimamente Joy ha superato nettamente quelle stime, battendo le attese sul fronte dei profitti di oltre il 25% negli ultimi due trimestri. Il rendimento che offre il dividendo e’ pari all’1.3%.